Reinventare un’icona: Tim Drake ed il vero significato di un reboot

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Vi è mai capitato di uscire a mangiare e di scoprire una pietanza, così buona, da spingervi a riprodurla nella vostra cucina? Comprate gli ingredienti, buttate giù un paio di righe su un pezzetto di carta, per ipotizzare dosi, tempi di cottura ecc…ma per quanto sembri tutto ben fatto, qualcosa non va, non sapete cos’è, ma rovina tutto l’insieme e l’unica soluzione è gettare tutto e ricominciare, oppure, cambiare del tutto ricetta…

Sì, sto scrivendo all’ora di pranzo, senza nulla da mangiare in casa, ma sto anche cercando di creare un’efficace metafora di quello che è l’argomento di questo articolo: come e perché un personaggio iconico va rinnovato?

Per rispondere a questa domanda potremmo iniziare uno sproloquio sul tempo che passa (che poi non è manco una brutta idea, me la segno per il futuro…), oppure sulla necessità di far evolvere una determinata tipologia di personaggi una volta raggiunto un traguardo nel loro sviluppo personale…Ma preferisco farla mooolto più semplice raccontandovi una storia che risponderà a queste e ad altre domande:
Nel 1984 Dick Grayson, ormai cresciuto, lascia la Wayne Manor e parte per l’università, per tanto, Robin comparirà sempre meno al fianco di Batman e sempre più come personaggio a sé stante o come leader dei Teen Titans (in qualità di “nonno” buca palloni del gruppo), ed è proprio sulle pagine di “Tales of the Teen Titans” n° 44 che Richard (si, Richard John Grayson detto “Dick”, segnatevelo sugli appunti del telefono) cambia identità segreta, abbandonando il costume del “ragazzo meraviglia” per diventare Nightwing (da pettirosso a sparviero, manco fosse un Pokémon).

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Ovviamente tutti preferiamo il costume class…ehm, no, come non detto, meglio così…

Dunque uno dei personaggi più iconici del fumetto (la “super-spalla” per eccellenza) esce di scena, lasciando un vuoto notevole, sia dal punto di vista narrativo che da quello editoriale.

tim drakePer tanto al fianco di Batman non vi era più una presenza fissa e ciò deve aver spaventato la DC che, temendo una risposta negativa dai lettori, si pose una domanda: come sostituiamo Dick Grayson? All’epoca dovevano essere a corto di idee, dato che la risposta evidentemente fu “Eh, ovvio, con un altro Dick Grayson!” Eh già, perché il nostro buon Jason Peter Todd appare ben un anno prima di Nightwing, come esatta copia del buon vecchio (hard) Dick: in Batman n° 357 (del 1983 ad opera di Gerry Conway e Gene Colan) Jason appare come figlio di circensi uccisi da Killer Croc, egli finisce sotto l’ala (da pipistrello) di Batman e qualche albo più tardi (Batman n°368) riceve la benedizione di Dick a rilevare la sua vecchia identità segreta, diventando così il secondo Robin.

Qualcosa non vi torna? Forse voi avevate memoria di un Jason Todd ladruncolo di strada, figlio di uno sgherro di Due Facce (Willis Todd) rimasto ucciso per aver tentato di fregare il suo capo?

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Crisis on Infinite Earths

Beh, avete ragione, infatti dopo la saga “Crisis on Infinite Earths” (1985/’86), che coinvolse tutto l’universo DC, la storia di Jason fu riscritta (o reboottata), ma ciò non bastò a farlo piacere ai lettori che, tramite sondaggio telefonico (no, non sto scherzando), decretarono, nel 1989, la morte del secondo Robin (i fan americani della DC non avevano un cuore).

