Quando nel 2018 è arrivato al cinema Venom, ai fan del personaggio o, in generale, ai lettori del fumetto è stato chiesto uno sforzo quasi imprevedibile e impensabile: accettare una origin story del simbionte di casa Marvel che non comprendesse nella narrazione la presenza di Peter Parker, Spider-Man e tutta la parte in cui il simbionte prima di accasarsi dentro Eddie Brock appunto trascorresse un periodo con l’Uomo Ragno. Non a caso l’esser stato il costume di Spidey fa mantenere a Venom anche l’aspetto di una sorta di Spider-Man, con quegli occhi bianchi caratteristici e, nei fumetti, chiaramente ispirati alla maschera del Ragno. La curiosità e la voglia di vedere il personaggio nuovamente sul grande schermo, dopo la comparsa in Spider-Man 3 di Sam Raimi, portarono i fan, chiaramente comunque non pienamente convinti, a fare questo “sacrificio”. Il risultato non fu dei più riusciti ma alla fin fine il film di Ruben Fleischer, nel complesso, riusciva ad intrattenere. Quest’anno è arrivato il momento di Venom: La Furia di Carnage, sequel diretto questa volta da Andy Serkis. Sony ha deciso di calare già dal secondo film l’asso, mettendo in campo, come da titolo, Carnage, interpretato da Woody Harrelson. Il timore, anche per la nuova pellicola, era tanto, soprattutto perché il simbionte antagonista è un personaggio estremamente amato dai fan dei fumetti inclini ad apprezzare i classici villain freak. Le paure saranno state fondate oppure no?

Dopo gli scontri con Riot, Eddie Brock (Tom Hardy) cerca di ricostruire la sua vita come giornalista, ancora in compagnia di Venom, il simbionte che si credeva fosse scomparso nell’esplosione. Il rapporto tra i due non è idilliaco, anche perché l’alieno vorrebbe nutrirsi di cervelli umani ed Eddie è contrario. Il cammino dei due si incrocerà con quello di Cletus Kasady (Woody Harrelson), serial killer destinato alla pena di morte proprio a causa di un’inchiesta portata avanti da Brock. Un giorno, durante una visita in prigione, in qualche modo parte del simbionte finirà dentro Kasady, portando alla nascita di Carnage: i due bramano vendetta verso Eddie e Venom, e la furia di Carnage getterà nel caos la vita dei due.

VenomVenom: La Furia di Carnage è, purtroppo, un film insufficiente. Il film cade negli stessi difetti del primo film e, seppur riuscendo in qualche modo ad ovviare in qualcosa, non riesce a sbarazzarsi del problema più grande: il tono completamente sbagliato. In un certo senso, non è nemmeno colpa di questo o del film precedente. Ormai il pubblico dovrebbe aver capito che non sempre i personaggi dei fumetti al cinema rispettano le controparti cartacee. Ma qui l’abisso è veramente troppo grande e troppo profondo: per un personaggio iconico come Venom, un antieroe, è difficilissimo togliersi dalla testa quelle atmosfere dark, quasi gotiche, per lasciar spazio alla commedia. Sotto questo punto di vista, inoltre, sembra quasi assurda la scelta di mettere in cabina di regia Andy Serkis, che ha improntato ulteriormente il titolo verso la commedia, rendendo (dispiace usare determinati termini quando si parla di un film) insopportabili i siparietti tra Eddie e Venom. Peccato, perché il film ha anche un paio di chicche niente male, come il discorso inerente all’appellativo di Protettore Letale, dicendo a tutti quelli che si lamentano dell’aver fatto diventare Venom un personaggio “buono” che è dagli Anni Ottanta che il simbionte è perlopiù un antieroe. Ma, purtroppo, si tratta di una goccia in un mare di cose che non vanno.

Un’altra scelta intelligente sta nel ridurre all’osso la complessità della trama: non ci sono più esperimenti illeciti o complotti. Venom: La Furia di Carnage, dal punto di vista di Cletus Kasady, è una semplice revenge story e sicuramente il ritmo del film ne giova rispetto al precedente titolo, perché sostanzialmente ci si ritrova a novanta minuti di azione continua, ma il tutto è intervallato da scene decisamente poco divertenti e dialoghi senza troppo senso e forzati, oltre che a contraddizioni interne e buchi di trama. Insomma, elementi a cui già il primo film aveva abituato ma che in questo caso spiccano di più, probabilmente per via della semplificazione della trama di cui sopra. Anche l’essere una revenge story viene poi mandato in fumo nel finale da una serie di dialoghi, ma non si scenderà nei dettagli per evitare spoiler.

Ciò in cui il film è migliorato sensibilmente, ed è un bene per tutta quella fetta di pubblico che non viene dai fumetti e che quindi probabilmente riuscirà a godersi Venom: La Furia di Carnage come un qualsiasi film d’azione, sono le scene d’azione: sono tante e sono tutte realizzate abbastanza bene a livello di coreografie. Viene messa da parte la confusione visiva del primo film (che nel 2018 era percepibile già dai trailer), per fare spazio a scene probabilmente meno complesse in alcuni frangenti ma che risultano comunque molto belle e coinvolgenti da vedere, in particolare quasi tutta quella immediatamente successiva alla nascita di Carnage e tutto lo scontro finale tra il villain e Venom. Quest’ultimo in particolare è anche montato molto bene, in maniera serrata e, al netto di alcuni deus ex-machina di bassissimo livello, riesce a tenere con gli occhi incollati sullo schermo.

