É raro che il pubblico italiano aspetti con ansia di vedere un film di produzione italiana, ci sono pochissimi casi e raramente i film così attesi riescono pure nel compensare con dei buoni incassi. Esiste però un’eccezione alla regola che concilia attesa e successo da ormai dieci anni, ovvero Checco Zalone. Il comico, uscito da Zelig nel 2005, ha iniziato la sua carriera cinematografica con il film Cado dalle Nubi nel 2009, ed è stato in grado di incassare, alla sua prima apparizione cinematografica, ben 14 milioni di euro. Da quell’esordio la sua carriera é decollata e, ad oggi, il comico pugliese ha all’attivo con questo cinque lungometraggi, tutti con lo stesso Zalone come protagonista, in grado di riuscire a generare, fino a Quo Vado? del 2016, ben 175 milioni di euro, una cifra incredibile, mai vista in Italia, e le aspettative per il suo nuovo lavoro, Tolo Tolo, sono altrettanto alte.

La forza di questo comico che, film dopo film, riesce a fruttare incassi sempre maggiori é dovuta al fatto che dopo il suo secondo film, Che bella giornata, ha deciso di non mostrarsi neanche più in televisione, e comparire solamente nei suoi lungometraggi che escono a distanza di almeno tre anni uno dall’altro o, come in questo caso, dopo quattro. Questo fa si che il pubblico sia ogni volta più curioso, perché Checco Zalone è un personaggio unico e spesso imprevedibile. Altro dettaglio interessante  è il fatto che, per questo suo ultimo lavoro, Tolo Tolo, è stato deciso di non pubblicare neanche un trailer, ma solamente un videoclip musicale diviso in vari minutaggi (15,30,60 secondi e 3 minuti), e questo videoclip è anche completamente scollegato da quello che vediamo poi nel film, nessuna delle immagini che abbiamo visto spoilera qualcosa che vedremo in sala. Questa scelta è intelligente, perché così si evita di mostrare immagini che potrebbero rovinare la visione e soprattutto si evita di mostrare le battute di punta del film in 2 minuti di trailer.

Ovviamente non tutti possono permettersi il lusso di trailer del genere, anzi forse è l’unico a poter fare qualcosa di simile e incassare tantissimo, qualunque altro film italiano, senza un trailer di un certo tipo, probabilmente rischierebbe un flop enorme. “Immigrato”, la canzone che si sente nei titoli di coda, nel giro di poche settimane é diventata un fenomeno virale in rete, facendo milioni di visualizzazioni e facendo discutere moltissimo tante persone, accusando Zalone di razzismo contro gli immigrati e le persone di colore, mentre ovviamente non può essere altro che l’esatto contrario. Perché poi l’immigrato che compare nel video compare in solo tre brevi scene in tutto il film, non è minimamente un protagonista vero e proprio come si potrebbe immaginare. Eviteremo ovviamente di parlare nel dettaglio della trama, visto che la produzione ha deciso di evitare di diffondere qualsiasi dettaglio.

Dopo aver lavorato a stretto contatto con Gennaro Nunziante, Zalone decide di diventare anche regista, e incredibilmente questa cosa funziona alla grande, perché Tolo Tolo ne esce con una regia non potente e impegnata, ma si vede che c’è un gusto per le immagini che gli altri film non avevano minimamente. Anzi, dove gli altri film erano proprio anti-cinematografici, questo ha anche delle buone trovate visive: certo, non tutto è riuscitissimo ma diciamo che buona parte del risultato è una boccata d’aria fresca visto che spesso le commedie italiane non eccellono per quanto riguarda l’aspetto prettamente visivo. È anche interessante che Zalone si firmi con il suo vero nome, tanto che molti che conoscono solo il suo nome d’arte non sapranno che in realtà si chiama Luca Medici. In Tolo Tolo c’è anche incredibilmente una grande dose di cinema, citato tramite delle inquadrature e mostrato attraverso delle immagini di vecchi lungometraggi. Il tutto grazie ad uno dei co-protagonisti, Omar, interpretato da Souleymane Silla, personaggio ispirato ad una persona realmente esistita. Grazie al suo amore per il cinema possiamo infatti vedere spezzoni di Mamma Roma di Pasolini, mentre vengono citati capolavori epocali come Sentieri Selvaggi di Ford o Il Té del Deserto di Bertolucci. Oltre alle citazioni cinematografiche si osa anche molto sul lato di scrittura, visto che la sceneggiatura che lo stesso attore e regista ha scritto, assieme a Paolo Virzì (che da quel che é stato detto in conferenza sembra il principale ideatore del film), é diversa dalle sue solite commedie di stampo prettamente umoristico, un aspetto che risalta perché, rispetto ai suoi predecessori cinematografici, c’è una grandissima e forte critica sociale, diversa da quanto visto in Quo Vado?, meno esagerata, ma più diretta e con punte di drammaticità, tutte caratteristiche che, a seconda del pubblico, potrebbero essere viste come problematiche o punti di forza.

