Un connubio tra dramma, thriller e thriller politico, Beckett è il nuovo lungometraggio diretto da Ferdinando Cito Filomarino, prodotto da Luca Guadagnino e tra gli altri anche da Rai Cinema, che arriva su Netflix oggi, venerdì 13 dopo un primo trailer lanciato circa un mese fa. Dopo aver diretto il corto Diarchia con protagonisti Louis Garrel, Riccardo Scamarcio e Alba Rohrwacher e il lungometraggio Antonia, Cito Filomarino si getta in un progetto ambizioso e dal respiro internazionale, scegliendo per la sua nuova pellicola un cast di stelle interamente straniero, ambientando la vicenda nella brulla Grecia del nord, perfetto panorama per una vicenda del genere. Grazie a Netflix abbiamo potuto vedere il film in anteprima e questo è il nostro parere!

Beckett (John David Washington) e la sua fidanzata April (Alicia Vikander) sono una coppia americana in viaggio nell’entroterra della Grecia. Durante il tragitto, complice il ghiaccio e la stanchezza, Beckett perde il controllo della macchina che precipita sotto ad un dirupo andando addosso ad una vecchia catapecchia. Al risveglio Beckett si troverà di fronte ad un’amara verità e soprattutto si accorgerà che la casupola non è disabitata. Ma chi ha visto davvero dopo l’incidente, e perché la polizia inizia a dargli la caccia come in un mortale gioco di guardia e ladri?

Basato su un soggetto scritto dallo stesso regista, poi sviluppato in sceneggiatura da Kevin A. Rice, Beckett è un film innovativo ma allo stesso tempo dal taglio classico. I riferimenti a pellicole come Il Fuggitivo con Harrison Ford del 1993 o Frantic di Polansky sono molti, nonostante ciò la pellicola di Cito Filomarino riesce ad essere innovativa su più punti di vista. Abbandonate i thriller politici con complotti architettati e a volte indecifrabili, dimenticate i lunghi monologhi o i paroloni che molte volte appesantiscono questo genere di narrazione, Beckett è un film asciutto, scarno, diretto, impreziosito proprio da queste caratteristiche che lo rendono davvero una sorpresa.

Complice l’ottimo montaggio ad opera di Walter Fasano, Beckett viene percepito dallo spettatore come un susseguirsi continuo senza interruzioni di una vicenda ai limiti dell’impossibile. Se inizialmente potrebbe sembrare la più classica “pellicola dell’equivoco”, il twist è dietro l’angolo. Interamente basato sul suo personaggio principale, non è un caso che il titolo del film sia proprio il suo nome, Beckett si regge quasi interamente sulle spalle del suo protagonista John David Washington, per la seconda volta in un progetto Netflix dopo Malcolm & Marie. L’attore, reso noto da BlacKkKlansman e poi da Tenet, non sempre ha centrato il ruolo affidatogli, cosa che in questo nuovo progetto riesce ad incassare al suo meglio.

Il film è interamente filtrato dal punto di vista di Beckett stesso, lo spettatore è Beckett, vive le sue difficoltà, le sue paure e non potrà non interrogarsi sul “perché proprio io?”. La pellicola non da troppe spiegazioni, come detto, decide completamente di annullare gli altri personaggi presenti relegandoli quasi a semplici comparse (la stessa Vikander ha uno screen time davvero ridotto) sviluppandosi completamente intorno a Washington il quale durante la sua mortale fuga, entrerà in contatto con gente completamente a caso, amici, nemici, alleati che potranno solo in parte aiutare la sua rocambolesca fuga. Il film propone in sottofondo una fittizia protesta legata alla scomparsa del figlio di un attivista, che non può non ricordare i numerosi scontri avvenuti ad Atene e nella Nazione negli anni scorsi, legati soprattutto alla profonda crisi economica. Ritrae inoltre la paura di non sentirsi a casa pur essendo a casa, non sentirsi protetto da chi dovrebbe proteggerti e sarà questo uno dei timori maggiori del protagonista quando si troverà completamente solo ad affrontare questa situazione paradossale.

Nota di merito va senza alcun dubbio alla regia, in parte sperimentale, in parte dal taglio classico. Come la narrazione anch’essa si fa scarna, asciutta, concisa come le rocce dell’entroterra greco. Non si perde in virtuosismi e non perde mai di vista l’obbiettivo. Aiutata dal montaggio serrato, dinamico e perfettamente ritmato, il film si sviluppa, si apre, verso un finale che forse è la parte meno riuscita dell’intero progetto. L’epilogo se pur necessario e perfettamente in linea, risulta decisamente più affrettato rispetto alla parte iniziale che nel suo essere concisa aveva regalato scene di tensione e suspense crescente. Al contrario l’epilogo è si emozionante ma forse troppo repentino ed “eccessivo”. Non vi sveleremo altro, il rischio spoiler è dietro l’angolo!

Beckett è una vera e propria sorpresa. Uscito un po’ in sordina e presentato al Locarno Film Festival è un thriller politico ma anche un drammatico capace di tenere incollati al divano i suoi spettatori. John David Washington dopo alcuni ruoli meno riusciti, regala in questa pellicola, un vero e proprio “one man show”, portando alla luce un uomo vero, pieno di paure ma forte di tantissimo coraggio, un uomo catapultato in una situazione paradossale ed enorme che tenta di sopravvivere anche quando tutto sembra essergli stato portato via.


Beckett, diretto da Ferdinando Cito Filomarino con protagonista John David Washington arriva oggi, venerdì 13 solo su Netflix. Ecco il trailer italiano della pellicola:

RASSEGNA PANORAMICA
Beckett
7
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Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
beckett-il-nuovo-film-netflix-con-john-david-washington-diretto-da-ferdinando-cito-filomarino-recensioneBeckett è una vera e propria sorpresa. Uscito un po’ in sordina e presentato al Locarno Film Festival è un thriller politico ma anche un drammatico capace di tenere incollati al divano i suoi spettatori. John David Washington dopo alcuni ruoli meno riusciti, regala in questa pellicola, un vero e proprio “one man show”, portando alla luce un uomo vero, pieno di paure ma forte di tantissimo coraggio, un uomo catapultato in una situazione paradossale ed enorme che tenta di sopravvivere anche quando tutto sembra essergli stato portato via.

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