Buona anche la CGI. Non si sta parlando di qualcosa che farà urlare al miracolo cinematografico, ma anche in questo caso siamo davanti ad un piccolo miglioramento rispetto al primo film: gli effetti visivi sono nella media e il grande pubblico non storcerà il naso.

Dal punto di vista delle interpretazioni attoriali, Tom Hardy continua a non convincere in questa veste da attore da commedia. Nella sua carriera l’attore ha abituato gli spettatori a ruoli più drammatici e si fa veramente fatica a vederlo interagire e bisticciare con una massa aliena informe o si è quasi annoiati dal ripetersi della solita gag di lui che, sostanzialmente, parla da solo davanti ad altra gente. Buona a metà la prova attoriale di Woody Harrelson invece, che è sì a suo agio con personaggi sopra le righe, ma questo Cletus Kasady è così inconsistente che anche l’attore fa fatica a trasmettere l’anima del serial killer con la sua performance. Rimane il grande rammarico di non aver potuto vedere un attore azzeccato interpretare una versione più fedele al personaggio dei fumetti. Inoltre, anche con Kasady e Carnage il film ripropone la modalità di dialogo già vista tra Eddie e Venom: il film punta molto sulla tematica della compatibilità/simbiosi, ma il killer e il simbionte rosso sono quasi due entità slegate e si fatica a capire il perché di una scelta del genere. Gli altri personaggi, interpretati da Michelle Williams, Reid Scott, Naomie Harris e Stephen Graham hanno uno screentime così ridotto che sono poco più che comparse e/o deus ex-machina, come già detto.

venomDiscorso a parte merita la scena dopo i titoli di coda. Senza incedere negli spoiler, si può dire semplicemente che, ad oggi, è probabilmente l’unico motivo per cui un amante dei cinefumetti potrebbe andare a vedere questo film in sala. Resta da capire come il tutto verrà sviluppato e che peso avrà per il futuro del personaggio, ma è sicuramente qualcosa di interessante. E, ancora una volta, dispiace dirlo, di ben più interessante dell’ora e mezza che precede questa manciata di minuti. E l’impressione, con un pizzico di malizia, è che Sony fosse consapevole di tutto questo, lasciando dunque proliferare i leak e i post su questa scena su internet, arrivati sui social proprio a ridosso dell’uscita statunitense del film.

Quindi, Venom: La Furia di Carnage è un film che non riesce minimamente a convincere. Il pubblico non lettore dei fumetti potrebbe anche trovare qualcosa di positivo nella pellicola, ma anche in questo caso ci si ritrova davanti ad una sceneggiatura debole e contraddittoria, con personaggi estremamente piatti e veramente poca ambizione nel voler raccontare qualcosa che potesse essere minimamente coinvolgente a livello narrativo. Se a tutto questo si aggiungono i problemi legati alla non attinenza con il mondo dei fumetti, ecco che la frittata è fatta. Andy Serkis cerca di nascondere questi elementi negativi con un montaggio incalzante e una serie di scene d’azione che effettivamente sono ben realizzate, anche grazie all’uso di una discreta CGI, ma questo tappeto non è sufficientemente grande per tenere sotto di sé tutto ciò che non va in questo film. Venom: La Furia di Carnage è una pellicola che entusiasmerà pochi spettatori e il cui futuro probabilmente dipende da come verrà sviluppata una scena dopo i titoli di coda che, per assurdo, probabilmente ha più valore di tutto il film che l’ha preceduta.


Venom: La Furia di Carnage è disponibile da oggi al cinema. Di seguito, il trailer ufficiale:

RASSEGNA PANORAMICA
Venom: La Furia di Carnage
5.5
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Il mio primo film visto al cinema è stato "Dinosauri" della Disney, il mio primo libro "La fabbrica di cioccolato" e il mio primo videogioco "Tip Top - Il mistero dei libri scomparsi". Nel 2002 mi sono innamorato di Spider-Man e nel 2008 del grande schermo, grazie a "Bastardi Senza Gloria". Parlerei per ore di cinema, serie tv e fumetti. Sto aspettando la quinta stagione di "Sherlock".
venom-la-furia-di-carnage-di-andy-serkis-una-nuova-sfida-per-il-protettore-letale-recensioneVenom: La Furia di Carnage è un film fuori tempo massimo. Si trattasse di un film di inizio Anni Duemila ci si ritroverebbe a parlare di un film eccessivamente sopra le righe ma che comunque agisce in un panorama in cui sta bene. Purtroppo, però, la pellicola esce negli anni in cui il Marvel Cinematic Universe fa da padrone e i personaggi dei fumetti vengono trattati in un certo modo dai creator, che cercano di rispettarne soprattutto le corde più importanti. Questo non accade qui e La Furia di Carnage è un film che mette a disposizione del pubblico una buona dose di azione che però non basta a cancellare o perlomeno coprire tutti i problemi, legati all'aspetto fumettistico ma anche a quello di realizzazione. Il futuro del personaggio dipende dalla scena dopo i titoli di coda che, per assurdo, a molti potrà risultare decisamente più interessante dell'ora e mezza precedente.

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