Si è conclusa la terza stagione di The Boys, serie di Prime Video ispirata all’omonimo fumetto di Garth Ennis e Darrick Robertson: sarà stata capace la conclusione di soddisfare il palato dei suoi spettatori? Scopriamolo.

[Spoiler Allert: La recensione che segue contiene alcuni spoiler sulla tratta della terza stagione di The Boys e sull’ottavo e ultimo episodio “L’istante Rovente”. Consigliamo dunque la lettura solo dopo aver visto l’episodio.]

The Boys

Butcher (Karl Urban), si sta preparando allo scontro finale con Patriota (Antony Starr) nonostante la sua più grande arma contro il nemico di sempre, Soldatino (Jensen Ackles) potrebbe rivelarsi la più grande falla nel suo piano. Intanto, Latte Materno (Laz Alonso) e Starlight (Erin Moriarty) si preparano a fermare Butcher e Soldatino dal creare un vero e proprio disastro, con l’aiuto di un’alleata, Maeve (Dominique McElligott).

The Boys

 

La puntata, seppur duri solo un’ora, è piena di avvenimenti e risvolti interessanti sia per la serie che per i personaggi stessi. Butcher venuto a conoscenza della pericolosità del composto V24, decide di eliminare Hughie (Jack Quaid) dall’equazione mentre porta a termine la sua vendetta, senza sapere però che si troverà non solo ad affrontare Patriota ma anche Ryan, il figlio di Becca e Patriota. Diventerà dunque importantissimo riuscire a liberare Maeve per combattere sia Patriota che Soldatino. Lo scontro dunque prenderà una piega parecchio inaspettata mettendo i due nemici di sempre Butcher/Patriota contro Soldatino, che si rivela non solo pericoloso, ma ancora più imprevedibile del grande leader dei Sette. Lo scontro senza quartiere che ne uscirà verrà naturalmente usato come propaganda dalla Vought per mettere a tacere voci sulla scomparsa di Maeve e per ricostruire ulteriormente la figura di Patriota, figura controversa all’interno della stessa Vought, che con la nuova narrazione che muove ossia quella “di essere l’unico pulito a combattere un gioco sporco e truccato”, se vi suona familiare non è un caso. Proprio Antony Starr in questa ultima puntata, ma da anni ormai dimostra come il personaggio sia una cosa più grande di lui, interpreta non tanto una figura quanto un’ideologia, portata così all’estremo che difficilmente potrebbe trovare riscontro nella realtà, anche se, dopo il 2016, lo ha fatto ed ha creato non pochi mostri nel frattempo. Il finale, con il discorso alla massa di Patriota è come tutti i discorsi che permeano la sua “campagna politica” in questa terza stagione e mostra tutte le insicurezze dell’uomo dietro alla maschera e in questo ormai Starr è un maestro.

La serie quindi, anche in questa puntata continua il suo discorso sui media e sul loro uso per scopi politici e anche di come questi creino una narrazione che serva ai propri scopi, in questo caso: nascondere un dissidente e promuovere il loro ragazzo d’oro. Nulla che la serie non abbia già fatto in maniera anche abbastanza ampia nelle precedenti stagioni, ma che qui serve ad una trama a più lunga percorrenza, che vedrà Victoria Neumann e Patriota sempre più vicini a prendere il controllo degli Stati Uniti. I media vengono sempre di più screditati, anche negli ultimi minuti della puntata, creando una narrazione falsa anche quando dicono la verità, perché agli occhi della gente “i media li controllano loro”.

L’episodio otto è tantissime cose, molte già espresse, altre che sarebbero da trattare al centro di un saggio, ma sottolinea anche quello che è stato il grande tema della stagione, seppur passato sotto traccia e che si svela proprio nelle vesti di Soldatino ossia il rapporto padre-figlio. La rivelazione che il personaggio interpretato da Jensen Ackles sia il padre di Patriota, quindi nonno di Ryan, crea un interessante quadretto, che nell’ultima puntata mostra l’originale maschio tossico ossia Ackles, scontrarsi con quella che sarebbe la sua famiglia, famiglia che non accetta perché “debole”. Il discorso delirante molto da nonno di Soldatino produce schifo nello spettatore, ma rabbia e tristezza in Patriota. Ackles che torna in questa stagione a collaborare con Eric Kripke dopo Supernatural, ha fatto un ottimo lavoro caratterizzando questo vecchio personaggio fuori dal tempo, creando davvero un soldato  che non solo non si ritrova nel mondo attuale, ma continua a ragionare come fosse ancora negli anni ’40 quando è diventato il super di riferimento per la Vought American, istituzione che neanche più esiste ed è mutata nell’attuale Vought. Senza troppe sorprese dunque, Ackles consegna un personaggio interessante di cui non solo non abbiamo visto l’ultima ma che aggiunge qualcosa anche al rapporto tra Patriota e suo figlio, la sua mortalità. Che The Boys stia diventando un vero dramma familiare? Solo il tempo ce lo dirà, ma gli indizi già ci sono e chi conosce il fumetto potrebbe aver intravisto un possibile risvolto negli occhi di Ryan nella fine di questa puntata.

The Boys conclude la sua terza stagione con un epico scontro, che in maniera catartica fa venire a galla tutti i drammi che abbiamo visto crearsi in queste tre stagioni e aprire allo stesso tempo una interessante trama per la quarta stagione, che altro non è che la grande battaglia che i fan del fumetto ben conoscono, ma stavolta con un piglio meno edgy e più centrato come ci ha abituato la serie dalla prima stagione.

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