Hentai: Storia e legittimazione artistica del fumetto pornografico Giapponese – Parte 2 | Speciale

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AVVISO: Nel seguente articolo verranno trattati temi molto delicati e in certi casi deplorevoli, pertanto si consiglia una lettura attenta e rispettosa, ma che soprattutto non si avvalga di interpretazioni soggettive del testo stesso. Sapete, non vorrei passare per pedofilo e incitatore allo stupro. Grazie!


Perché gli Hentai sono così popolari? L’Hentai può essere arte? Mi sono posto queste due domande pensando proprio all’articolo che state leggendo, e di fatto sono il concetto attorno al quale ruota l’incipit della prima parte dello speciale, cui vi rimando alla lettura in caso foste arrivati quì senza averla letta. Chi vi scrive ovviamente ha delle sue idee a riguardo e pensa che sì, l’hentai sia arte, ma è bene che a domande del genere si risponda con risposte più complesse ma soprattutto argomentate e contestualizzate a dovere.
L’elemento centrale, dal mio punto di vista almeno, per analizzare la sempre più crescente popolarità degli hentai tra le categorie pornografiche risiede soprattutto nella banale e semplice natura dell’Hentai stesso. Mi spiego meglio, spesso tra i più giovani fruitori di porno online (e non solo ormai nella comunità weeb e otaku) si preferisce la lettura o la visione di un Hentai, quindi di fatto un fumetto o un cartone animato, mettiamola così, rispetto al porno interpretato da attori in carne ed ossa.
Non giriamoci troppo attorno, quando si usufruisce del porno lo si fa nella stragrande maggioranza dei casi per l’auto-stimolazione erotica, e cosa c’è di meglio, per stimolare la nostra libido, che una scena porno con attori o attrici del sesso secondo noi più attraente? Ad una prima analisi si potrebbe rispondere “nulla”, ed infatti una scena porno che soddisfi i nostri gusti sessuali è quasi sempre in grado di appagare i nostri istinti libidici, ma è proprio su quel “quasi” che si gioca la partita con gli hentai.

Sembrerà un discorso da vecchi, ma al giorno d’oggi viviamo in un mondo letteralmente invaso dall’ipersessualizzazione di ogni cosa. Per dirla alla Caparezza, viviamo nell’epoca del sessointutto. Dalle più banali pubblicità in tv o per le strade, ai modelli di riferimento per l’esteriorità dell’uomo e della donna medi, dallo sport alla politica (vedi le foto della Deputata Maria Elena Boschi su Maxim), l’ipersessualizzazione di persone e cose (il che è molto diverso dal concetto di sdoganamento sociale del sesso, si badi bene) è talmente dominante nella nostra società che la differenza col porno, tranne che per il mero atto sessuale in sé o altre scene esplicite, è praticamente nulla.
Il porno, quello tradizionale dunque, in quanto teatralità e messa in scena del sesso per sua stessa natura, è arrivato oggi tanto al suo massimo splendore, quanto al suo più critico punto di rottura. Il porno per sopravvivere ha bisogno di evolversi sempre, come tutto d’altronde, e tendenzialmente riesce anche a farlo, trovando di volta in volta quale sia il genere in quel momento più in voga o il fetish più nuovo. Ecco allora che in tutto questo mutamento socio-culturale l’Hentai è il nuovo elemento che la continua domanda di porno sempre nuovo e sempre diverso ha prodotto. L’Hentai dunque, con tutta la sua pressoché infinita quantità di generi e sottocategorie è la risposta più viva e artistica alla saturazione del porno.
Tutte le belle parole sopracitate però non hanno ancora risposto alla nostra domanda di partenza, ovvero “Perché gli hentai sono così popolari? Perché si preferisce il porno a disegni sequenziali o ad animazioni piuttosto che quello live action?”. La risposta che credo sia più giusto dare, alla luce proprio di quanto sopra, è che l’Hentai rappresenta ciò che il porno non può e probabilmente non ha mai veramente rappresentato, ovvero la realtà. Mi spiego meglio, l’hentai è un genere narrativo di pura immaginazione, per tanto, quando leggiamo e guardiamo una scena di sesso tra una donna e un animale in un hentai nessuno dei due sta soffrendo per partecipare a quella scena, nessuno dei due sta recitando e nessuno dei due lo sta facendo per soldi, ma sopratutto entrambi, se l’autore lo decide s’intende, godranno di quella scena, e questo, ovviamente, a prescindere dal merito della scena e dunque dalle parti chiamate in causa in una qualunque situazione di sesso più o meno tradizionale che sia, nel porno non potrà mai accadere.

