The New Pope di Paolo Sorrentino | Recensione | Speciale Venezia 76

0
The new pope paolo sorrentino redcapes
Set of "The New Pope" by Paolo Sorrentino. in the picture Jude Law and John Malkovich. Photo by Gianni Fiorito This photograph is for editorial use only, the copyright is of the film company and the photographer assigned by the film production company and can only be reproduced by publications in conjunction with the promotion of the film. The mention of the author-photographer is mandatory: Gianni Fiorito. Set della serie Tv "The New Pope" di Paolo Sorrentino. Nella foto Jude Law e John Malkovich. Foto di Gianni Fiorito Questa fotografia è solo per uso editoriale, il diritto d'autore è della società cinematografica e del fotografo assegnato dalla società di produzione del film e può essere riprodotto solo da pubblicazioni in concomitanza con la promozione del film. E’ obbligatoria la menzione dell’autore- fotografo: Gianni Fiorito.

Tra le tante anteprime andate in scena in questa edizione del Festival del Cinema di Venezia, c’è stato spazio anche per un’insolita presentazione, ovvero la nuova serie di Paolo Sorrentino, The New Pope. La serie, creata e diretta da Paolo Sorrentino per Sky Atlantic, HBO e Canal+, è la continuazione della serie 2016 The Young Pope, originariamente annunciata come seconda stagione: in realtà, sarà una storia su un nuovo Papa, sempre ambientata nella Città del Vaticano. La serie, prodotta da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Wildside e co-prodotta da Haut et Court TV e Mediapro. In Italia andrà in onda su Sky Atlantic.

La trama è ancora parzialmente avvolta nel mistero. Secondo quanto si apprende il tutto dovrebbe ripartire dopo il finale di The Young Pope. Durante un’omelia pubblica a Venezia il giovane Papa, deciso a riportare la Chiesa agli antichi fasti, sviene improvvisamente e va in coma. Da qui i cardinali decidono di nominare un nuovo Papa che prenderà il nome di Giovanni Paolo III. Più maturo e pronto a mitigare quanto imposto dal suo predecessore.

La presentazione è avvenuta in maniera decisamente anomala: anziché, come si è soliti vedere nei casi delle anteprime delle serie TV, mandare in onda il primo episodio, o i primi, della stagione, Sorrentino ha optato per presentare il secondo ed il settimo capitolo di questa nuova serie, che vede tra i protagonisti Jude Law, John Malkovich e Silvio Orlando. Una scelta che, apparentemente, ha spiazzato tutti, ma, assistendo alla visione, si può intuire il motivo. Presumibilmente questo nuovo arco narrativo avrà due sigle. Una, diversa dalla solita, con delle donne giovani e sensuali vestite da suore ed intente a ballare davanti ad una croce (la stessa che si vedeva nella prima stagione nella sala in cui il protagonista Jude Law era in coma); l’altra, dalla settima puntata in poi, è quella apparsa nel teaser di pochi giorni fa.

Nella seconda puntata si assiste ad un interessantissimo ritorno dei personaggi principali della prima stagione. E ognuno è alla ricerca del nuovo Papa. Insieme ad altri storici characters, quali Javier Camara, e alcune new entry, tra cui Maurizio Lombardi, si recano in una casa a Londra per incontrare John Malkovich, nella serie John Brannox. L’intero episodio è incentrato sulla sua figura, sul suo passato e presente. Interessanti sia le scene sul treno, sia quelle riguardanti l’interno dell’abitazione, il modo in cui Sorrentino metta in mostra gli oggetti e le persone che la compongono.

Ma la cosa più affascinante è proprio la famiglia, la storia di Malkovich, che vengono sviscerate abbondantemente e in maniera chiara, seppur con poche immagini. Si nota la voglia di raccontare la vita spirituale dell’uomo e dei suoi parenti, il rapporto con il fratello defunto, per il quale i genitori, anziani, quasi, probabilmente, centenari, pregano ogni giorno, più volte al giorno. Proprio le scene coi genitori sono d’impatto, efficaci e degne di notA. Così come il discorso che il gruppo fa a cena, incluso lo stesso Malkovich, che denota l’impegno e la capacità attoriale messa in gioco, chiaramente sopra la media.

Sorrentino, in entrambe le puntate di The New Pope, mostra una mano registica, al solito, impeccabile. E se nella scorsa stagione, di indiscussa bellezza, venivano usate troppe immagini che spezzavano la narrazione, qui ce ne sono parecchie, ma in misura inferiore. Questo per far intendere il vissuto dei personaggi, il loro futuro e ciò che li circonda. Agli spettatori dell’anteprima, ai quali non è dato sapere ciò che avviene tra l’episodio 3 e il 6, viene illustrato un breve riassunto, di cinque minuti. Il grosso interrogativo lasciato è, tuttavia, sulla prima puntata, della quale si recepisce qualcosa, ma nulla più. Una gestione abbastanza ambigua, senza dubbio Si capisce la volontà di incentrare l’anteprima su due uomini chiave, Law e Malkovich, ma era forse preferibile mostrare due puntate di fila.

È sul ritorno di Jude Law che gira l’episodio sette. L’ambientazione è sia Roma, sia la città che ospita il Festival, Venezia, ed ecco perché è stato portato alla manifestazione. D’altronde, non è la prima volta che il prodotto esibito cita la città che lo ospita, quindi ci sta ed è apprezzabile. La sigla, quella del teaser, è qui naturalmente allungata ed è fantastica a livello visivo e divertentissima a livello concettuale. Più intensa della seconda, parla anch’essa di morte, data la presenza di un ragazzo, figlio di un personaggio già apparso, che aiuta Law per evitare che si sappia che è vivo.

Parentesi comparto tecnico: fotografia impeccabile di Luca Bigazzi, scenografie magnifiche. Ci sono diverse scene decontestualizzate, alla Sorrentino, specialmente nell’episodio sette, quelle riguardanti il bambino e Law invece sono anch’esse promosse. Una, in particolare, alla fine, ha, sì, un effetto speciale non troppo riuscito, ma è potente visivamente e mostra alla perfezione ciò che si vuole esprimere.