Arrivata alla quinta stagione SKAM Italia pone il focus sul personaggio di Elia e su un taboo che ancora troppo affligge la società contemporanea. Prima serie che si distacca dagli altri remake del successo norvegese, SKAM Italia 5 è un racconto originale che come al solito segue le vicende di un gruppo di liceali romani alle prese con la crescita e la vita da giovani adulti. La serie sarà disponibile su Netflix a partire dal 1 settembre. Abbiamo potuto vedere l’intera quinta stagione in anteprima e questo è il nostro parere.

A cavallo tra liceo e università, continuano le storie dei celebri protagonisti di SKAM Italia. Al centro della nuova storia, le vicende di Elia (Francesco Centorame) personaggio ancora poco esplorato nelle precedenti stagioni, in preda ad una serie di ansie e problematicità personali che gli creano un vero e proprio disagio sociale. Sarà solo l’amicizia con il suo vecchio gruppo di amici che riuscirà ad aiutarlo ad affrontare il problema.

Dopo quattro stagioni remake delle versioni precedentemente uscite in Europa (SKAM Norvegia, Francia e Germania) SKAM Italia 5 decide di distaccarsi dalle altre andando ad approfondire e a raccontare una storia inedita di un personaggio che fino ad oggi era rimasto per lo più in ombra. Elia da sempre visto come il ragazzo ribelle, donnaiolo e con la testa tra le nuvole, nasconde invece un disagio sociale, tristemente considerato ancora oggi un taboo, tanto da impedirgli di vivere una vita normale. A causa di una forma di ipoplasia peniena Elia non riesce a rapportarsi con le altre ragazze e con i suoi amici, tanto da preferire rapporti occasionali che non vanno mai per le lunghe per paura di non riuscire a soddisfare le aspettative, anche a causa di una forte pressione sociale che vede nel suo problema qualcosa di ridicolo e soprattutto indicibile.

Sono bastate poche ore in seguito all’uscita della trama ufficiale della quinta stagione per mandare in tilt i social con meme che deridevano e sminuivano il problema, tanto da considerarlo qualcosa di “inutile”, “superato”,  “trash”, “cringe”, sinonimo di quanto invece sia necessario parlarne e normalizzare la questione. Il fenomeno che questa storia ha scaturito ancora prima della sua uscita fa riflettere su quanto effettivamente accade al protagonista delle vicende che proprio a causa delle continue derisioni sviluppa una vera e propria ansia sociale che lo bloccano nella vita di tutti i giorni, impedendogli di compiere anche il minimo gesto. Interessante la scelta degli sceneggiatori Ludovico Bessegnato e Alice Urciolo di focalizzarsi su una problematicità così poco trattata e affidarla proprio a quel personaggio considerato per eccellenza “donnaiolo” un po’ come poteva esserlo Edoardo Incanti (Giancarlo Commare) nella terza stagione. In un mondo in cui la virilità maschile viene calcolata in base alla lunghezza del pene e viene costantemente ripetuto che: “gli uomini non devono piangere” perché sennò: “sei un femminuccia”, SKAM, che letteralmente significa “vergogna”, mette in primo piano le vergogne di un giovane adulto alle prese con la scoperta del proprio corpo e soprattutto con la scoperta della cattiveria della società.

Nonostante la serie sia ambientata a cavallo tra liceo e università (Elia infatti è stato bocciato, mentre tutti i sui amici sono stati promossi alla maturità) il cast non subisce una rottura, anzi tutti i beniamini che il pubblico ha imparato ad amare tornano con l’aggiunta di qualche nuovo personaggio dove su tutti spicca Viola (Lea Gavino) interesse amoroso di Elia e portatrice di una storia drammatica che verrà svelata nel corso degli episodi. Francesco Centorame con tutto il suo carisma, riesce a rendere Elia un personaggio con il quale entrare in sintonia anche grazie all’ottima scrittura in fase di sceneggiatura che lo vede crescere e cambiare passo dopo passo senza inutili accelerate. C’è anche da dire però che altri temi affrontati da questa stagione, non meno importanti, vengono liquidati forse con in po’ troppa fretta, gran peccato vista l’importanza della tematica, che non vi sveleremo per non farvi spoiler.

Ludovico Besseganto lascia il posto in cabina di regia a Tiziano Russo che prende le redini di un progetto già avviato in modo eccellente, entrando appieno nel mood di SKAM Italia, non facendo in alcun modo sentire la differenza di mano dietro la macchina da presa. Besseganto resta comunque un importante nome anche dietro a SKAM 5 essendo insieme ad Urciolo sceneggiatore. Ad oggi non si hanno notizie su eventuali progetti futuri o nuove stagioni; SKAM si rivolge ad in pubblico di adolescenti liceali e ora che tutti sono all’università avrebbe poco senso continuare, a meno che non venga effettuato un cambio generazionale alla SKINS, che però potrebbe far perdere d’interesse tutti quegli spettatori affezionati a questi personaggi, un po’ come successo proprio con la serie britannica tra la seconda e la terza generazione.

SKAM Italia 5 è l’ennesima conferma che questo genere di format funziona e continua in modo del tutto naturale a trattare tematiche considerate taboo nel modo più normale possibile. La storia di Elia, purtroppo diventata un meme ancora prima dell’uscita della serie, è la conferma di quanto sia necessario parlare alle nuove generazioni di questi argomenti. Con il suo modo diretto, schietto e senza filtri anche SKAM 5, non priva di alcuni difetti di scrittura e accelerate nel finale, si conferma un ottimo prodotto per giovani adulti che possono rivedersi nelle vicende dei loro beniamini ancora una volta.


SKAM Italia 5 arriva su Netflix il primo settembre. Ecco il trailer ufficiale della serie:

RASSEGNA PANORAMICA
SKAM Italia 5
7.5
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Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
skam-italia-5-focus-su-elia-ansia-sociale-e-ansia-da-prestazione-recensioneSKAM Italia 5 è l’ennesima conferma che questo genere di format funziona e continua in modo del tutto naturale a trattare tematiche considerate taboo nel modo più normale possibile. La storia di Elia, purtroppo diventata un meme ancora prima dell’uscita della serie, è la conferma di quanto sia necessario parlare alle nuove generazioni di questi argomenti. Con il suo modo diretto, schietto e senza filtri anche SKAM 5, non priva di alcuni difetti di scrittura e accelerate nel finale, si conferma un ottimo prodotto per giovani adulti che possono rivedersi nelle vicende dei loro beniamini ancora una volta.

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