Shazam! – Guida alla lettura tra cause legali e poteri divini | Speciale

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Shazam!

Complice l’imminente uscita nelle sale del nuovo lungometraggio con protagonista Zachary Levi, nelle ultime settimane si è fatto un gran parlare di “Shazam!“. Tuttavia Billy Batson e il suo super-alter-ego non sono tra i personaggi più presenti nell’immaginario popolare legato ai supereroi (consumati lettori di fumetti esclusi, ovviamente). Per tanto, chi è Shazam?

Shazam

Inizialmente noto come Capitan Marvel (ebbene si), Shazam nasce nel 1939 dalla penna di Bill Parker (ahah, penna, Parker, l’avete ca… ok, scusate) e dalla matita di Clarence Charles Beck. La prima pubblicazione di Capitan Marvel esordì un anno dopo, nel Gennaio 1940, con il titolo “Capitan Thunder” sul primo numero di Flash Comics. Il primo albo a riportare in copertina quello che in seguito divenne il nome definitivo del protagonista, nonché delle testata (o per lo meno, così pensavano all’epoca), esordì su Whiz Comics n. 2 del Febbraio dello stesso anno, pubblicato dalla compianta Fawcett Comics.

Protagonista del fumetto è il sopracitato William “Billy” Batson, un ragazzo di quindici anni rimasto orfano, che viene scelto come campione combattente delle forze del bene dall’antico Mago Shazam. Ogni volta che Billy pronuncia il nome del mago (Shazam! per l’appunto), è colpito da un fulmine magico che lo trasforma in un supereroe adulto con immensi poteri e le abilità di figure mitologiche/leggendarie: la saggezza di Salomone, la forza di Ercole (in latino: Hercules), la resistenza di Atlante, il potere di Zeus, il coraggio di Achille e la velocità di Mercurio.

Nato nel pieno della Golden Age, Capitan Marvel ebbe un inizio di carriera tanto travagliato quanto fortunato. Il doppio esordio e repentino cambio di titolo/nome servirono a evitare problemi di natura legale con la National Comics (la proto-DC Comics) che, lo stesso mese, fece esordire il personaggio di Johnny Thunder sul primo numero di una testata anch’essa intitolata Flash Comics.
Nonostante ciò, Billy e il suo alter-ego dai poteri divini surclassarono le vendite di tutte le altre testate di punta in vendita all’epoca, arrivando a tirature di un milione e trecentomila copie al mese fra il 1942 e il 1946, il doppio delle vendite di Batman. Capitan Marvel fu anche il primo supereroe proveniente dal media della nona arte ad apparire in un serial cinematografico: “Adventures of Captain Marvel” del 1941.

Nonostante gli accorgimenti inizialmente attuati dalla Fawcett Comics per evitare grane legali, la National Comics non poté non notare che le numerose similitudini tra il Capitan Marvel della Fawcett e i loro Johnny Thunder e Superman. Ciò portò ad una diatriba legale che si protrasse dal 1941 fino al 1980. La causa terminò con la totale acquisizione dei diritti di Capitan Marvel, da parte della DC Comics, da una Fawcett ormai sull’orlo del fallimento.

Nel periodo in cui i diritti sul nome “Capitan Marvel” rimasero vacanti, esso fu riutilizzato per produrre molti omonimi più o meno simili all’originale. Il più celebre è sicuramente quello nato dalla complicità di Stan Lee e Gene Colan nel 1967 per la Marvel Comics che, ad oggi, è l’unica casa editrice detentrice dei diritti sul titolo in questione.

Nel 1973 la DC Comics, non ancora in pieno ed esclusivo possesso dei diritti della serie ma comunque munita della licenza di pubblicarla, varò la prima testata atta a introdurre il personaggio di Parker e Beck nel DCU: “Shazam!
Scritta da Dennis O’Neil e disegnata dallo stesso C. C. Beck che co-creò il personaggio, la serie introdusse Billy e tutti i comprimari a esso legali in un nuovo grande universo narrativo.
Uscito più o meno indenne da più di trent’anni di cause legali e dalla crisi del mercato fumettistico degli anni ’70, Shazam è un personaggio che ha sempre portato con sé dei punti fissi ben definiti.
L’idea di porre l’onnipotente potere proprio dell’archetipo del superuomo nelle mani di un bambino, cosa può simboleggiare se non l’idea stessa della branca della nona arte dedicata ai super-eroi?

