[Speciale] Ken Il Guerriero – La Leggenda di Hokuto torna al cinema per celebrare il 35esimo Anniversario

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ken il guerriero

L’operazione di Koch Media è stata senza dubbio di grande impatto nostalgico, ma portare Kenshiro e la sua tecnica mortale, l’Hokuto Shinken, al cinema per due giorni, 25-26 settembre, in occasione del suo 35esimo anniversario ha più di un significato facilmente riconducibile alla tipica frase “mi fa tornare bambino”.
Ken il Guerriero, come lo abbiamo conosciuto in Italia, ha affascinato persone di tutte le età, parliamo di un uomo che ha dedicato tutto se stesso nell’arte marziale assassina più letale della storia, l’Hokuto Shinken, divenendone unico successore. In quanto tecnica troppo pericolosa per lasciare il suo potere in mano a più di una persona, agli altri discepoli per la legge di Hokuto sarà sigillata la memoria o saranno loro spezzate le mani, perché non dovranno mai poter usare l’Hokuto Shinken, che insegna a colpire i punti di pressione presenti nel corpo umano per poter scatenare le reazioni più varie, addirittura far esplodere un corpo dal suo interno.

Ken si allena sotto lo sguardo del maestro Ryuken che lo ha adottato assieme ad altri ragazzini considerati quindi suoi fratelli, normalmente la successione nella scuola di Hokuto è sempre avvenuta di padre in figlio, ma Ryuken non fu mai benedetto dalla nascita di un erede. Alla fine del ventesimo secolo accade qualcosa: la guerra atomica (Immaginate un mondo post-apocalittico alla Mad Max ed il gioco è fatto), in questo contesto e per la prima volta più di una persona padroneggia questa arte marziale e Ken dovrà fare i conti con la crescente ambizione del fratello maggiore Raoul, che mira ad unificare un mondo allo sbando sotto il suo regime basato sul terrore.
La parte iniziale del manga/anime originale ci mostrava come il protagonista venisse privato della sua promessa sposa da Shin, guerriero della Sacra Scuola di Nanto, che da sempre è l’altra faccia della medaglia di Hokuto, questa amara sconfitta darà a Ken la forza per vivere in un mondo orribile nonostante il suo buon cuore e lo porterà verso lo scontro con Shin, riuscendo a batterlo solo per scoprire che la sua amata è scomparsa per sempre.
Nel film questi eventi sono già accaduti e vediamo Kenshiro nella saga successiva, dove incontra Shu, guerriero di Nanto votato al bene che lotta contro un altro esponente di questa scuola: Souther, che al pari di Raoul ha mire di conquista ma con metodi ancora peggiori e senza scrupoli arrivando ad usare bambini come schiavi per le sue opere.
Va detto che poteva anche essere un mezzo azzardo riproporre questa opera, si perché parliamo della versione rimasterizzata in alta risoluzione di un film prodotto nei primi anni duemila in occasione dei 25 anni della saga più esplosiva del Sol Levante e già arrivato nelle nostre sale nel 2009. Insomma ti viene da pensare che tutti hanno già la versione home video da anni, lo avranno visto mille volte anche in streaming, poi ci sono i cultori dell’opera originale o dei soli doppiaggi giapponesi che quasi condannano anche il solo provare ad avere voci nostrane su prodotti nipponici, esatto i tempi sono cambiati e forse Kenshiro è troppo “vecchio” per attirare ancora pubblico, a meno di non proporre sequel nuovi di zecca (Come sta facendo la Toei con Dragon Ball da qualche anno con film nuovi che si legano più o meno all’opera originale).

Tutti questi dubbi nella mia mente vengono spazzati via dalla componente primaria di un prodotto che esce al cinema: il pubblico, la sua affluenza e gli sguardi di chi sta in fila e non ultimo l’entusiasmo di chi mi ha accompagnato nella visione di questa perla.
Siamo stati al cinema The Space di Roma (Parco De Medici) mercoledì sera ed ho visto persone di ogni età, come a ribadire il concetto cardine che risuona nella mente di tutti i fan di Ken: “Hokuto è eterno!“, così tante persone che gli organizzatori hanno dovuto creare una fila a parte e a chiamata per la nostra sala.
Tutti volevano entrare per vedere e rivedere un qualcosa che li accompagna da anni o che semplicemente hanno scoperto essere in linea con loro stessi, coi loro gusti, anche se non erano li negli anni 90 seduti davanti la TV ad aspettare la voce del narratore che sanciva la fine della civiltà e l’inizio della Leggenda.
Il film inizia con un comparto audio potentissimo con raramente qualche pecca, la musica e le canzoni scelte aiutano a calarsi nei panni dei protagonisti e ad afferrarne le emozioni provate, con una potenza che ci fa capire perché la sala del cinema è ancora così importante per godere a pieno dei film prodotti. Seguire le gesta di Ken e dei comprimari è bello oggi come ieri, la versione rimasterizzata fa il suo dovere anche se deve necessariamente fare a pugni (“Uattà!”) con un prodotto di 10 anni fa ed alcuni primi piani sono decisamente più scarni di altri. Sullo sfondo alcune ed immancabili “potato face” ed un frame rate non sempre perfetto per le scene proposte, ma lo abbiamo già detto che Hokuto è eterno, no?

Il doppiaggio ha dovuto per forza di cose essere diverso dalla serie TV, i doppiatori storici non erano disponibili per i motivi più vari. L’adattamento quasi impeccabile (C’è poco da fare, “Re di Hokuto” è troppo bello per non usarlo), le nuove voci sono assolutamente azzeccate grazie alla immensa levatura professionale di chi ha prestato le proprie abilità vocali a questi personaggi e trasmettono tutte le emozioni di cui è composto “Ken Il Guerriero”, emozioni di cui un’opera del genere necessita per essere più di un semplice prodotto troppo spesso marchiato come “cartone violento dove si picchiano e basta” dalle folle di genitori preoccupati.
In realtà tutta la serie se la si guarda anche solo per un momento in maniera un poco più profonda è un inno alla forza dell’Amore, che può cambiare tutto anche in un’epoca dove persino i bambini vengono venduti perché rappresentano un fardello o usati come forza lavoro perché sono piccoli e non avranno mai la forza di ribellarsi.
La storia prosegue infatti con dialoghi profondi e nemmeno troppi combattimenti o della durata degli stessi abbastanza corta anche se di qualità altissima (Shu che incrocia i calci con Ken resta fisso nella mente per giorni), questo fa salire piano piano la voglia di vedere il protagonista arrivare allo scontro finale con L’Imperatore di Nanto: Souther,  in cui potranno scatenarsi con le loro tecniche più rappresentative, mossi da due ideali più simili di quanto si pensi ma che hanno reagito in maniera totalmente opposta alla più grande forza esistente.
Kenshiro ha festeggiato più che degnamente i suoi 35 anni, il suo messaggio sembra destinato ad affascinare ancora molte generazioni e per fare questo l’importante è che il suo inno sia supportato da prodotti all’altezza dei 1800 anni di storia della Divina Scuola di Hokuto.
Ora scusate ma devo proprio andare… “Shu mi sta chiamando”.