È il 13 luglio 2015 e si sta tenendo il San Diego Comic-Con. Nell’importantissima Hall H, la sala conferenze più importante e segreta dell’intera convention, Warner Bros. sta presentando, durante il proprio panel, Suicide Squad, film di David Ayer dedicato alla Squadra Suicida della DC Comics, con nel cast attori del calibro di Will Smith, Margot Robbie e Jared Leto. L’hype per il trailer è tanto e sul web iniziano immediatamente a circolare video leaked della stessa clip, con particolare attenzione al segmento che presenta il Joker di Leto tramite la famosa frase “I’m not gonna kill you. I’m just gonna hurt you. Really, really bad”. Il pubblico e i fan sono in visibilio, perché il feeling sembra veramente incredibile. Di lì a qualche mese il film sarebbe arrivato in sala e tutta quell’attesa si tramuta in delusione, per una pellicola che non ha saputo mantenere fede alle aspettative ed ha presentato diversi problemi (a distanza di anni, si parla di una Ayer Cut, ma probabilmente è un qualcosa che non accadrà mai). Il franchise Suicide Squad sembra destinato a sparire, perché partito col piede decisamente sbagliato. Warner Bros. decide poi di cogliere la palla al balzo: si erano intavolati i discorsi per un sequel, ma i problemi di produzione erano tanti, fino a quando Disney non licenzia James Gunn da Guardiani della Galassia Vol. 3. Warner allora assume immediatamente il regista per il seguito del film di David Ayer, e Gunn trasforma la pellicola in una vero e proprio rilancio, con la manovra del soft reboot: un cast quasi del tutto nuovo, in cui trovano spazio le note più positive del precedente film e si ignorano gli eventi del primo capitolo. Sono queste le fondamenta su cui si regge The Suicide Squad – Missione Suicida, il nuovo film dedicato alla Task Force X.the suicide squad

Amanda Waller (Viola Davis) sta mettendo insieme una nuova Squadra Suicida per una missione, di estrema importanza per il governo americano, sull’isola di Corto Maltese. Tra le fila del team, veterani della Task Force X come Rick Flag (Joel Kinnaman) e Harley Quinn (Margot Robbie). In parallelo a questo gruppo, c’è un secondo distaccamento sull’isola, con a capo Bloodsport (Idris Elba) e formato anche da Peacemaker (John Cena) e King Shark (Sylvester Stallone) tra gli altri. L’obiettivo della spedizione è quello di distruggere un laboratorio scientifico in cui vengono portati avanti pericolosi esperimenti da parte del Pensatore (Peter Capaldi). Ma si sa, con la Suicide Squad l’imprevisto è sempre dietro l’angolo.

L’impressione è che, con questo The Suicide Squad, James Gunn si sia veramente tanto divertito. Prima ancora di parlare della sceneggiatura, delle scene d’azione e delle prove del cast, bisogna necessariamente parlare del regista, più che della regia. Come detto in introduzione, la scelta di operare un vero e proprio rilancio (cosa estremamente fumettistica, tra l’altro) anziché un sequel è stata presa da Gunn. Non si tratta di una cosa da niente, ma è esemplificativa del potere decisionale che ha avuto il regista all’interno di tutta la produzione del film. E tutto questo si può condensare assolutamente in due semplici parole: carta bianca. Il James Gunn di The Suicide Squad è lontanissimo da quello che ha diretto i due film dedicati ai Guardiani della Galassia per conto dei Marvel Studios. C’è qui una sorta di ritorno alle origini per il regista, che confeziona un film molto più nelle corde di Troma, ma anche in quelle di Slither e Super: una commedia, a volte ai limiti del grottesco, action che però non ha assolutamente paura di osare, soprattutto nelle scene d’azione, che non risparmiano una singola goccia di sangue e di violenza, e nel tono, che va spesso sopra le righe restando sempre, e veramente sempre, coerente con tutto l’impianto cinematografico che Gunn ha costruito appositamente per il titolo.

the suicide squadL’unica parola possibile per descrivere la regia di The Suicide Squad è “ispirata”. Senza nulla togliere alle fatiche di Gunn per Marvel, ma qui si è su livelli completamente diversi e decisamente più alti. Alcune scene sono girate in un modo così memorabile che sarà impossibile, fuori dalla sala, non ripercorrere con la mente i movimenti che fa la macchina da presa. In particolare, durante i titoli di testa c’è una sequenza veramente molto bella e ben orchestrata, in cui la steadycam è utilizzata in maniera eccelsa. Ottima anche la gestione delle scene d’azione, che forse non hanno quel ritmo frenetico che ci si può aspettare in un film con i personaggi in questione, ma sono tutte quante estremamente pulite e molto facili da seguire, nonostante la quasi totalità di esse si svolga nel caos più totale. Inoltre, in alcune di queste ci sono delle trovate geniali, una delle quali riguarda il personaggio di Harley Quinn in una improbabile (ma nemmeno troppo) versione quasi da Principessa Disney, ma su questo si tornerà più avanti.