Shazam è il candore dell’innocenza, intrappolata in un mondo oscuro, ma in grado di generare una forza sovrumana tanto potente da far spiccare il volo. Shazam è ciò che ognuno di noi è stato almeno una volta nella vita; non con un albo tra le mani, ma con gli ideali che un fumetto sa trasmettere, saldamente ancorati al nostro cuore.

Se questa breve (ma neanche tanto… chiedo scusa…), lezione di storia sulla nona arte vi ha messo curiosità, ecco qualche consiglio per gli acquisti dedicato a Shazam:

Shazam – la Società dei Mostri del Male

La superstar del fumetto Jeff Smith non ha certo bisogno di presentazioni (giusto?), la sua pluri-premiata serie “Bone” ha dato vita, umorismo e premi Eisner a un intero serraglio di animaletti. Non è difficile immaginare Smith alle redini di una serie dedicata a Billy e a tutta la sua squadra.
Narrazione semplice, tavole pulite e sgombre ma ugualmente dinamiche. Smith dimostra grande amore e rispetto per il classico che sta maneggiando.

Dopo aver ri-narrato le classiche origini di Shazam, dovutamente svecchiate, Smith pone Billy di fronte ad un’invasione aliena ed al piano della Società dei Mostri del Male per la conquista del mondo.

Jeff Smith ha saputo ritrovare la vera magia della serie, inzuppando di divertimento non diluito ogni singola pagina. Shazam – la Società dei mostri del male è una lettura affascinante e spiritosa per tutti coloro che amano le avventure supereroiche dal retrogusto cosmico.

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Shazam di Geoff Johns e Gary Frank

Se avete amato anche solo il trailer dell’imminente film con Zachary Levi, questo è l’arco narrativo adatto a voi. Geoff Johns e Gary Frank portano Billy Batson nel bel mezzo del nuovo Universo DC e lo fanno dando un chiaro esempio di come ogni nuova serie dovrebbe essere lanciata. L’infanzia di Billy è raccontata tramite una sequenza di flashback riassuntiva, succinta ma comunque molto esaustiva. Fatto ciò, la sceneggiatura di Johns mantiene un ritmo deciso senza tentare di mettere al fuoco più carne di quanta il lettore possa masticarne in un sol boccone.

L’enfasi non è puntata sulla costruzione di un nuovo conflitto sconvolgente per Billy Batson, piuttosto, l’obiettivo è esplorare le dinamiche famigliari in cui egli è coinvolto e il caos conseguente all’arrivo dei superpoteri. Il risultato è un’affascinante combinazione dello Shazam più classico, con tutti i valori ad esso collegati, con una buona dose di umorismo slapstick, impreziosito dalle dettagliate e luminose tavole di Frank. Non per nulla è stato scelto come base per il film di David F. Sandberg.

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Shazam – Il Potere della Speranza

Rispettivamente scritto e disegnato dai venerabili Paul Dini e Alex Ross, “Il Potere della Speranza” è l’apoteosi di tutto ciò che Shazam e il mondo del fumetto in generale dovrebbero rappresentare.
L’iper realismo di Ross, unito al gusto classico della narrazione di  Dini, confezionano un emozionante e spettacolare racconto privo di baloon e narrato da una voce esterna. Tale espediente non fa che enfatizzate la spettacolarità di un’opera che più che un albo a fumetti somiglia più ad un grido di speranza lanciato dalla nona arte stessa. Immancabile per ogni lettore.

Il Potere di Shazam

Scritto e disegnato da Jerry Ordway, questa run introdusse Shazam nel anni ’90, svecchiandone le origini e collegando la prima infanzia di Billy al destino che lo avrebbe visto divenire un paladino della giustizia. Meno digeribile per i lettori neofiti o non amanti dello stile fumettistico del secolo scorso, Il Potere di Shazam è un interessante tassello della storia editoriale del personaggio, al quale vale la pena dare un’attenta lettura.

The Multiversity: Thunderworld

Il quinto albo della serie evento di Grant Morrison (sempre sia lodato) è ambiantato su Terra-5: il Thunderworld. Questo mondo è una divertente amalgama di riferimenti ai più classici fumetti della Whiz Comics, che sembra uscita dalla penna di Otto Binder in persona. Cameron Stewart e Nathan Fairbairn aggiungono un tocco di sensibilità moderna al classico look di Billy Batson e dei suoi compagni. In generale, la storia ha un tono molto spensierato e il comparto artistico è ricco di espedienti audaci impreziositi da una colorazione brillante.
Per quanto la storia sia leggibile come albo singolo, guadagna molto se vista come parte di un quadro più ampio e complesso: Multiversity (di cui potete trovare un’analisi qui).