Negli Hentai vengono raccontate storie di ogni tipo, da quelle provenienti dalle fantasie più assurde con ad esempio donne serpenti che stuprano uomini o giovani scienziati in grado di ipnotizzare eserciti di donne per esaudire i loro più oscuri desideri sessuali, a storie molto più normali con scene di sesso tra fidanzati, coniugi sposati, clienti e prostitute, ecc… e sono tutte queste storie, e il fatto che siano assolutamente reali nei contesti nelle quali sono raccontate, a rendere la narrazione hentai pregna del fattore realismo e che a mio avviso avvicina il pubblico sempre più a questo genere di manga o anime.
Gli hentai, in oltre, permettono di raccontare, anche alla luce dell’esempio fatto prima, ciò che in un porno sarebbe a dir poco abominevole rappresentare. Incesti, abusi, stupri, rapporti con minori,smisurata libido, mind-control, abusi di droghe,zoofilia, stupri da parte di mostri o demoni, rapimenti, ricatti, sedute spiritiche, rituali magici, evocazioni demoniache e quanto di peggio si possa immaginare. In un Hentai tutto è permesso poiché tutto è limitato a dei disegni e in oltre è perfettamente credibile nella maniera nella quale l’autore decide di raccontarlo. Non è un caso se tra le categorie più apprezzate negli Hentai ci siano gli incesti, i netorare (generalizzando diciamo che sono dei tradimenti), i fantasy e i doujinshi (parodie di opere più famose) e i vari lolicon e shotacon (con scene di sesso rispettivamente con bambine e bambini prepuberali o adulti dall’aspetto comunque infantile).
Per quanto riguarda il secondo interrogativo alla base di questo speciale, ovvero il fatto che gli Hentai possano essere o no considerati arte la questione è direttamente connessa col discorso precedente e riguarda il concetto di rappresentazione della realtà.
Perché un cesto di frutta su un tavolo è solamente un cesto di frutta, mentre un quadro con disegnato un cesto di frutta è un opera d’arte di natura morta? Perché il quadro è una rappresentazione della realtà, una finestra nella quale l’autore riporta il proprio mondo e la propria visione per regalarla o venderla al fruitore dell’opera d’arte. la frutta che vediamo nel quadro non è infatti necessariamente la stessa che vedremmo se avessimo davanti agli occhi la scena da cui l’autore del quadro ha tratto ispirazione, ma bensì la sua rappresentazione artistica con forme, ombre, colori e atmosfere che riflettono l’umore, l’anima o il messaggio che l’artista ha impresso all’opera volontariamente o involontariamente.
Tornando al nostro main topic adesso, l’hentai è dunque un fumetto o un animazione (il che già di per sé tenderebbe a renderlo una forma d’arte) che rappresenta in maniera artistica realistica o irrealistica che sia, l’atto sessuale. Negli Hentai tutto è rappresentazione e tra l’altro il tutto è rappresentato attraverso disegni o immagini animate che hanno anche il loro pregio squisitamente visivo, per cui sì, l’hentai è a tutti gli effetti arte in quanto rappresentazione della realtà (o di un’aspetto di essa quantomeno) attraverso disegni o immagini in video.
 

Mi si permetta in oltre, di sottolineare come l’essere rappresentazione della realtà, conferisca all’Hentai una fortissima carica simbolica oltre che erotica, e il simbolo è capace di andare oltre il razionale e il reale, d’altronde lo si vede ogni volta che si interpreta in chiave simbolica un romanzo, un film o un fumetto. Se ad esempio in un hentai, una donna casta e fedele ma trascurata dal marito decide di acconsentire alla avances del figlio, e fare sesso con il figlio stesso più altri barboni che la violentano senza la sua volontà, e ad un certo punto dell’atto lei dovesse godere, in termini prettamente sessuali, di quel momento, il lettore appassionato del genere e col callo ormai per scene di quel tipo, non s’indignerebbe o inorridirebbe per quella scena, anzi, è probabilissimo che ne godrebbe anche lui in quanto carica di simbolismo. Nell’ipotetica (ma molto comune nel genere vi assicuro) scena in questione, la donna rappresenta la purezza e la castità mentre il barbone rappresenta l’animalesco, indesiderato, il socialmente riprovevole a cui però ognuno di noi, e quì devo per forza citare Freud, tende spinto dal proprio Es e frenato dal proprio Super Io.
Il connubio tra i possibili temi trattabili e la chiave di lettura simbolica, permette poi ai manga e anime di genere Hentai di mettere in luce una componente narrativa non indifferente. Se si scava a fondo e si va oltre l’apparenza, se si capisce che certi autori utilizzano il contesto erotico/pornografico per narrare drammi o commedie ci si troverà di fronte ad un panorama di titoli ed autori dall’ottima vena narrativa ed un disegno dal tratto immediatamente riconoscibile.
Dagli Ahegao di Mizuryu Kei, alle depravazioni e i lewd più sfrenati di ShindoL o del Fuusen Club, dalle storie e le forme assurde e divertentissime di Hirame, alla delicatezza narrativa di yukimi o Yamatogawa fino al tratto accurato e preciso di Oda Non o Homare sono solo alcuni degli esempi che potrei farvi dell’innumerevole mole di contenuti prettamente artistici che gli Hentai possono riservare se si va oltre la mera fruizione per scopi, per così dire, di natura strettamente personale e privata.
In definitiva dunque la risposta alla domanda di legittimazione artistica dell’Hentai è “sì”, i manga e gli anime di genere Hentai sono arte tanto quanto ogni altro fumetto o produzione animata, e dipende ovviamente poi solo dalla qualità che l’opera in sé presenta, la possibilità di definirla arte piuttosto che semplice pornografia.
Il porno reale è troppo finto e gli Hentai sono a tutti gli effetti arte, oltre che un genere fumettistico più che degno e troppo spesso invece sottovalutato o nemmeno considerato. And remember, ahegao is love, ahegao is life.