Vice – L’Uomo nell’Ombra: Una vita al servizio del potere | Recensione

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Adam McKay torna al cinema con Vice – L’uomo nell’ombra, pellicola che segue l’ascesa politica di Dick Cheney, uno dei responsabili della guerra in Iraq e Afghanistan.

Dick Cheney (Chistian Bale) è un alcolista che all’ennesima uscita di prigione viene convinto dalla moglie, Lynne (Amy Adams) a ripulirsi e così entrerà nel programma di Washington DC per trovare i nuovi volti della politica affiancandoli a volti noti. Cheney sarà affiancato a Donald Rumsfeld (Steve Carell), repubblicano vicino alla casa bianca e così tramite i contatti del suo mentore e i suoi insegnamenti riuscirà a salire i ranghi diventando Capo di Gabinetto e da lì inizia il vero e proprio gioco dell’uomo disposto a tutto pur di servire il potere. Cheney arriverà anche nello staff di George W. Bush (Sam Rockwell) e così facendo sarà tra i principali responsabili dell’invenzione della cosiddetta guerra al terrore e di alcune delle strategie politiche più discusse dopo l’11 Settembre.

La pellicola non si distingue per la regia di McKay, ma per l’incredibile stile con cui il regista e sceneggiatore tratteggia la vita di uno degli uomini che segretamente ha comandato la politica Americana e anche il mondo. McKay come ci aveva abituato ne La Grande Scommessa riesce a saltare da un periodo storico all’altro, dalle Torri Gemelle ad un remoto 1963. Gioca persino con la situazione politica e sociale del mondo di Washington, vediamo in alcune scene potenti e subdole come questi uomini di grande potere come Rumsfeld e Cheney al ristorante non ordinano cibo ma praticamente decidano cosa “far digerire” agli Americani nei prossimi mesi, con la stessa tranquillità che si potrebbe avere quando si ordina una tagliata, certo la scena è volutamente finta ed irriverente ma bene rende la malignità e il potere di modificare la storia tutto in un solo tavolo da 6 persone. I montaggi “fittizi” di alcuni telegiornali danno al film quel tono di autentico seppur quasi impossibile per essere vero che ha contraddistinto anche La Grande Scommessa e provoca un senso di stretta allo spettatore che è schifato, ma allo stesso tempo non riesce a distogliere lo sguardo. Vice gioca con la convinzione dello spettatore che le cose andranno in un certo modo per poi frantumargliela davanti agli occhi con una sola chiamata o con un solo incontro o scambio di favori, una montagna russa per tutti tranne che per Cheney che è colui che gestisce questa montagna russa politica.

Il cast del film completa poi l’ottimo lavoro di McKay, con un Christian Bale magnetico e diabolico, che si destreggia tra la famiglia e la politica, come un impiegato qualsiasi, il Dick Cheney di Bale è credibile e spietato, ma anche amorevole in un certo modo, vediamo come da semplice servo del potere e con una convinzione ferrea tipica dei repubblicani che il Presidente sia “sempre” nel giusto perché è il potus, sia arrivato lui stesso a gestire quel potere di cui lui era al servizio ad inizio film. Amy Adams interpreta Lynne, moglie amorevole, ma spietata in politica tanto quanto suo marito, la Adams con un ruolo difficile riesce di nuovo a dimostrare di essere una grandissima attrice che riesce davvero a incarnare la persona che porta su schermo. Anche in questa pellicola abbiamo Steve Carell, già alla quarta avventura con McKay, che porta su schermo il mentore e successivamente sottoposto e alleato di combutta di Cheney, Donald Rumsfeld. Carell fa un ottimo lavoro sopratutto perché è il personaggio che più si trova a contatto con Cheney dopo la moglie e riesce ad essere un importante membro del cast tanto da far ricordare al pubblico non solo il suo “Rummy”, come lo chiamavano nei circoli di Washington, ma anche la sua interpretazione, sopra le righe? Forse, ma dato che non c’è nulla di così convenzionale in questa biografia non autorizzata non possiamo dire che non abbia avuto il suo fascino. Sam Rockwell torna al cinema dopo l’oscar per Tre Manifesti ad Ebbing Missouri, in un ruolo difficile, quello di George W. Bush, figlio pasticcione che in cerca dell’approvazione del padre diventa un burattino nelle mani del “fidato” vicepresidente Cheney. Non si può dire nulla nemmeno di lui, fa la sua parte egregiamente anche se condivide meno screen time degli altri attori, ma è credibile e sembra di vedere lo stesso Bush con il suo stesso approccio alla vita alla casa bianca e quando vediamo tutto che cade, lui il burattino cade sotto la scure dei media insieme a tutti tranne il VICE.

Vice è un film stupendo, pieno di ironia nascosta dietro alle politiche spietate e diaboliche di Cheney, interpretato da uno splendido Christian Bale, che viene supportato nella sua interpretazione da ottimi attori come Steve Carell, Sam Rockwell ed Amy Adams. Vice – L’uomo nell’ombra è un film che si muove subdolo tra le vie di Washington DC, raccontando di come il potere si distribuisca in quelle strade e di come e perché certe effettive scelte vengano fatte e che conseguenze hanno portato al mondo intero. Un film pregevole che non mancherà di lasciare allo spettatore un retrogusto di schifo e anche di paura, perché se di Cheney ce n’è solo uno, di uomini e donne spietate la politica Americana ne è piena.