Dopo gli eventi finali della Saga dell’Infinito, i fan del Marvel Cinematic Universe si chiedevano come i Marvel Studios avrebbero potuto inserire qualcosa di nuovo e di altrettanto interessante all’interno di un universo narrativo che aveva appena toccato il suo punto più alto. Se da un lato la risposta è stata nella forma, con l’avvento delle serie tv su Disney+, dall’altro lato (versante cinema) le innovazioni non sono state da meno: con Black Widow è arrivata la prima untold story di un personaggio che aveva già concluso il suo arco narrativo e, successivamente, è arrivato Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli. Un progetto sicuramente interessante, perché il film va ad introdurre un personaggio che, almeno apparentemente, poco ha a che fare con il Marvel Cinematic Universe, tant’è che, in un certo senso, la cartuccia “dieci anelli” e quella “Mandarino” è stata già giocata il Iron Man 3. Ma a Kevin Feige piacciono le sfide e per questo il film di Destin Daniel Cretton con protagonista Simu Liu ha puntato fortemente sulla voglia di novità del Marvel Cinematic Universe, giocando in maniera esemplare con concetti ed elementi con cui era facile sbagliare.

Shang-Chi (Simu Liu) vive la sua vita tranquilla a San Francisco, assieme alla sua migliore amica Katy (Awkwafina) ma questa situazione ideale per il ragazzo è destinata a durare poco, perché il passato si presenterà alla sua porta e lo rimetterà in contatto con sua sorella Xialing (Meng’er Zhang) prima e poco dopo Wenwu (Tony Leung) possessore dei dieci anelli, antichi artefatti mistici, e leader dell’organizzazione omonima. L’uomo è convinto di dover intraprendere una sorte di crociata per il bene della sua famiglia e per farlo è disposto a radere al suolo tutto ciò che si opporrà al suo cammino. Shang-Chi allora si schiererà contro il padre, col quale non ha mai avuto un rapporto idilliaco, per preservare lo stato delle cose e cercare di evitare il peggio.

Shang-ChiIl ritorno, dunque, di una origin story nel Marvel Cinematic Universe, per quanto si tratta di qualcosa di diverso rispetto alle classiche storie di formazione dell’eroe: lo Shang-Chi di questo film è sostanzialmente già un personaggio in possesso di skills altamente perfezionate e in grado di tener testa ai nemici. Il suo è più un viaggio alla ricerca del suo posto nel mondo o, per meglio dire, alla ricerca del suo mondo. Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli si basa proprio su questi presupposti e la sceneggiatura riesce a raccontare una storia molto interessante, perché tutti quanti i personaggi hanno il loro spazio, vengono approfonditi nel modo giusto e per questo lo spettatore è realmente interessato quando si chiede quali saranno le sorti di quei personaggi che sta vedendo sullo schermo. Spesso si è detto che il tempo delle storie delle origini dei supereroi nel Marvel Cinematic Universe fosse finito, eppure ancora una volta i Marvel Studios riescono ad andare in controtendenza, facendolo tra l’altro con un personaggio che certamente, sulla carta, non ha l’appeal dei vari Iron Man, Captain America, Spider-Man, Doctor Strange e via dicendo.

Ciò che si temeva maggiormente per questa pellicola era la messa in scena. Non tanto per un discorso legato a come si sarebbe raccontata la storia in sé, ma per quel che riguarda la cultura cinese che è un elemento importantissimo, se non fondamentale, di Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli. I dubbi erano anche giustificati, visto il lavoro discutibile fatto con il live-action di Mulan, film in cui la rappresentazione della cultura cinese era uno dei punti deboli quando avrebbe dovuto essere una delle parti migliori del titolo. Ne La leggenda dei Dieci Anelli, lo si può dire senza alcun tipo di timore, la rappresentazione della cultura cinese è uno degli elementi non solo migliori, ma anche più belli del film. In una sorta di mix tra il classico stile MCU e il cinema wuxia (quel genere in cui appunto si raccontano le storie dei classici eroi cinesi rispettando dei canoni abbastanza precisi, come se si stesse parlando di un romanzo cavalleresco in salsa orientale), la cultura cinese viene enormemente rispettata e valorizzata all’interno del film. Anzi, questa aiuta molto a scandire il ritmo della pellicola, che alterna scene d’azione a “nozioni” di tradizione cinese, rendendo sempre tutto quanto estremamente interessante.

Questo mix, inoltre, è presente anche nelle scene d’azione, che sono praticamente tutte ben coreografate e molto belle da vedere: guardandolo è chiaro che ci si ritrovi davanti ad un film del Marvel Cinematic Universe, ma è anche evidente come si sia voluto rendere omaggio ai classici del cinema cinese. In particolare, una scena di combattimento che vede protagonista Tony Leung è affascinante: l’azione è presente, ma si ha davanti agli occhi anche una scena romantica ed è davvero una meraviglia possibile solo grazie all’influenza wuxia del film.

Shang-ChiRiprendendo un attimo il discorso sul ritmo del film, Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli parte molto bene, in maniera assolutamente dinamica e coinvolgente, tant’è che è subito forte la sensazione di trovarsi davanti ad un film divertente. Dopo il primo atto però la pellicola rallenta un po’, forse in maniera eccessiva e la parte centrale potrebbe risultare quasi noiosa, se messa in relazione con quanto visto prima. In ogni caso, anche in questa parte Destin Daniel Cretton ne approfitta per raccontare qualcosa della tradizione cinese e lo spettatore ha tutto il tempo per assaporare quello che raccontano i personaggi. Il terzo atto, infine, è sostanzialmente quello dello scontro finale tra bene e male e se inizialmente il film si rialza, c’è poi un nuovo calo, dovuto questa volta all’uso eccessivo di una CGI non all’altezza e che, dunque, rende le scene d’azione confusionarie, difficili da seguire e decisamente non belle da vedere. Un peccato perché gli ultimi combattimenti avevano la possibilità di lasciare un segno indelebile nel Marvel Cinematic Universe, ma la messa in scena è quasi povera.