Per quel che riguarda la storia, il film è un grosso sì anche sotto questo punto di vista. Una trama abbastanza lineare, semplice e che non riserva grossissimi colpi di scena, ma che si lascia guardare perché sfrutta alla perfezione tutti quanti i personaggi che l’autore, sempre James Gunn, aveva a disposizione in fase di stesura della sceneggiatura, riuscendo a caratterizzare tutti i figuranti, anche quelli che compaiono per pochi minuti, in maniera sufficiente tramite poche battute e linee di dialogo. Questa potrebbe sembrare una cosa quasi scontata, all’interno di un film che eccelle sotto tantissimi punti di vista, ma bisogna sempre e comunque sottolineare l’intelligenza, più che la bravura, di un autore che non lascia nulla al caso e anticipa con le risposte le domande che può farsi il pubblico in sala. E se i personaggi sono curati, non è da meno la storia: tramite un azzeccato fare da spola tra presente e recente passato, in The Suicide Squad non succede nulla off-screen e anzi, la pellicola è perfetta nel legare i vari filoni narrativi per farli confluire e intrecciare negli stessi punti quando bisogna mandare avanti lo storytelling. Il ritmo, a parte in una scena che è stata forse eccessivamente dilatata per dare un po’ più spazio in solitaria alla Harley Quinn di Margot Robbie, è praticamente perfetto e l’intero viaggio è una montagna russa di adrenalina, sangue, risate, senza però rinunciare a momenti più riflessivi su temi profondi come l’amicizia e la famiglia, affrontati nello stile di Gunn ma sotto una veste decisamente seria, che però non stona con il resto del film. Piccola nota per tutti quelli che lo andranno a vedere al cinema: il film ha una scena dopo i titoli di coda.

Buoni anche gli effetti speciali. Si erano avute good vibes già dai trailer, a dire il vero, ma la visione del film in sala non ha fatto che confermare quanto si pensava. La CGI è inserita nel miglior modo possibile, e soprattutto con King Shark è stato fatto un lavoro ottimo: il personaggio è stato ricreato in computer grafica e le sue interazioni con gli altri attori, tutti in live-action, sono estremamente solide e lo spettatore non ha mai l’impressione che qualcosa non vada in quelle scene, e Nanaue ha un discreto screen-time. Stesso discorso lo si può fare per Weasel, la donnola antropomorfa che si vede anche nei trailer e per Starro. In particolare, con quest’ultimo il film fa un lavoro superbo, riuscendo a rendere credibile, soprattutto dal punto di vista visivo, un kaiju che altro non è che una stella marina di dimensioni colossali. Buone anche le esplosioni e le fasi più concitate delle scene d’azione: il green screen è stato gestito in un modo ottimo, riuscendo a dare una grande profondità a scene che, sul set, sono girate sostanzialmente in teatri di posa.

Ovviamente, in un film come questo, è impossibile non parlare del cast. Appurato tutto ciò che si è detto qui sopra, è doveroso sottolineare come The Suicide Squad si regga tantissimo sui propri personaggi, che da un lato sono stato scritti in maniera molto soddisfacente, ma dall’altro sono messi in scena da attori che hanno dato il meglio di sé. Joel Kinnaman torna nei panni di un Rick Flag completamente diverso, più maturo e più avvezzo a ciò che deve vivere durante la missione, e l’attore è in grado di restituire al pubblico questo essere più navigato del personaggio. Amanda Waller, uno dei nomi che più usciva malconcio dal film di David Ayer, è finalmente Amanda Waller: James Gunn abbandona quella che era una versione al femminile di Nick Fury e cuce addosso a Viola Davis il personaggio che tutti conoscono tramite i fumetti. L’attrice, la cui bravura è nota soprattutto grazie a How To Get Away With Murder, mette in campo tutta la sua bravura, soprattutto nei monologhi e nei dialoghi serrati, conferendo un grandissimo pathos a tutte le battute che pronuncia, mostrando la Waller per quello che effettivamente è: una donna spietata pronta a tutto. Veramente buona anche la prova di Idris Elba, il cui personaggio ha una background story che, in realtà, ricorda molto quella del Deadshot di Will Smith, per poi venire caratterizzato in maniera completamente diversa: l’attore è stupendo nel rappresentare la riluttanza e la non-voglia di Bloodsport e in alcune scene particolari la sua mimica e le sue espressioni facciali sono stupende. Sorprendente la prova di John Cena, che con il suo Peacemaker a volte riesce veramente a rubare la scena a tutti quanti, risultando assolutamente credibile in questa versione decisamente più al limite e più grottesca di Capitan America. L’attore si trova assolutamente a suo agio e ciò è anche dovuto alla sua grande intesa con James Gunn, che ha apprezzato così tanto lavorare con John Cena da mettere in cantiere una serie dedicata proprio al suo personaggio.the suicide squad Leggermente più di contorno, ma comunque importanti e precise le prove di Daniela Melchior e David Dastmalchian, rispettivamente nei panni di Ratcathcer II e Polka-Dot Man: la prima è un po’ il collante del gruppo e l’attrice sfrutta questo fattore per creare un personaggio duro ma dal cuore tenero, con quest’ultimo elemento mostrato soprattutto nelle scene condivise con Taika Waititi; per il secondo non si dirà nulla, se non che la scrittura di James Gunn e l’interpretazione di Dastmalchian sono riuscite a rendere interessanti un personaggio che, letteralmente, spara dei pois dal proprio corpo. Un po’ più complesso il discorso che va fatto su Harley Quinn. Innanzitutto va detto che, come al solito, Margot Robbie è bravissima e si gode ogni scena in cui il suo personaggio va anche leggermente sopra le righe, con modulazioni della voce, sorrisi e sguardi. The Suicide Squad ha deciso di puntare molto di più sulla Robbie come attrice di talento e conferire così spessore ad Harley, piuttosto che indugiare più volte sul suo aspetto fisico. Ciò che va evidenziato è che forse l’ex dottoressa Harleen Quinzel è l’unica imposizione di Warner Bros. a Gunn, infatti la sua presenza e le sue azioni non fanno mai andare concretamente avanti la storia. In questa pellicola Harley è più un ciclone che sfiora gli eventi che si stanno raccontando ed ha un proprio micro-cosmo che però riesce ad integrarsi benissimo con il resto della trama. In ogni caso, tutte le sue scene sono particolarmente divertenti, una d’azione in particolare e la Robbie buca come sempre lo schermo. Poco da dire sugli altri componenti del cast: come detto, anche chi ha poco spazio, fa un buon lavoro anche grazie all’ottima sceneggiatura. Menzione d’onore per King Shark: la DC Comics ha messo sul grande schermo il suo Groot e Sylvester Stallone, per assurdo, sembra veramente la scelta più azzeccata per il doppiaggio.

