Ci siamo! Dopo due mesi intensissimi e carichi di contenuti a tema Star Wars, The Mandalorian è arrivato al suo finale di stagione. Precediamo dunque all’analisi e all’approfondimento dei temi che più ci hanno colpito di questo ottavo e ultimo episodio della prima stagione di The Mandalorian, augurandoci nel frattempo che i nostri speciali vi siano stati d’aiuto o vi abbiano anche solamente intrattenuto.

Ovviamente, come già scritto per i precedenti speciali, l’articolo è pieno zeppo di SPOILER, dunque vi sconsigliamo di proseguire con la lettura se ancora non avete avuto modo di vedere l’episodio in questione.

Tag & Bink

In quanti avrebbero gioito nel sentire i due esploratori imperiali d’inizio puntata chiamarsi fra loro con nomi tipo “TG-215” o “BNK-37“? Siamo abbastanza sicuri infatti, che a Taika Waititi e Jon Favreau, rispettivamente regista e scrittore della puntata, siano almeno venuti in mente gli assaltatori imperiali più goffi e buffi della galassia. Tag e Bink non sono più ormai parte del canone di Star Wars, e probabilmente non ne hanno mai nemmeno fatto parte sul serio, ma rimangono comunque due personaggi interessanti e divertentissimi, che sarebbe piacevole veder ricomparire un giorno da qualche parte tra i prodotti del nuovo canone ufficiale. Ad ogni modo, la scena d’apertura dell’episodio, quella nella quale i due esploratori scambiano due chiacchiere, appoggiati alle loro speederbike, mentre si riposano durante il lavoro, è semplicemente stupenda! Quando gli assaltatori mostrano la loro umanità è sempre un momento speciale per i fan di Star Wars, abituati da sempre a vedere in loro degli anonimi esecutori di ordini. Da notare che comunque, per quanto divertenti e decisamente poco abili con i blaster, i due rimangono comunque dei soldati ciecamente obbedienti e senza cuore. In più momenti non esitano nel colpire violentemente il bimbo indifeso che hanno rapito e non si fanno scrupoli su cosa voglia fare di lui il loro superiore.

Per dovere di cronaca, ci tocca segnalare che Tag e Bink sono apparsi in una guida ufficiale al film Solo: A Star Wars Story, ma la loro scena nel film è stata tagliata, perciò a nostro avviso, non sono ancora considerabili parte del canone.

Spettro del passato. La mano del Moff Gideon

I cattivi sono da sempre i personaggi più affascinanti ed interessanti dell’universo di Star Wars, e il personaggio del Moff Gideon è un buon incrocio tra due dei cattivi più iconici e temuti di Guerre Stellari. Con un po’ del Gran Moff Tarkin e un po’ del Grand’Ammiraglio Thrawn, l’ex membro dell’Ufficio di Sicurezza Imperiale, il Moff Gideon, è un personaggio intelligente e carismatico. Nell’episodio conclusivo di questa prima stagione in particolare, vediamo Gideon ricorrere ad una tattica che è proprio il fulcro dell’intera carriera militare del Grand’Ammiraglio Thrawn, tanto nel legends quanto nel canon. Thrawn era infatti convinto, che per ottenere la vittoria in guerra, si dovesse conoscere al meglio il proprio nemico. E così fa Gideon. Il Villain interpretato da Giancarlo Esposito infatti, provoca i protagonisti riaprendo vecchie ferite del loro passato. Nello specifico, egli fa riferimento alle origini alderaniane di Cara Dune e ai suoi compagni caduti durante la guerra civile galattica, e al vero nome del mandaloriano, Din Djarin, e ai mandaloriani uccisi dall’Impero, durante la notte delle mille lacrime, durante la grande purga mandaloriana.

La via di Din Djarin

Rimasto orfano durante le Guerre dei Cloni, e cresciuto secondo il credo di Mandalore da un membro dei terroristi della Ronda della Morte, Din Djarin ha ormai fatto suo il credo in tutto e per tutto, diventando adesso il padre del trovatello, almeno fino a quando quest’ultimo non avrà compiuto la maggiore età o non sarà stato restituito al suo popolo. Ah… La cosa più interessante è che secondo il credo di Mandalore, Din dovrebbe anche addestrare “Baby Yoda” secondo le tradizioni mandaloriane. Ve lo immaginate quel bimbo con l’armatura mandaloriana che si adatta alle sue orecchie? Ho Parlato.

Il re di Mandalore

Quella impugnata da Gideon durante l’epilogo dell’episodio, è la leggendaria Darksaber, la particolarissima spada laser di Tarre Vizsla, unico (ad oggi) jedi originario di Mandalore. La spada poi, a seguito della tanto misteriosa quanto antica guerra tra Jedi e mandaloriani, è stata tramandata tra i membri più importanti del clan Vizsla, fino ad arrivare, in tempi più recenti, nelle mani di Pre Vizsla, di Darth Maul, di Sabine Wren, di Bo-Katan, ed infine proprio del Moff Gideon. Proprio il titolo di Moff, assegnato agli ufficiali militari dell’Impero che amministrano e comandano un determinato settore della galassia, oltre al possesso della Darksaber, ci fanno immaginare che Gideon possa essere stato, dopo gli eventi di Mandalore visti in Star Wars Rebels, il responsabile della purga mandaloriana e dell’eventuale uccisione di Bo-Katan, ultima regnante mandaloriana di cui siamo a conoscenza e ultima proprietaria della Darksaber.

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