Il 3 aprile con Be Water Film arriva al cinema The Last Showgirl di Gia Coppola con una strabiliante performance di Pamela Anderson. Il film tratta la condizione femminile con una particolare attenzione alla percezione dell’età, alla bellezza e alla forza di trasformarsi. Il contesto in cui la protagonista si muove è quello dello spettacolo, un mondo che da sempre celebra la giovinezza e l’aspetto fisico come i criteri principali di successo. The Last Showgirl non è solo una riflessione sul declino fisico della donna nel mondo dello spettacolo; è anche una storia di resilienza, di lotta contro le aspettative sociali e di rinascita, un’odissea personale che esplora come una donna possa riprendersi il controllo della propria vita, anche quando la società sembra averle voltato le spalle. Abbiamo visto il film in anteprima e di seguito vi riportiamo il nostro parere.

Shelley è una ballerina che dopo aver lavorato per trent’anni sui palcoscenici di Las Vegas, viene licenziata perché il suo show chiude i battenti. La donna, costretta da un giorno all’altro a mettere in un baule la sua esistenza fatta di riflettori, danza e costumi scintillanti di paillettes, riprende in mano la sua vita ricostruendola pezzo dopo pezzo, un percorso di rinascita fatto di molti passi significativi e che passa attraverso il recupero di amicizie e affetti, non ultimo il difficile rapporto con la sua giovane figlia.

Al centro del film risiede un tema universale e dolorosamente attuale: quello dell’invecchiamento e della sua rappresentazione, in un mondo in cui l’aspetto fisico è spesso considerato l’unico valore di una donna, l’età diventa un giudice severo. In The Last Showgirl, la protagonista è una showgirl che si trova a un punto di rottura, un momento in cui la sua bellezza, un tempo il suo principale strumento di lavoro, sembra non bastare più nel momento della chiusura del suo show. La sua vita e la sua carriera sono sempre state determinate dal suo aspetto esteriore, dalla sua capacità di sedurre, affascinare e incantare, ma quando il tempo inizia a fare il suo corso, questo mondo che l’ha plasmata inizia a mollarla. Quello che Coppola fa è cogliere la vulnerabilità di questa condizione e la forza nascosta in una donna che rifiuta di essere ridotta a ciò che gli altri vedono in lei. La protagonista si confronta con una realtà in cui la sua bellezza non è più fonte di potere, e questa trasformazione esteriore diventa il punto di partenza di una nuova ricerca di sé. 

The Last Showgirl trova un interessante parallelo con The Substance, di Coralie Fargeat. The Substance si concentra su come l’industria dello spettacolo distrugga o consumi gli individui, The Last Showgirl si concentra sulla rinascita, sull’auto-affermazione e sulla lotta per non farsi annientare dalla sua stessa immagine. Sebbene entrambi i film si muovano in territori simili, quello di Gia Coppola porta una sfumatura di speranza che è più sottile, ma che è pur sempre presente. La protagonista non è una vittima della sua situazione, ma una donna che cerca di ridefinire sé stessa, di riconquistare la propria vita e di prendere il controllo di un destino che sembra scritto. La forza di The Last Showgirl sta proprio nel mostrare come il vero potere non risieda solo nell’aspetto fisico o nella fama, ma nella capacità di reinventarsi, di trovare nuovi obiettivi e nuovi significati. La storia diventa, quindi, una sorta di manifesto per tutte le donne che, arrivati a un certo punto della loro vita, decidono di non arrendersi, ma di combattere per il diritto a scrivere il proprio futuro. Shelley, attraverso il suo viaggio interiore, dimostra che la vera bellezza sta nel coraggio di essere sé stessi e di lottare contro le aspettative di una società che troppo spesso riduce le donne a un’etichetta superficiale.

Pamela Anderson dimostra di essere perfetta per il ruolo. La sua carriera, segnata da un’immagine pubblica legata alla bellezza fisica e alla sensualità – come la bionda protagonista di Baywatch – sembra quasi allontanarla da un ruolo drammatico e profondo. Eppure, proprio in The Last Showgirl, Anderson sorprende, rivelando una vulnerabilità e una maturità che erano rimaste in ombra nelle sue precedenti performance. La sua prova attoriale è misurata, non sopra le righe, capace di trasmettere la sofferenza di una donna che sta cercando di riconciliarsi con un passato che la definisce in un modo che lei stessa non riconosce più. Il suo volto, segnato dall’esperienza, non è  solo quello della showgirl che ha vissuto sotto i riflettori, ma quello di una donna che sta cercando di rimettere insieme i pezzi di una vita che è stata troppo spesso definita da altri. Pamela Anderson riesce a trasformare il suo personaggio da un cliché facilmente riconoscibile in una figura complessa, un simbolo di come sia possibile reinventarsi, pur rimanendo fedeli a se stessi.