Ora, fin dal titolo si è parlato di rinnovare e reinventare un’icona del fumetto, ma fin ora vi ho parlato di un personaggio fotocopia e di un tentativo blando di rinnovo fallito già in partenza in quanto poco accattivante, quindi direi che è il momento di arrivare al succo del discorso, parlandovi di Tim Drake:

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La Bat-solitudine è una brutta bestia…

Timothy Jackson Drake (creato da Marv Wolfman e Pat Broderick) appare per la prima volta come Robin nel n° 457 di Batman (Dicembre 1990) e sopperisce al vuoto lasciato dal personaggio di Jason Todd dopo la saga “A Death in the Family”(1989), tale vuoto era sentito più dalla DC stessa che non dai lettori (che ricordo essere i veri fautori della morte di Jason Todd) che, affascinati dal film “Batman” di Tim Burton (1989), volevano un cavaliere oscuro più solitario.
Il terzo Robin quindi non nasce esattamente sotto una buona stella, tuttavia Marv Wolfman e Pat Broderick imbroccano la via vincente, creando un personaggio diverso da (huge) Dick e Jason, infatti Tim, dopo aver visto morire i Flying Graysons nell’incidente causato dal boss Zucco (si, quel dannato circo è una fabbrica di vigilanti-bambini vestiti da elfo natalizio), dedica gli anni successivi ad affinare le sue abilità da detective, fino a capire, da solo, la vera identità di Batman e Nightwing, e a localizzare la Bat-caverna (cioè, mica pizza e fichi, eh!).
tim drakeIn breve, l’apprendistato di Tim ha inizio. Durante l’addestramento in Europa, egli affronta da solo Re Serpente e Lince, per poi tornare a Gotham dove (sempre da solo) sconfiggerà il Joker (un altro trancio di pizza coi fichi, grazie ), Tim inoltre rimarrà al fianco di Batman anche durante la saga “Knightfall” (1993-1995) nella quale il cavaliere oscuro viene impersonato prima da Azrael e poi da (ho finito gli aggettivi per cui non farò più analogie con il pene) Dick Grayson, in attesa della guarigione di Bruce Wayne (che Bane aveva rotto in due). A Tim si deve anche la fondazione del gruppo “Young Justice” e della nuova formazione dei Teen Titans.

Insomma, una carriera niente male per il nuovo pennuto di casa DC, ma non è finita qui, perché nell’ormai lontano (ma neanche tanto) 2009, Batman “““““muore””””” e durante la saga “Battle for the Cowl” Dick diventa il nuovo (temporaneo) cavaliere oscuro, per tanto, dato che Robin deve sempre essere l’allievo di Batman e non un suo pari, Tim viene sostituito da Damian Wayne e pertanto assume l’identità di Red Robin, divenendo un personaggio nuovo e indipendente.

In tempi più recenti (“Futures Ends” 2014/’15) abbiamo visto Tim vestire temporaneamente i panni del Batman del futuro, al posto di Terry Mcginnis, così, tanto per far capire quanto fosse fico…
Tim è attualmente uno dei protagonisti di “Rise of the Batmen”, uno degli archi narrativi dedicati a Batman interni al nuovo progetto editoriale “Rebirth” della DC.

tim drakeBene, penso di avervi dato un’idea abbastanza buona del perché Tim Drake sia un’icona ben rinnovata, sia dal punto di vista del marketing che da quello “narrativo” (sul quale probabilmente mi sono fin troppo dilungato), ora, è il momento di tirare le somme, perché potremmo parlare di altri mille casi in cui un personaggio ha subito un trattamento simile a quello di Robin, ma allo stesso tempo potremmo trovare altrettanti esempi in cui un rinnovo è invece la scusa per tornare alle origini del personaggio stesso o in cui, semplicemente, un rinnovo non è mai stato necessario. Da cosa sia dovuto tutto ciò, non è facile dirlo, di certo non esiste una “ricetta” (no, non ho ancora mangiato) per il perfetto reboot, così come non ne esiste una per creare un personaggio perfetto, semplicemente (ma neanche tanto) arriva un momento in cui una commistione di fattori, come il cambiamento dei gusti del lettore medio, una scelta editoriale legata ad un crossover multi-testa o altri ancora, decretano o meno la necessità di un cambiamento del quale, però, non è possibile prevedere l’efficacia, per tanto occorre tirare le somme a giochi fatti perché solo allora sarà possibile capire cosa è andato storto e cosa no.

E detto ciò, dato che per dire che Red Robin è fico son partito da circa 10 anni prima della sua creazione, penso sia davvero il caso di chiudere e di ordinare una pizza.