Buone le prove di praticamente tutto il cast. Simu Liu è assolutamente in parte e questo lo si è potuto notare anche da quanto l’attore abbia promosso e pubblicizzato il film. Il suo Shang-Chi è un personaggio estremamente vivo, che prova emozioni forti e che, soprattutto, non ha paura ad esternarle: il risultato è una prova attoriale ottima, in cui le espressioni facciali sono il corredo perfetto al linguaggio del corpo nelle scene d’azione. Shang-Chi, anche grazie alla sceneggiatura, è un gran bel personaggio e quando lo si vedrà interagire con altri personaggi dell’MCU sicuramente ci sarà da divertirsi. Precisa è la parola giusta per la performance attoriale di Awkwafina, che con la sua Katy crea un personaggio dalla doppia faccia: abbiamo una donna risoluta e decisa a non volere aver paura, ma anche il comic relief del film. A lei, infatti, sono affidate le battute e le gag della pellicola e il personaggio è perfetto in questa sua funzione, con una comicità che non risulta praticamente mai fuori ruolo. L’attrice è brava nel trasmettere le giuste emozioni al pubblico e nelle scene più divertenti si nota come si senta estremamente a suo agio. Praticamente da applausi la prova di Tony Leung, che regala un villain di tutto rispetto e assolutamente credibile, cosa che per un antagonista di una origin story dei Marvel Studios non è assolutamente scontata. Leung riesce a creare un personaggio tormentato e quasi dubbioso, ma al tempo stesso in qualche modo è fermo sui suoi principi e non ha paura di fare di tutto pur di rispettarli. Inoltre, tra tutti i membri del cast è veramente ottima la sinergia. Attenzione anche alle sorprese tra gli attori, con alcuni cameo di tutto rispetto.

Prima di avviarsi alla conclusione della recensione, un paio di note a margine. La prima, la più importante, riguarda i Dieci Anelli. Nei fumetti si tratta effettivamente di anelli, con anche una loro coscienza, che arrivano, tra i vari poteri, anche a controllare la mente delle persone. Il Mandarino, infatti, era in grado di riuscire a rendere i suoi nemici delle vere e proprie marionette. Al cinema portare degli anelli veri e propri, con gli stessi medesimi poteri, sarebbe stato un rischio, soprattutto perché si è da poco concluso l’arco narrativo delle Gemme dell’Infinito, e il rischio di una sorta di more of the same era dietro l’angolo. Per questo motivo in fase di sceneggiatura è stato cambiato il concept dietro gli artefatti, facendoli diventare qualcosa di più simile a dei bracciali, che vengono usati perlopiù in combattimento ma, come fa capire il film, il loro potere è molto più profondo di quanto mostrato negli eventi che lo spettatore vedrà su schermo. Seconda nota, sono presenti due scene dopo i titoli di coda, quindi come al solito l’invito è quello di rimanere fino all’ultimo in sala.

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli è una bella variazione al classico stile del Marvel Cinematic Universe e anche una bella aggiunta al catalogo dello stesso. Le scene d’azione sono in perfetto stile cinese, pur essendo chiaramente riconducibili al MCU. Al netto di alcune sbavature più o meno consistenti, come una CGI non all’altezza nella parte finale o di un eccessivo rallentamento durante il secondo atto, si è davanti ad un ottimo film, in grado di intrattenere e soprattutto affascinare il pubblico con le sue parole, cosa non scontata, trattandosi praticamente di un film sulle arti marziali. Il Marvel Cinematic Universe continua ad innovare e ad innovarsi e questo Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli, in attesa anche di Eternals, ne è la prova lampante.


Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli sarà disponibile dal 1° settembre solo al cinema. Di seguito, il trailer del film:

RASSEGNA PANORAMICA
Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli
7.5
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Il mio primo film visto al cinema è stato "Dinosauri" della Disney, il mio primo libro "La fabbrica di cioccolato" e il mio primo videogioco "Tip Top - Il mistero dei libri scomparsi". Nel 2002 mi sono innamorato di Spider-Man e nel 2008 del grande schermo, grazie a "Bastardi Senza Gloria". Parlerei per ore di cinema, serie tv e fumetti. Sto aspettando la quinta stagione di "Sherlock".
shang-chi-e-la-leggenda-dei-dieci-anelli-arti-marziali-e-tradizione-cinese-nel-mcu-recensioneShang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli è una bella variazione al classico stile del Marvel Cinematic Universe e anche una bella aggiunta al catalogo dello stesso. Le scene d’azione sono in perfetto stile cinese, pur essendo chiaramente riconducibili all’MCU. Al netto di alcune sbavature più o meno consistenti, come una CGI non all’altezza nella parte finale o di un eccessivo rallentamento durante il secondo atto, si è davanti ad un ottimo film, in grado di intrattenere e soprattutto affascinare il pubblico con le sue parole, cosa non scontata, trattandosi praticamente di un film sulle arti marziali. Il Marvel Cinematic Universe continua ad innovare e ad innovarsi e questo Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli, in attesa anche di Eternals, ne è la prova lampante.

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