Russell Crowe torna sui nostri schermi con una miniserie tv basata sulla storia di Roger Ailes, The Loudest Voice – Sesso e Potere.

La serie segue Ailes (Crowe), dal 1995 quando viene lasciato senza lavoro dalla MSNBC a causa di alcune accuse e di come attraverso la creazione di Fox News per Rupert Murdoch (Simon McBurney), si sia rifatto una fama nel mondo del giornalismo Repubblicano e di come attraverso l’emittente abbia fatto la fortuna del canale grazie alla guerra in Iraq. Nella serie vedremo anche la crisi del canale durante il mandato Obama e l’avvicinarsi di Donald Trump come possibile candidato alle elezioni del 2016.

La serie basata sul romanzo di Gabriel Sherman viene narrata passando in rassegna i momenti salienti dell’ultimo decennio della vita di Roger Ailes, figura imponente del giornalismo Repubblicano degli Stati Uniti e uno dei principali responsabili dell’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti. Iniziamo dunque dal lontano 1995 quando Fox News era ancora solo un’idea ed Ailes inizia a promuovere la sua idea di giornalismo, dove se la notizia spesso non serve al potere, viene fabbricata dal potere. Ovviamente essendo una serie tv per lo più incentrata sulla figura di Ailes, il maggior screen time va proprio a lui e ben poco ci viene fatto sapere sui suoi vari collaboratori, seppur abbiano più spazio la moglie, Beth (Sienna Miller) e Laurie Luhn (Annabelle Wallis), amante del potente Ailes. Le due donne sono entrambe inizialmente dipinte come donne forti che condividono la visione del protagonista, per poi con il procedere della serie venire inglobate e distorte dalla stessa idea di giornalismo che guida Fox News sotto il suo CEO. Così come queste due donne anche i sottoposti del dispotico Ailes, come Brian (Seth MacFarlane) iniziano a venire assorbiti da questa visione distorta, inizialmente scettici, diventano con il passare degli anni, delle estensioni di Roger, non malati quanto lui, ma anch’essi ossessionati da quella parte di potere che possiedono stando nella loro posizione in Fox, creando e così manipolando le notizie quando gli conviene, anche senza Roger a dettare la storia di fondo. Questa grande macchina che è Fox News sotto Ailes viene messa alla berlina nella serie, ma non come ci si aspetta, non viene demonizzata o giustificata, viene mostrata per quello che è sin dalla sua nascita e questo traspare in ogni secondo della miniserie, i protagonisti quando fanno azioni di dubbia legittimità lo fanno per il potere e per i soldi, non per chissà quale piano malvagio, qui c’è un solo malvagio ci dice la storia, chi perde di vista l’umanità e quel qualcuno è proprio Ailes.

Abbiamo parlato molto del rapporto che questa figura ha sui suoi collaboratori, ma ben poco di quello che ha sull’intera America, in quanto CEO di Fox News, è un dispotico e pronto a tutto “giornalista” che crea e trasforma la notizia per i suo bisogni politici, tra cui quello che è il suo più grande trionfo, l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti. In tutta la miniserie, anche quando non è in scena la presenza minacciosa e seducente di Ailes si percepisce e quando è invece in scena mangia tutti in un sol boccone. La stazza di Ailes è impressionante, così come l’interpretazione di Russell Crowe che dimostra di nuovo tutta la sua grande bravura e ci fa provare ad intermittenza una sorta di connessione con Ailes per poi distruggerla appena lascia uscire il suo disgustoso lato nascosto. Il personaggio si autodefinisce un uomo dai molti lati, ma si riesce ad intravedere benissimo che non ci sono lati in Roger ma solo maschere comodamente messe e tolte a comando e ce ne si rende conto molto presto. 

La serie riesce anche a creare una bella immagine dell’America, mostrando cosa avviene a livello nazionale e poi in piccolo nel centro di Garrison, dove Ailes si è stabilito con la famiglia, vediamo dunque un cercare di liberare il buono che c’è nelle persone da parte dei “liberali” sempre nominati con disprezzo da Ailes e invece il tornare sempre a commettere gli stessi errori, fuori dalla paura, da un ricordo quasi impresso nel loro DNA che li vuole sempre pronti a combattere e non a progredire. Tutti a Garrison iniziano a seguire Ailes ed il suo pensiero trasmesso da Fox News così come il resto dell’America e proprio nel momento di maggiore vittoria si assiste alla fine alla caduta rovinosa del gigante Ailes, che però da sempre interessato all’eredità ne ha appena lasciata una indelebile nel nuovo presidente degli USA, Donald Trump.

The Loudest Voice è una storia di manipolazione della verità, di disgustosi omuncoli che modificano la realtà a loro piacimento per poter servire il potere e il loro tornaconto, non a caso tornano nella miniserie figure importanti come Dick Cheney e non solo. Showtime dimostra di saper fare quando l’idea è forte e il materiale lo permette, guardando questa serie si ha spesso l’impressione di star vedendo un prodotto di un altro network, sia per i contenuti maturi, sia per come la storia viene raccontata, senza filtri di sorta e con grandi mezzi a disposizione. Proprio per questi motivi è sicuramente una delle serie imperdibili del 2019, passate in sordina a causa dell’uscita verso la fine dell’anno e di produzioni molto più fortunate anche mediaticamente come Chernobyl di HBO o ancora Servant di Apple.

RASSEGNA PANORAMICA
The Loudest Voice
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Sono Luca, fin da piccolo mi sono interessato ai fumetti e successivamente alle serie tv, quando mi è stata data la possibilità di parlare delle mie passioni mi sono ficcato in questo progetto. PS: Ryan Ottley mi ha chiamato Tyrion non ricordandosi il mio nome.
the-loudest-voice-sesso-e-potere-nellamerica-di-roger-ailes-recensioneThe Loudest Voice è una storia di manipolazione della verità, di disgustosi omuncoli che modificano la realtà a loro piacimento per poter servire il potere e il loro tornaconto, non a caso tornano nella miniserie figure importanti come Dick Cheney e non solo. Showtime dimostra di saper fare quando l’idea è forte e il materiale lo permette, guardando questa serie si ha spesso l’impressione di star vedendo un prodotto di un altro network, sia per i contenuti maturi, sia per come la storia viene raccontata, senza filtri di sorta e con grandi mezzi a disposizione. Proprio per questi motivi è sicuramente una delle serie imperdibili del 2019, passate in sordina a causa dell’uscita verso la fine dell’anno e di produzioni molto più fortunate anche mediaticamente come Chernobyl di HBO o ancora Servant di Apple.

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