Il mese di Maggio di Netflix si apre con una grande novità firmata Ryan Murphy e Ian Brennan. Approderà infatti sugli schermi Hollywood, la nuova miniserie originale in sette episodi dal produttore e regista di American Horror Story, Glee, Nip/Tuck e The Politician che reinventa completamente l’immaginario della Hollywood degli anni d’oro per raccontare una storia inedita, un “what if” che critica il passato ma allo stesso tempo anche il presente.

Protagonisti della miniserie un gruppo di aspiranti attori, registi, sceneggiatori e grandi produttori cinematografici che cercano a qualsiasi costo di sfondare nella Hollywood del secondo dopoguerra. Ogni personaggio mette in evidenza gli ingiusti favoritismi che hanno caratterizzato quel periodo, le discriminazioni basate sul colore della pelle, sul genere e sulle preferenze sessuali, offrendo uno sguardo inedito dell’età d’oro dell’allora Tinseltown, periodo in cui la famosissima insegna della città recitava ancora “Hollywoodland”.

Come confermato dallo stesso Murphy, l’idea della serie nacque una sera a cena insieme al suo attore feticcio Darren Criss, che nella serie veste i panni del regista esordiente Raymond Ainsley, i due, ritrovatosi a parlare di uno dei periodi più sfavillanti ma anche più bui della tanto amata Hollywood, hanno dato vita a quella che di lì a poco si sarebbe trasformata nella nuova serie Netflix. Lo scopo di Hollywood è infatti quello di dar voce alle minoranze che nel periodo in cui la serie è ambientata una voce non l’avevano. Non è la prima volta che Ryan Murphy si interessa nel raccontare le storie dei più deboli nei suoi prodotti, basti pensare al gruppo di “perdenti” in Glee. Questa volta però lo fa andando ad interessarsi ad uno dei periodi che lui stesso ha ammesso di amare di più nella storia del cinema. Aveva già dato vita a “Feud” serie acclamata, sulla conclamata rivalità tra Bette Davis e Joan Crawford ambientata nello stesso periodo, in Hollywood però decide di compiere un passo in avanti, decide di prendere quel periodo tanto amato, mostrare le grandissime ombre che avvolgevano il quartiere più famoso di Los Angeles e ribaltare completamente la storia, dando vita ad un vero e proprio “what if” che critica il passato per inesorabilmente criticare il presente.

HollywoodLa Hollywood di quegli anni era quella descritta da Marilyn Monroe come: “Una città che ti paga 1000$ per un bacio e 10 cent per l’anima”, Brennan e Murphy, partendo da questa mai tanto vera affermazione, riscrivono la storia dando spazio ed importanza a personaggi non convenzionali e fuori da ogni schema che mai si sono visti nella Hollywood di quel tempo, ma che sicuramente sono esistiti, regolata allora dal rigidissimo codice Hayes, il quale, per esempio, vietava le scene omosessuali, considerate reato. Vengono così presentati sceneggiatori apertamente omosessuali, attori di colore, registi alle prime armi, donne di potere, tutte figure che forse avrebbero contribuito a migliorare quello che è oggi il cinema. Il tutto è inserito in una cornice di personaggi fittizi, nati dalla mente dei produttori, che si rapportano con i grandi nomi dell’epoca. Si incontreranno durante la miniserie personaggi dal calibro di Vivien Leigh, Rock Hudson, Anna May Wong, Eleanor Roosevelt e il viscido agente delle star realmente esistito Henry Willson (interpretato da un incredibile Jim Parson), tutti presentati così come realmente descritti dalla cronaca del tempo, ma approfonditi, ribaltati, letti in chiave “cosa sarebbe successo se…“.

Hollywood ribalta completamente i canoni del cinema del tempo, riscrive le leggi, ne elimina altre, sfata alcuni miti del tempo e crea un cinema nuovo, una storia nuova, mai racconta, un po’ come fatto sapientemente da Quentin Tarantino nel suo ultimo film “C’era Una Volta a.. Hollywood” con il quale condivide più di un aspetto.

Così come per ogni prodotto di Ryan Murphy (anche tra quelli meno riusciti), ciò che viene curato dettagliatamene è l’estetica dei personaggi e degli ambienti. Perfettamente ricostruita la Hollywood degli anni ‘40, e i luoghi simbolo della città come la famosa insegna “Hollywoodland”, il Beverly Hills Hotel, gli studios cinematografici. I costumi e le acconciature di ogni personaggio sono minuziosamente studiati, così come le somiglianze degli attori con i personaggi realmente esistiti; ancora una volta impossibile non citare la somiglianza tra Henry Willson e Jim Parson, qui in una delle sue migliori interpretazioni. Nel complesso tutto il cast, composto da nomi più o meno noti, è a suo agio nel vestire i panni del personaggio che interpreta. Oltre a Jim Parson, impossibile non citare la meravigliosa performance di Patti Lupone nei panni di Avis Ace moglie di un grande produttore cinematografico, Samara Weaving nei panni dell’attrice e figlia di Avis: Claire Wood, David Corenswet (già visto in The Politician) il giovane e belloccio attore in erba, Jeremy Pope che interpreta Archie Coleman lo sceneggiatore omosessuale di colore e Jacke Picking nei panni dell’attore Rock Hudson.

Quasi come un manifesto, anche se a tratti troppo didascalico, Hollywood ha l’intento di mettere in scena situazioni che mai sarebbero successe al tempo nella città del cinema, regolata da rigidissime norme e controllata da personaggi spregevoli e fuori da ogni schema. Hollywood è ampiamente considerata la culla dei sogni e delle speranze, ma in realtà è stata anche la tomba di molti artisti, di molte idee, che ad oggi non hanno mai visto la luce e che con questa miniserie possono trovare un riscatto, una nuova vita, in un mondo dove ancora le ingiustizie sul colore della pelle, sull’orientamento sessuale e sul sesso biologico continuano a mietere vittime, anche nel luogo che sembra impegnarsi tanto a combattere questa enorme piaga sociale.


Hollywood, miniserie in sette episodi prodotta da Ryan Murphy e Ian Brennan. Sarà disponibile su Netflix a partire dal 1 Maggio 2020. Di seguito potete vedere il trailer italiano della serie:

RASSEGNA PANORAMICA
Hollywood
8
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Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
hollywood-la-nuova-miniserie-di-ryan-murphy-che-riscrive-leta-delloro-del-cinema-americano-recensioneQuasi come un manifesto, anche se a tratti troppo didascalico, Hollywood ha l’intento di mettere in scena situazioni che mai sarebbero successe al tempo nella città del cinema, regolata da rigidissime norme e controllata da personaggi spregevoli e fuori da ogni schema. Hollywood è ampiamente considerata la culla dei sogni e delle speranze, ma in realtà è stata anche la tomba di molti artisti, di molte idee, che ad oggi non hanno mai visto la luce e che con questa miniserie possono trovare un riscatto, una nuova vita, in un mondo dove ancora le ingiustizie sul colore della pelle, sull'orientamento sessuale e sul sesso biologico continuano a mietere vittime, anche nel luogo che apparentemente sembra impegnarsi tanto a combattere queste enorme piaga sociale.

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