The Suicide Squad – Missione Suicida è un enorme, e pressoché perfetto, concerto. E come ogni concerto che si rispetti, c’è un direttore d’orchestra a dirigere tutto quanto, ossia James Gunn. Il regista fa centro praticamente sotto ogni aspetto e, al netto di alcune piccolissime sviste, che in un film così massiccio sono quasi fisiologiche, ne vien fuori un prodotto confezionato nel migliore dei modi, in grado di intrattenere ma soprattutto divertire per tutta quanta la sua durata, persino nei momenti in cui magari per alcuni in sala il ritmo potrà essere eccessivamente diluito per qualche minuto. Comparto registico, tecnico, prove del cast, sceneggiatura: sono tutti elementi gestiti con grandissima cura da parte di un regista che per prima cosa si è divertito nel girare questo film. Tornando alle origini, Gunn ha unito lo stile dei lavori che lo hanno fatto conoscere al grande cinema al genere supereroistico: l’action-comedy e il grottesco incontrano quindi le tute colorate, gli equipaggiamenti esagerati e un’estrema dose di adrenalina. Il risultato è proprio The Suicide Squad – Missione Suicida, ad oggi sicuramente il miglior film di quello che è, o non è più, il DC Extended Universe. E, inutile dirlo, è già un must see.


The Suicide Squad – Missione Suicida è disponibile al cinema, in anteprima, a partire da lunedì 2 agosto. Di seguito, il trailer ufficiale del film:

RASSEGNA PANORAMICA
The Suicide Squad - Missione Suicida
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Il mio primo film visto al cinema è stato "Dinosauri" della Disney, il mio primo libro "La fabbrica di cioccolato" e il mio primo videogioco "Tip Top - Il mistero dei libri scomparsi". Nel 2002 mi sono innamorato di Spider-Man e nel 2008 del grande schermo, grazie a "Bastardi Senza Gloria". Parlerei per ore di cinema, serie tv e fumetti. Sto aspettando la quinta stagione di "Sherlock".
the-suicide-squad-di-james-gunn-pronti-a-morire-per-salvare-il-mondo-recensioneOgni concerto che si rispetti ha il proprio direttore d'orchestra. Ebbene, The Suicide Squad trova il suo punto di riferimento proprio in James Gunn, principale artefice di quello che è già un grandissimo successo di critica e che probabilmente sarà lo stesso anche per il pubblico. Il regista, lo si nota, ha avuto assolutamente carta bianca e questo ha portato unicamente risultati positivi: il film eccelle praticamente sotto ogni punto di vista e le sbavature sono praticamente impercettibili, sicuramente lo saranno al grande pubblico. La regia è ispirata e originale, la sceneggiatura funziona sotto tutti i punti di vista, l'azione è coinvolgente e gli attori sono tutti in parte. Infine, il tono del film è perfetto per la storia e l'atmosfera che si voleva portare sul grande schermo. The Suicide Squad - Missione Suicida è un gigantesco, più o meno quanto una stella marina aliena, sì!

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