Buona parte della pellicola è stata girata in Africa e sia gli attori che hanno le parti più grandi, sia le situazioni che vediamo sono relative al continente: per rendere tutto più “crudo” vengono inoltre mostrate alcune sparatorie, decisamente qualcosa di inusuale per un film di Zalone. E questo è forse il primo grande problema del film: rispetto ai primi lavori questo, come in parte il precedente, cercano di far ridere lo spettatore mettendo in scena battute che non sempre raggiungono il proprio scopo. In Tolo Tolo, questo tipo di comicità è molto presente, ed il risultato è un tentativo, non sempre riuscito, di far ridere su situazioni drammatiche; in questo si è forse un po’ troppo esagerato , e quasi certamente non tutti resteranno soddisfatti da questa deriva semiseria. C’è da dire che, visto il tema portante del film, è anche abbastanza comprensibile il non trovarsi di fronte ad un concentrato di comicità e, a volte, in situazioni che possono sfociare in facile retorica.
Molto simpatici e divertenti invece sono i cameo che vedono protagonisti celebrità del calibro di Nichi Vendola, Enrico Mentana e Massimo Giletti.

Tra i difetti più notevoli di questa pellicola, però, non possiamo non segnalare una certa confusione nella sceneggiatura: diversi spunti lanciati durante il film non vengono conclusi, ed il finale, realizzato come un cartone animato, non è decisamente quanto di meglio si possa trovare in circolazione.

In sostanza, Tolo Tolo di e con Checco Zalone è un film sia positivo che negativo, tratta un argomento decisamente delicato e divisivo, ma che non viene approfondito appieno. Il livello tecnico, anche grazie al budget, è buono, ma tutto questo non basta a compensare una sceneggiatura a volte scombinata, un film che sembra voler far ridere ma non ci riesce quasi mai per la natura stessa delle tematiche affrontate, che difficilmente possono far ridere. Sarà interessante capire come il pubblico accoglierà la pellicola e se Zalone con Tolo Toloriuscirà a battere i suoi fortunatissimi lavori precedenti.


Tolo Tolo, il nuovo film di e con Checco Zalone, uscirà nelle sale italiane il prossimo 1° Gennaio 2020. Di seguito potete visionare il video di “Immigrato”, la canzone che anticipa l’uscita della pellicola:

RASSEGNA PANORAMICA
Tolo Tolo
6,5
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Ho 23 anni, vivo a Perugia e studio a Roma. Dirigo, scrivo e produco cortometraggi per la Nostalghia Prod., società di produzione da me creata e diretta. Ho all' attivo 16 cortometraggi diretti da me, oltre che altri 16 solamente prodotti. Scrivo e collaboro per RedCapes.it da Gennaio 2019.
tolo-tolo-il-nuovo-film-di-checco-zalone-recensioneTolo Tolo di e con Checco Zalone è un film sia positivo che negativo, tratta un argomento decisamente delicato e divisivo, ma che non viene approfondito appieno. Il livello tecnico, anche grazie al budget, è buono, ma tutto questo non basta a compensare una sceneggiatura a volte scombinata, un film che sembra voler far ridere ma non ci riesce quasi mai per la natura stessa delle tematiche affrontate, che difficilmente possono far ridere. Sarà interessante capire come il pubblico accoglierà la pellicola e se Zalone con Tolo Toloriuscirà a battere i suoi fortunatissimi lavori precedenti.

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