Con Venom: The Last Dance, si chiude la trilogia dedicata al Simbionte e all’Eddie Brock interpretato da Tom Hardy. I piani di Sony per il futuro del personaggio non sono ancora ufficiali né tantomeno chiari, quindi in attesa di scoprire eventuali nuovi risvolti, al pubblico non resta che questo terzo capitolo diretto da Kelly Marcel, regista e sceneggiatrice della pellicola, nonché nome che si prende la responsabilità di introdurre sul grande schermo Knull, il creatore di tutti i Simbionti.

Il governo dà la caccia a Eddie Brock (Tom Hardy), accusato della morte del detective Patrick Mulligan (Stephen Graham). Qualcosa di più oscuro però si cela nello spazio: Knull (Andy Serkis) si è risvegliato e il suo destino sembra essere intrecciato con quello di Venom, che sulla Terra sarà improvvisamente in pericolo. Mentre il cerchio si stringe attorno a loro, i due protagonisti sono costretti a prendere una decisione sconvolgente che farà calare il sipario sul loro “ultimo ballo”.

Ed è proprio con Knull che Venom: The Last Dance si presenta inizialmente al pubblico in sala. Il personaggio – tanto amato nei fumetti di Donny Cates e Ryan Stegman – è l’elemento che dà il via a tutta la narrazione della pellicola ma anche all’intera trilogia: viene spiegato infatti il perché i Simbionti arrivano sulla Terra e, soprattutto, viene spiegata l’importanza di Venom rispetto a tutti gli altri personaggi alieni del franchise. Purtroppo (o per fortuna), nonostante un incipit che in qualche modo prova a trasmettere una voglia di epicità da parte del film, Venom: The Last Dance è un titolo del tutto simile ai suoi due predecessori: più vicino al primo che al secondo come stile e come ritmo, si sta però parlando ancora di un film che rimane vittima delle sue stesse gag e della sua stessa scrittura. Per qualche motivo, nel 2018, si è deciso che questa versione di Venom sul grande schermo sarebbe stata fortemente improntata sulla comicità e da quel momento in poi il personaggio di Eddie Brock – interpretato da un Tom Hardy che ci crede veramente tanto, al punto da firmare ancora una volta il soggetto del film – è diventato una vera e propria macchietta.

Questo discorso vale anche per questo terzo titolo, anche se è possibile tracciare una linea all’interno di The Last Dance: la prima parte è – vien da dire – il classico Venom visto nei precedenti film, ricca di gag dal dubbio funzionamento e da scene che non hanno una vera e propria utilità nel corso della narrazione; la seconda, decisamente più action e divertente, riesce a coinvolgere maggiormente lo spettatore, regalando – soprattutto nel finale – delle vibes à la Transformers, perché vengono coinvolti anche altri Simbionti e altro non sono che giocattoloni con caratteristiche diverse ma molto stereotipate, proprio come visto nella saga cinematografica avviata da Michael Bay.

Se le scene d’azione funzionano quasi tutte, con anche un buon utilizzo della CGI, il vero problema di Venom: The Last Dance è la sceneggiatura. Decisamente più improntato alla narrazione rispetto ai primi due, non basta una trama del tutto simile nel concetto a quella di Stranger Things per salvare un film che spesso e volentieri finisce per dimenticare concetti spiegati dai suoi stessi personaggi poche scene prima. E un discorso simile lo si può fare anche per le sottotrame presenti: quella legata al personaggio di Juno Temple è sicuramente interessante, ma alla fine di tutto ricolma di dettagli che non sembrano essere veramente necessari; non pervenuta, invece, l’utilità del filone narrativo che segue il Martin di Rhys Ifans, se non quella di essere una sorta di deus ex machina con tanto di gag a un certo punto del film.

Al netto di tutto ciò, anche in questo in maniera più simile al primo che al secondo titolo della trilogia, Venom: The Last Dance risulta un film in qualche modo godibile che riesce a fare il suo, ovvero intrattenere e divertire per tutta la sua – non eccessiva – durata, accompagnando lo spettatore in quello che il film racconta essere l’ultimo ballo dell’accoppiata Brock-Venom.

Nota di demerito, invece, per le due scene dopo i titoli di coda. Se la seconda – volutamente criptica ma che lascia poco spazio all’interpretazione – è la classica scena post-credit che apre a piani futuri, la prima rischia di essere un vero e proprio problema. Senza cadere nello spoiler, nella scena mid-credit viene affermato qualcosa che va in completa contraddizione con tutto il resto del film e vien da chiedersi come gestiranno – se gestiranno – la cosa in futuro. In chiusura: questo film va a modificare le scene post-credit di Venom: La Furia di Carnage e di Spider-Man: No Way Home. Non si scenderà in sede di recensione in ulteriori dettagli, ma la sceneggiatura ha scelto di cambiare e invertire quei fatti, per esigenze di trama di questo capitolo.

Venom: The Last Dance è il capitolo conclusivo della trilogia dedicata a Eddie Brock e il Simbionte di casa Marvel: il film rimane sulla lunghezza d’onda e sulla cifra stilistica dei suoi predecessori, risultando comunque più vicino all’action movie che era il primo titolo che alla detective story sopra le righe de La Furia di Carnage. Tom Hardy ancora una volta dimostra di tenere tantissimo a questo personaggio e cerca di dare il suo solito apporto, anche questa volta contribuendo al soggetto della sceneggiatura, andando a prendere a piene mani da una delle storie più amate dai lettori dei fumetti del personaggio. Purtroppo la pellicola tende a cadere negli stessi difetti già visti in passato, classificandosi dunque come il terzo film su tre della trilogia che riesce a divertire solo se il pubblico riuscirà a ignorare i buchi di trama e le contraddizioni che si affolleranno sul grande schermo. Venom: Tha Last Dance è un titolo che diverte nelle parti d’azione, ma niente di più. Purtroppo o per fortuna.


Venom: The Last Dance è al cinema. Di seguito, il trailer ufficiale italiano del film:

RASSEGNA PANORAMICA
Venom: The Last Dance
5.5
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Il mio primo film visto al cinema è stato "Dinosauri" della Disney, il mio primo libro "La fabbrica di cioccolato" e il mio primo videogioco "Tip Top - Il mistero dei libri scomparsi". Nel 2002 mi sono innamorato di Spider-Man e nel 2008 del grande schermo, grazie a "Bastardi Senza Gloria". Parlerei per ore di cinema, serie tv e fumetti. Sto aspettando la quinta stagione di "Sherlock".
venom-the-last-dance-di-kelly-marcel-lultima-avventura-di-eddie-brock-recensioneVenom: The Last Dance è il capitolo conclusivo della trilogia dedicata a Eddie Brock e il Simbionte di casa Marvel: il film rimane sulla lunghezza d'onda e sulla cifra stilistica dei suoi predecessori, risultando comunque più vicino all'action movie che era il primo titolo che alla detective story sopra le righe de La Furia di Carnage. Tom Hardy ancora una volta dimostra di tenere tantissimo a questo personaggio e cerca di dare il suo solito apporto, anche questa volta contribuendo al soggetto della sceneggiatura, andando a prendere a piene mani da una delle storie più amate dai lettori dei fumetti del personaggio. Purtroppo la pellicola tende a cadere negli stessi difetti già visti in passato, classificandosi dunque come il terzo film su tre della trilogia che riesce a divertire solo se il pubblico riuscirà a ignorare i buchi di trama e le contraddizioni che si affolleranno sul grande schermo. Venom: Tha Last Dance è un titolo che diverte nelle parti d'azione, ma niente di più. Purtroppo o per fortuna.

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