Il 1° Maggio è stato reso nuovamente disponibile Boris su Netflix: se vi servisse un motivo per vedere o rivedere questa splendida serie, vi daremo i nostri dieci buoni motivi per vederla o per molti rivederla.
Ma innanzitutto, per quelli che non conoscono Boris, una piccola infarinatura.
Boris è una serie televisiva italiana andata in onda dal 2007 al 2010 per Fox Channels Internationals. La serie segue le vicende di Alessandro, appassionato di cinema e spettacolo che non riesce a credere alla sua fortuna quando entra nel mondo della spettacolo, anche se come stagista per la produzione di Gli occhi del cuore 2.
Gli Occhi del cuore è la solita fiction televisiva Italiana, con un regista “incompetente”, René Ferretti, che gira le scene, “a cazzo di cane” ; abbiamo poi un protagonista vanitoso, Stanis, che è anche un mediocre, Corinna, protagonista che non solo non ha talento, ma ha una relazione con il produttore della fiction, il Dottor Cane. Alessandro così si troverà in un vero e proprio incubo, dovendo risolvere insieme all’assistente di regia, Arianna, ogni minimo problema, che spesso riguarda attori assenti, strane idee del regista e cambiamenti di “botto” dei copioni.
La serie ha messo alla berlina qualsiasi stereotipo della tipica fiction italiana, ricevendo in fretta favore di pubblico e critica, e riuscendo ad avere noti ospiti come Paolo Sorrentino, che interpreta sé stesso, Marco Giallini e tanti altri.
La serie è stato anche uno dei primi casi di cult da “pirateria”, per stessa ammissione di chi ci lavorava ed è arrivata al cinema con “Boris il Film“, satira sulle produzioni cinematografiche italiane preferite da tanti spettatori, i cinepanettoni.
Ma bando alle ciance ed iniziamo!
1) Scoprirete come la fiction Italiana non è una roba seria
Boris è da sempre stata una serie che non si prendeva sul serio, ma nel suo piccolo è riuscita comunque ad inserire elementi e soggetti tipici di un genere come la fiction italiana e gestirli in maniera per nulla seriosa e senza prendersi troppo sul serio, e senza scadere in una comicità tipicamente esagerata che contraddistingueva certi prodotti italiani passati in televisione in quegli anni. Basti pensare ai numerosi siparietti tra Alessandro, schiavo della produzione e il Regista, René Ferretti, che spesso portano gli attori davanti a situazioni che vediamo e sentiamo tutti i giorni nel cinema dello spettacolo: divergenze creative, comportamenti aberranti, discriminazioni e così via; ma il tutto senza mai sembrare pesante o retorico, bensì divertente. Basti ricordare il caso del ciclista inadatto, l’avere a che fare con attori alcune volte troppo bravi per il resto del cast, o lo schiavismo di chi lavora in questi grandi produzioni per necessità e non per passione, oltre che ovviamente il già citato nepotismo di alcune assunzioni. In ogni puntata si avrà a che fare con una situazione che diventerà un modo per gli sceneggiatori di mettere alla berlina non solo la fiction italiana ma l’industria televisiva di quel settore.
2) Scoprirete come funziona (e soprattutto come non funziona) un set televisivo
Ogni puntata, come detto sopra, presenterà ai protagonisti un problema sul set da risolvere, problemi alcune volte non proprio normali; dimostrando così come il set di Gli Occhi del Cuore 2 non sia incasinato, ma non funzioni per niente. Un attore problematico può sempre capitare, un raccomandato anche ma, quando tutti questi personaggi vengono messi insieme ad un regista menefreghista ed una troupe con un problema dopo l’altro ed anche qualche “vizio”, il disastro è assicurato.
3) Scoprire tutte le tipiche battute entrate nel linguaggio collettivo
Quante volte un vostro amico o un conoscente se n’è uscito con un “facciamolo, come facciamo tutto, a cazzo di cane!” o quante volte avete sentito battute sui toscani che rovinano l’Italia con la loro C aspirata e la loro comicità da quattro soldi e non solo avete riso ma vi siete chiesti da dove tirassero fuori queste battute, la risposta è Boris. In questi due esempi, la prima è il metodo di regia e di lavoro preferito da René Ferretti, il secondo è parte di un discorso più lungo del protagonista di Gli Occhi del Cuore 2, Stanis La Rochelle. Ma queste sono solo alcune delle battute irriverenti e che ormai sono entrate nel gergo collettivo delle persone dopo Boris, basti pensare anche a “La qualità c’ha rotto il cazzo…Viva la merda” quando dovevate scegliere tra un film impegnato ed una roba trash al limite del guardabile con gli amici, oppure quando dovevate scegliere tra il progetto scolastico facile e quello fatto bene? Ecco, chiunque se ne usciva con quella battuta l’ha presa da Boris, niente farina del suo sacco, mi dispiace. O ancora “Voglio che smarmelli”, riferimento alla fotografia patinata ed accesa di molte fiction, o ancora “Ma chi è sta zinnona?”, in riferimento ad una delle tante comparse sul set. Insomma, troppe per citarle tutte.
