Stella di mare di Giulio Macaione – L'intimità dell'attesa | Recensione

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Dopo il successo di Basilicò, Giulio Macaione e Bao Pubishing tornano in libreria e fumetteria con Stella di mare, un racconto intimo e profondo sull’attesa e sui demoni interiori contro cui ognuno di noi combatte.
Stefano è un giovane adulto di Cefalù (città di 66.000 km² distante circa 70 Km da Palermo) che ha lasciato l’università ed è tornato a casa dai genitori perché non sa ancora cosa fare della sua vita. Stefano passa le giornate in spiaggia, a contatto col mare (elemento protagonista di questa storia tanto quanto gli altri personaggi) e con i pensieri e i ricordi che la risacca del mare lascia a chi rimane ad aspettarla.
Stefano passa le giornate aspettando qualcosa che nemmeno lui riesce bene a capire cosa sia, aspetta di trovare una risposta, uno scopo, forse addirittura l’amore, che nel caso specifico di Stefano si riconduce a Marina, ragazza “nordica” che per l’estate scende a Cefalù e vive qualche settimana con il nostro protagonista, il quale però non ha nient’altro che quei giorni estivi da Marina e null’altro. La storia di Stefano entra nel vivo quando le vicende del mare e dell’amore lo legheranno, proprio attraverso il mare e i racconti, le leggende, e il fascino che il mare stesso nasconde, a Vico e Matilde, due personaggi particolari della cittadina, creduti pazzi o bugiardi e che condividono un passato avvolto nel mistero e nel dolore.

L’attesa è la chiave di lettura del romanzo grafico, d’altronde l’autore dedica il libro proprio a chi attende. I tre protagonisti del fumetto sono in attesa di qualcosa di diverso e manifestano pertanto la loro attesa in modi del tutto differenti l’uno dall’altro. L’attesa di una svolta, l’attesa di un’amore, l’attesa di un riscatto e l’attesa di una vendetta sono i filoni narrativi che guidano i protagonisti all’interno di una storia carica di sentimenti e drammaticità, che non rinuncia però al tratto noir e grottesco, a tratti thriller ormai marchio di fabbrica dell’autore siciliano. La Sicilia, e la città di Cefalù in particolare sono parte integrante della storia. Macaione ambienta il fumetto non a caso a Cefalù, città nella quale ha trascorso praticamente tutte l’estati della sua vita e grazie alla quale riesce a mischiare realtà e fantasia in un racconto certamente non autobiografico, ma che lascia trasparire il mondo interiore dell’autore, oltre al rapporto d’amore con i luoghi a cui è legato, dei quali tra l’altro riporta nel fumetto degli scorci straordinari. Anche i dialoghi rimandano ad una cadenza siciliana che difficilmente si riesce a trasferire con così tanta naturalezza in una produzione letteraria in italiano.
La brillantezza però di Stella di mare sta nella sua delicatezza. Macaione racconta l’attesa, l’illusione, l’amore e l’intimità di una generazione dalle grandi aspettative, una generazione a cui fin da subito è stato fatto credere di dovere a tutti i costi diventare qualcuno, di dover fare cose straordinarie e che adesso semplicemente soffre nel dover venire ai patti col fatto che probabilmente non tutti possono fare qualcosa di speciale nella vita, e soffre ancora di più nel dover accettare che questa meriti comunque d’essere vissuta con entusiasmo e impegno. L’autore nella sua narrazione non giudica mai e non si pone mai con violenza o forza su cosa sia giusto o non giusto fare affinché ognuno viva al meglio la propria vita ed è proprio in virtù di ciò che il racconto risulta delicato e rispettoso.

La delicatezza della narrazione si riflette poi sul tratto e sulle tavole di Giulio Macaione. Il tratto è visibilmente più raffinato e ormai definitivo. Linee sinuose e mai incerte accompagnano i veri protagonisti delle tavole di Stella di mare, i colori! Macaione usa per questa storia una straordinariamente bilanciata bicromia formata da sfumature di giallo e blu, intenta a ricreare tanto i tristi colori del crepuscolo, quanto la netta differenza tra le luci notturne e quelle diurne.
L’impostazione delle tavole, con l’uso massiccio ma non fastidioso di vignette in 16:9 , unita all’accompagnamento della “colonna sonora” che l’autore ha scelto per quest’opera (il titolo stesso è un riferimento ad un pezzo di Lucio Dalla), rendono Stella di mare, un fumetto molto molto vicino ad un film, e confessiamo che in redazione non ci dispiacerebbe affatto vederne in futuro un’eventuale adattamento su grande schermo.
In definitiva Stella di mare è un fumetto delicato e profondo che consacra Giulio Macaione tra i grandi fumettisti italiani contemporanei e che con un tratto pulito e attento racconta una storia semplice ma dal finale inaspettato e struggente.