Tuttavia, nonostante le sue indubbie qualità, The Last Showgirl ha anche delle debolezze evidenti. La durata del film – inferiore ai 90 minuti – appare troppo ridotta per permettere una narrazione che vada davvero in profondità. In un film che tocca temi così delicati e complessi come l’invecchiamento e la ricerca dell’identità, la brevità diventa un ostacolo significativo. La trama, purtroppo, risulta affrettata, e alcuni passaggi cruciali, che avrebbero potuto offrire una maggiore connessione emotiva con i personaggi, sono tralasciati. La mancanza di spazio per approfondire la psicologia dei protagonisti e le loro dinamiche personali rende difficile stabilire un legame forte con lo spettatore. Un’altra pecca del film è la gestione dei personaggi secondari. Nonostante siano parte integrante della storia, molti di essi appaiono solo come figure di sfondo, marginalizzate e poco sviluppate. Se The Last Showgirl vuole essere una riflessione sul mondo dello spettacolo, avrebbe potuto fare un passo in più nel delineare anche le persone che ruotano attorno alla protagonista, quelle che, pur essendo meno centrali, potrebbero offrire sfumature interessanti alla narrazione. La scelta di concentrarsi quasi esclusivamente sulla protagonista ha, di fatto, impoverito la possibilità di esplorare altre dinamiche significative che potrebbero aver arricchito la storia.

The Last Showgirl è infine caratterizzato da un’estetica forte e riconoscibile che permea l’intero film. La regia di Gia Coppola gioca con il contrasto tra il glamour e la decadenza, un gioco visivo che non è solo estetico, ma che si collega intimamente ai temi del film. I costumi sontuosi e la cura nei dettagli della scenografia contribuiscono a creare un mondo in cui l’immagine è tutto, ma anche un mondo in cui, sotto la superficie scintillante, si nasconde una profonda tristezza e una costante ricerca di significato. Tuttavia, in alcuni momenti, questa attenzione maniacale all’immagine sembra soffocare la narrazione, come se l’estetica fosse troppo preponderante rispetto ai temi trattati. La ricchezza visiva, seppur affascinante, rischia di diventare un ostacolo, oscurando la possibilità di un’esplorazione più profonda dei personaggi e delle loro emozioni. 

The Last Showgirl è un film che, purtroppo, non riesce a sviluppare pienamente il potenziale delle sue tematiche. La riflessione sulla condizione femminile, l’importanza dell’invecchiamento e la lotta per la rinascita sono temi potenti e rilevanti, ma che avrebbero beneficiato di una narrazione più profonda e di una maggiore attenzione ai personaggi secondari. Tuttavia, la performance di Pamela Anderson è un punto di forza indiscusso, così come l’estetica visiva del film. Gia Coppola riesce a raccontare una storia di riscatto e rinascita, purtroppo limitata dalla brevità e dalla mancanza di un approfondimento più completo, ma che rimane comunque un interessante esperimento sulla forza femminile e la lotta contro le convenzioni sociali.


The Last Showgirl arriva al cinema a partire dal 3 marzo con Be Water Film. Ecco il trailer italiano del film: 

RASSEGNA PANORAMICA
The Last Showgirl
7
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Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
the-last-showgirl-il-coraggio-di-essere-se-stessi-recensioneThe Last Showgirl è un film che, purtroppo, non riesce a sviluppare pienamente il potenziale delle sue tematiche. La riflessione sulla condizione femminile, l’importanza dell’invecchiamento e la lotta per la rinascita sono temi potenti e rilevanti, ma che avrebbero beneficiato di una narrazione più profonda e di una maggiore attenzione ai personaggi secondari. Tuttavia, la performance di Pamela Anderson è un punto di forza indiscusso, così come l'estetica visiva del film. Gia Coppola riesce a raccontare una storia di riscatto e rinascita, purtroppo limitata dalla brevità e dalla mancanza di un approfondimento più completo, ma che rimane comunque un interessante esperimento sulla forza femminile e la lotta contro le convenzioni sociali.

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