4) Scoprirete perché nelle fiction “scopano tutti con tutti, così, di botto, senza senso”
Vi siete mai chiesti perché nelle fiction italiane improvvisamente “tutti scopano con tutti? Perché crediamo nell’amore oltre il rapporto? Macché, perché nulla è meglio di far scopare due personaggi così di botto e senza senso, perché non si sa come chiudere una scena.”
Così il tipico sceneggiatore di fiction/telenovelas e prodotti di dubbia qualità risolve scene che non sa come chiudere, un po’ di verità ed un po’ di esagerazione anche in questa battuta, così come in tutto Boris.
5) René Ferretti e tutti gli altri personaggi indimenticabili
Ma cosa sarebbe Boris senza René Ferretti, il suo regista scoppiato, Duccio, il direttore della fotografia con qualche vizio e che smarmella, e Stanis La Rochelle, il protagonista più antipatico della storia delle fiction, o ancora il dispotico capo delle luci Biascica? Il cast di Boris è un po’ come un ecosistema controllato, in cui ogni personaggio ha un suo ruolo, un suo perché, rappresenta un vizio, una parte indissolubile del set e che inevitabilmente porta con sé stereotipi e siparietti che ci fanno non solo passare sopra a questi, ma che creano uno dei cast più indimenticabili della televisione italiana.
6) Troverete un Sorrentino “simpatico” e non solo
Numerosi sono i personaggi noti del mondo del teatro e dello spettacolo che sono apparsi in Boris, tra questi ricordiamo Paolo Sorrentino che interpreta sé stesso e che fa divertire lo spettatore prendendosi un po’ in giro in relazione al suo cinema, ma anche altri, basti citare Marco Giallini come Padre di Biascica, oppure ancora il Trio Medusa e tanti altri. Boris così riceve l’approvazione diretta ed indiretta di grandi del cinema, della tv e del teatro, come vera e propria opera, cosciente e divertente che prende in giro un modo di fare tv ormai datato, ma che già al tempo aveva rotto.
7) Le numerose citazioni al mondo del cinema e della tv
Ovviamente, la serie non poteva esimersi dall’inserire citazioni al mondo del cinema a tutto tondo: numerose sono le citazioni a David Lynch, che si vede aver davvero lasciato il segno sugli ideatori della serie; dal più ovvio “Chi ha ucciso Laura Palmer?” in coda ad un episodio alla scatola blu del Dottor Cane, citazione a Mullholland Drive, ma anche citazioni a Stephen King con “Stanis non deve morire”, ovvia citazione al film/romanzo Misery non deve morire. Ma anche citazioni al mondo Star Wars e persino a film di ben altra caratura, come Cuore selvaggio sempre di Lynch e Il Cielo sopra Berlino di Wim Wenders, così come citazioni a Scrubs.
8) Ora che è su Netflix potrete rifarvi di anni di visione illegale
Diciamolo pure, tanto è stato ampiamente detto anche da chi ci ha lavorato sulla serie, nessuno di noi lo ha visto su Sky: o meglio, una minima parte si, poi il resto ha fatto la pirateria. In un’Italia in cui non vi erano servizi che permettessero di rivedere vecchie puntate e film senza un acquisto e senza pay tv come i servizi di streaming tipo Netflix, la pirateria era parte della vita degli appassionati e Boris ne ha giovato. Probabilmente è stata una delle prime serie, la cui nozione di “serie più vista illegalmente” in Italia ha fatto scuola e quindi possiamo dire che ora è il momento di rivederla o scoprirla, su Netflix, ora alla portata di tutti.
9) La Sigla di Elio e le storie tese
La sigla di Boris ha poi segnato tantissimo il panorama televisivo Italiana: Elio e le storie tese hanno creato una sigla così memorabile che veniva persino usata per pubblicizzare Fox ai primi tempi e Cielo, dove veniva trasmesso in chiaro. Insomma, potete vederla per giudicare, qui sotto.
10) Magari riuscirete ad essere un po’ meno Italiani
Boris è arrivato anche al cinema, con un film che metteva alla berlina un altro modo di fare cinema in Italia, il cosiddetto cinepanettone. Quindi possiamo dire che, in definitiva, la serie ci insegna ad abbandonare i nostri confort televisivi e cinematografici, di osare, di guardare al mondo globalizzato, di prendere il nostro “essere italiani” e farci qualcosa di meno “italiano”, perché si, la qualità c’avrà pure rotto il cazzo, ma non dimentichiamoci che un tempo siamo stati grandi anche in questo campo.