“Radunare i migliori talenti dell’industria con lo scopo di poter realizzare storie fuori continuity, dal taglio e contenuti adatti più ad un pubblico adulto”, questo il leitmotiv dell’etichetta DC Black Label, che ha catturato l’interesse del pubblico fin dal suo annuncio nell’estate 2018. In quasi due anni di pubblicazioni, la nuova imprint DC Comics è riuscita a riunire sotto la propria bandiera leggende del calibro di Frank Miller e John Romita Jr, amatissimi team creativi come Snyder-Capullo o Lemire-Sorrentino, ma anche a dare spazio alle voci di nuove promesse come Daniel Warren Johnson e Stjepan Šejić. Il merito di questo successo è sicuramente da attribuire a una politica editoriale vincente, dove agli artisti è lasciato il pieno e totale controllo delle loro opere. Liberi dal pesante fardello della continuity, i titoli Black Label hanno potuto sperimentare e reinventare, grazie ad una rinnovata maturità nelle tematiche capace di suscitare l’interesse di vecchi e nuovi lettori. Una strana commistione tra lo sperimentalismo Vertigo e l’accessibilità di Marvel Knights, l’offerta di Black Label  si è rivelata vincente e sorprendentemente variegata, attirando sempre un maggior numero di lettori nonché di autori pronti a contribuire al successo di questa etichetta con la loro firma.

Batman: Dannato è stato il primo titolo ad essere pubblicato per Black Label. Miniserie in tre numeri edita in formato prestige, di maggiori dimensioni rispetto a quello classico dei comic books, l’opera segna un nuovo entusiasmante capitolo nella ultradecennale collaborazione tra Brian Azzarello e Lee Bermejo. In Italia Rw Lion ha proposto Batman: Dannato prima nei tre spillati oversized e lo ha raccolto successivamente in un unico volume cartonato.

Joker è morto. Il corpo esanime del Clown principe del crimine è affiorato sulla riva della baia di Gotham. Nessuno sa chi sia il colpevole anche se gli indizi sembrerebbero puntare tutti verso Batman. L’Uomo Pipistrello è consapevole che non arriverebbe mai a tanto, ma questa volta qualcosa è diverso: non ha alcuna memoria di cosa sia accaduto. Ferito, disorientato e ossessionato dal dubbio, il Cavaliere Oscuro dovrà suo malgrado accettare l’aiuto di John Constantine in quanto l’indagine per far luce sulla misteriosa morte di Joker lo condurrà a scontrarsi con forze al di là della sua comprensione.

“Un thriller soprannaturale a tinte horror”, così Brian Azzarello aveva descritto Batman: Dannato durante la nostra intervista a Lucca Comics 2018. Un connubio di generi quello di Damned,  atipico rispetto alla classica produzione hard boiled dello sceneggiatore di Cleveland, ma che si rivela vincente grazie alla meravigliosa sinergia dei due autori. Seppur siano passati otto anni da Before Watchmen: Rorschach, l’affinità tra i due pare non aver risentito del passare del tempo. Ad eccezione della serie appena citata, i lavori del duo si sono sempre caratterizzati per la loro natura a sé stante rispetto alla normale continuità DC Comics, distinguendosi per la maturità delle tematiche. In particolar modo Joker è stata l’opera che, forse più di tutte, ha contribuito a definire gli stilemi artistici ed estetici della coppia. Confrontata con il resto della loro produzione, Batman: Damned rappresenta indubbiamente un nuovo capitolo della collaborazione tra due autori nonché la sua naturale evoluzione. Il titolo Black Label presenta la tipica impronta del duo, questa volta però mitigata, quasi appannata, dalla sperimentalità degli elementi e delle soluzioni caratterizzanti l’opera stessa.

Cambiando il paradigma mostrato in Joker e ancor prima in Luthor, dove la vicenda era subordinata al carattere introspettivo delle opere, Dannato rompe tale schema narrativo focalizzandosi principalmente sullo sviluppo del suo intreccio. Rielaborata l’idea iniziale per dare l’occasione a Bermejo di disegnare i personaggi appartenenti al dark universe, Azzarello è libero di costruire un avvincente mistero dalle tinte esoteriche ed orrorifiche, con il quale si diverte a giocare con la mente di Batman e del lettore. Privato della sua aura di infallibilità, il più grande Detective del mondo è un protagonista in balia degli eventi: tale espediente permette allo sceneggiatore di far coincidere lo straniamento del Cavaliere Oscuro con quello del lettore, creando una perfetta alchimia con il ritmo serrato della narrazione che giunge a compimento nello scioglimento del climax finale. Una direzione coraggiosa, ma al contempo lineare quella adottata dall’autore che, seppur non esente da alcuni difetti, funziona proprio grazie alla forza del racconto e alle implicazioni ad esso legate.

Sul versante artistico, la prova di Lee Bermejo è ineccepibile. Le pagine di Damned consacrano definitivamente l’artista, qui al suo miglior lavoro. Tale risultato è il frutto dell’essersi occupato anche della colorazione della serie, aspetto che ha permesso all’artista di mantenere integra la sua visione artistica. Sullo sfondo di una Gotham mai così gotica, il realismo di Bermejo raggiunge una plasticità nuova, portando a maturazione un percorso iniziato nel lontano 2005. Il formato prestige inoltre permette all’artista di sperimentare nuove soluzioni con lo storytelling per stare al passo con il ritmo della narrazione.

Batman: Dannato segna l’inizio di un nuovo capitolo del sodalizio tra Brian Azzarello e Lee Bermejo. Il primo titolo Black Label è un’opera affascinante e coinvolgente, un progetto fortemente voluto da entrambi e per il quale i due autori hanno lottato al fine di mantenerne l’integrità. Legandosi indissolubilmente con la loro precedente produzione, Dannato mostra tutta la personalità dei suoi due autori, capaci di reinventarsi e reinventare un immaginario secondo le loro esigenze.

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