Wonder Woman: Terra Uno vol.2 di Grant Morrison e Yanick Paquette | Recensione

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Wonder Woman

Senza alcun dubbio Grant Morrison è uno degli autori più influenti del panorama fumettistico degli ultimi 30 anni. Dopo gli esordi sulle pagine di 2000 AD, lo scozzese troverà nella Vertigo di Karen Berger la sua casa, crescendo e affermandosi grazie a serie rivoluzionarie ed eccentriche come Animal Man, Doom Patrol fino ad arrivare alla consacrazione con The Invisibles, opera maxima contenente tutta la poetica dell’autore di Glasow. Oltre alle serie creator owned, Morrison ha sconvolto e rivoluzionato anche il mondo dei supereroi: da Arkham Asylum, passando per Justice League fino a New X-Men, culminando in All Star: Superman lo scozzese ha dimostrato la sua profonda conoscenza del medium e delle sue regole, riuscendo ogni volta a sovvertirle, incantando un numero sempre maggiore di fan. In particolare, durante gli ultimi 13 anni, Grant Morrison ha avuto l’occasione di lavorare sulle pagine di tutti i membri della trinità del DCU, ottenendo ogni volta un gran numero di consensi. Partendo da una lunga e seminale run sul Cavaliere Oscuro, Morrison è ritornato nel 2011 alle origini dell’Uomo d’Acciaio con Action Comics durante i New 52 fino a proporre, più recentemente, una nuova interessante e personale visione dell’Amazzone con Wonder Woman: Terra Uno.

Wonder Woman: Terra Uno

Nella prima graphic novel dedicata all’eroina nata dalla penna di William Moulton Marston, Grant Morrison racconta le origini della principessa delle Amazzoni, indagandone la psiche e mettendone in discussione le convinzioni in seguito all’arrivo di Steve Trevor su Paradise Island, illustrata splendidamente da Yanick Paquette (Batman Inc., Swamp Thingh). Quello che emerge dalla lettura di Wonder Woman: Terra Uno è un minuzioso e attento ritratto del personaggio di Diana, della sua crescita come eroina ma, prima ancora, come donna, nonché un chiaro omaggio alla storia del personaggio, sottolineando (ancora una volta) la sua importanza nella cultura moderna. A distanza di un paio di anni dalla pubblicazione del primo volume, Rw Lion propone al pubblico italiano Wonder Woman: Terra Uno vol.2, secondo capitolo della trilogia che comporrà il mosaico di Morrison e Paquette dedicato all’Amazzone.

Se nel primo volume era il mondo degli uomini, incarnato da Steve Trevor, a irrompere nell’utopia amazzone di Diana, in questo secondo capitolo è Diana/Wonder Woman a entrare di prepotenza nel nostro mondo. Dopo un breve prologo, ambientato durante la seconda guerra mondiale, dove i nazisti del Reich erano riusciti a raggiungere la casa delle Amazzoni con l’obbiettivo di acquisirne la tecnologia e fallendo miseramente, il duo Morrison e Paquette sposta il focus sull’arrivo di Diana in America e come Wonder Woman abbia sconvolto e stravolto la società e la cultura del XXI secolo. L’arrivo di Diana, di una supereroina forte, aggraziata e amorevole, capace di ispirare e di abbattere le barriere di diversità e pregiudizio, il cui fine ultimo è promuovere l’integrazione e pace tra i due mondi, non è stato accolto positivamente dal governo USA, intimorito da Wonder Woman e dalla tecnologia delle Amazzoni, in quanto considerate come una “minaccia”, poiché non è possibile prevedere o regolarne le azioni. Non avendo un’arma in grado di neutralizzare la principessa delle Amazzoni, ormai diventata icona e portavoce di uguaglianza e libertà, l’unica scelta del Governo è quella attaccare l’immagine pubblica di Wonder Woman, screditandola agli occhi del mondo. E quale miglior modo per penetrare nelle difese di una donna se non fare breccia nel suo cuore?

È innegabile che il secondo tassello della trilogia dell’eroina più celebre del fumetto sia un racconto di transizione, in previsione dell’atto finale che ne chiuderà l’epopea. Ciò però non vuol dire che Wonder Woman: Terra Uno vol.2 sia una graphic novel sciatta e scontata, tutt’altro: se nel primo capitolo Morrison ci mostrava la sublime perfezione di Diana, elevata a simbolo massimo della femminilità, mossa da bontà e altruismo, in questo seguito presenta un altro interessante aspetto del mondo femminile ovvero l’amore e le sue ripercussioni. Come già visto sulle pagine di Batman o su quelle più autoriali di Animal Man o Doom Patrol, Morrison dimostra la sua bravura nello scrivere personaggi complessi che maturano e cambiano nel corso della lettura. La Diana di Terra Uno è un personaggio sfaccettato: la donna forte e amorevole dalle salde certezze vista nel primo capitolo, cede il posto a una donna innamorata, le cui azioni e convinzioni sono “messe alla prova” dall’influenza dell’amore. Procedendo nella lettura, lo scozzese spoglia la figlia di Hippolyta dell’aura aliena, quasi divina, in favore di un  ritratto decisamente più realistico, di una donna in preda ai turbamenti dell’amore, e di più facile relazione. L’inserimento di un interesse amoroso (se così possiamo definirlo), capace di destabilizzare l’equilibrio emotivo della giovane amazzone, è senza dubbio una mossa coraggiosa, ma ponderata: infatti se in un primo momento questa scelta sembra nociva e mortificante per  Wonder Woman e ciò che rappresenta, in realtà si rivela un ottimo espediente narrativo, in grado in primis di offrire uno sguardo nuovo e attuale ad un personaggio con quasi 70 anni di storia e poi, sul finale, a una visione un’inedita Wonder Woman.

Wonder Woman: Terra Uno

Dal punto di vista artistico, la prova di Yanick Paquette è strabiliante. Nominato agli Eisner Awards come miglior artista, le tavole del canadese, colorato dal sempre ottimo Nathan Fabrian, sono uno spettacolo per gli occhi. Dai dettagli delle architetture elleniche dell’Isola Paradiso, alle stupende e aggraziate Amazzoni, forti e al contempo sensuali, senza mai però cadere nella comune oggettivazione del corpo femminile, le pagine di Wonder Woman: Terra Due evidenziano ancora una volta la crescita artistica di Paquette, iniziata sulle pagine di Swamp Thing e arrivata a maturazione nel volume precedente. Senza alcun dubbio il fiore all’occhiello del comparto artistico è la costruzione della pagina e l’uso dello storytelling. Perfezionando quanto già mostrato in precedenza, le pagine di Wonder Woman sono un tripudio di fluidità, avvolgendo e immergendo completamente il lettore al loro interno come in pochi altri casi, grazie ad alcuni piccoli, ma fondamentali accorgimenti stilistici.

In conclusione, pur lasciando deliberatamente diversi elementi della vicenda in attesa del capitolo conclusivo, Wonder Woman: Terra Uno 2 è un acquisto obbligato per tutti i possessori del primo volume. Splendidamente illustrato dalle matite di Yanick Paquette, l’evoluzione del personaggio di Diana operato da Grant Morrison si rivela essere uno, se non il migliore, dell’intera produzione legata all’universo di Terra Uno, capace al contempo di mantenere immutati elementi iconici del personaggio, amalgamandoli a nuovi e interessanti, e avvicinando l’eroina di Marston ai gusti del pubblico moderno, femminile e non.

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