Il 3 Aprile è stata rilasciata inaspettatamente l’intera prima stagione di Home Before Dark, nuova serie thriller di Apple TV+. Ecco cosa ne pensiamo.

La serie è basata sulla storia di Hilde Lysiak, giornalista investigativa dell’età di 9 anni che insieme al padre ha, fin dalla giovane età, gestito il giornale della sua cittadina, Orange Street News: la ragazzina, devota alla verità, è diventata famosa fin dal 2016, diventando sempre più intraprendente. Stabilitasi poi nel 2019 in Arizona, viene anche minacciata di arresto dopo alcuni reportage sulla polizia di confine e sul muro al confine. Ovviamente questa è la storia della vera Hilde su cui, in parte, si basa appunto la serie commissionata da Apple, che ha adattato ed inserito in un racconto più ampio le storie coperte dalla giovane.

La serie segue le vicende della famiglia Liska, in specie di Hilde (Brooklynn Prince), bambina di 9 anni molto legata al padre, Matthew (Jim Sturgess), perciò interessata sin da piccola alla carriera di giornalista; quando, insieme alla sua famiglia, torna a Erie Harbor, cittadina dove il padre è cresciuto, la bambina si troverà ad indagare sull’omicidio di un’amica d’infanzia di Matthew, un’indagine che la porterà a scavare ancora di più nel passato della cittadina e scoprire un segreto rimasto a lungo sepolto e che ha tormentato il padre per tutti questi anni. Hilde si troverà così insieme al padre ad indagare su un caso creduto risolto e si metterà in fretta contro tutta la cittadina, compreso il dipartimento dello sceriffo, capeggiato da Frank Briggs Sr (Louis Herthum).

Già per la premessa, la serie sembrerebbe essere molto una sorta di teen drama e la durata di ogni puntata, non superiore ai 45 minuti a parte per il pilot, lo farebbe supporre ma, superato lo scoglio delle prime tre puntate che costruiscono i personaggi e la narrazione, oltre che l’ambientazione in cui agiscono gli stessi personaggi, ci si rende in fretta conto di essere davanti ad un buon thriller, che non vuole giocare sull’efferatezza dei crimini commessi per tenere lo spettatore quanto più sui personaggi e sui drammi che questi hanno vissuto a causa di una ferita vecchia di 30 anni. Veniamo introdotti così alla famiglia Lisko e a tutti quelli che saranno amici, nemici e riluttanti alleati della giovane e del padre, come Mackenzie “Trip” Johnson (Aziza Scott), Frank Jr (Michael Weston) e la preside Kim Collins (Joelle Carter). Capiamo nei primi tre episodi quanto Hilde sia la ragazza della famiglia più simile al padre, e quanto questo porti davvero imbarazzo ed un senso anche di estraniamento nei rapporti con la sorella Izzy (Kylie Rogers), e quanto il lavoro del padre abbia gravato sulla moglie Bridget (Abby Miller). Tutti questi personaggi iniziano a diventarci familiari, la loro storia diventa poi, col passare delle puntate, più chiara ed inizia a delineare quelli che potevano sembrare personaggi bidimensionali e con poco carattere come parte della storia, ognuno con la propria utilità e le proprie side story, di cui forse una delle più interessanti è quello di Frank jr insieme a quello della stessa Izzy Lisko. Il rapporto tra Frank ed il padre sembrerebbe uno dei classici stilemi del thriller ma, quando  la serie sembra in procinto di dare quella svolta che tutti si aspettano, cambia le carte in tavola ma allo stesso tempo non rende vano l’intero percorso del personaggio. Izzy invece, da petulante teenager inizia a capire la sorella quando, col passare delle puntate, si rende conto di non essere mai davvero stata oltre che un’estranea e inizia così a maturare la sua identità da singola, imparando dai propri errori. Da un certo punto di vista, lo svolgimento è abbastanza prevedibile o comunque segue i classici stilemi del thriller, ma non per questo è meno appassionante, grazie ad un cast bene assortito che non solo fa il suo lavoro ma riesce in pieno a trasmettere le emozioni. I confronti tra Matt e l’amico di infanzia, Frank, ed i momenti tra padre e figlia sono davvero sentiti, dimostrando ancora una volta quanto una storia, per quanto interessante nelle premesse, deve anche avere buoni interpreti o cade facilmente nel già visto.

La regia adottata dalla serie non è ricercata e non vuole proprio esserlo, ma sarebbe una menzogna definirla brutta o scialba: fa decisamente bene il suo lavoro e spesso la tensione è palpabile, proprio anche grazie ad un sapiente uso delle musiche, sopratutto il tema ricorrente, che non diventa abusato, ma viene gestito in maniera coerente. Il compositore non si affida poi sempre alle stesse note o a rimaneggiamenti del tema della sigla o della prima puntata, ma si sbizzarrisce, riuscendo a dare anche un tono musicale alle indagini: false partenze, depistaggi, imprevisti, vittorie, tutti elementi accompagnati da un distintivo suono e questo dimostra un’ottima cura nel prodotto che, con questi dettagli, non solo parla al pubblico a cui la serie è destinata ma anche ai più grandi che si troveranno a tifare per una bambina di 9 anni e la sua famiglia.

Home Before Dark si presenta da subito come un thriller dall’impostazione classica, che di per sé non aggiunge nulla al genere e non fa strepitare per essere visto ma, passato lo scoglio dei primi tre episodi e con l’aumentare della posta in gioco, la serie ingrana e si è catturati dalla storia di tutti i personaggi coinvolti. Personaggi, che nel bene e nel male, sono stati toccati dalla tragedia di 30 anni prima. Impareremo così a conoscere i vari pittoreschi cittadini della città e anche tutti gli amici d’infanzia di Matt, mentre il mistero continua a infittirsi e sarà solamente la maniera in cui tutti i personaggi reagiranno a determinare la fine di quella che era una maledizione che continuava a tormentarli e si era insinuata ormai sottopelle. Home Before Dark non stupisce per regia, fotografia o musiche, ma intrattiene per tutta la sua durata, non lascia nulla al caso e alla fine ti farà venire voglia di saperne di più, anche grazie al personaggio di Hilde, bambina audace che porta finalmente alla luce la verità.

RASSEGNA PANORAMICA
Home Before Dark Stagione 1
7
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Sono Luca, fin da piccolo mi sono interessato ai fumetti e successivamente alle serie tv, quando mi è stata data la possibilità di parlare delle mie passioni mi sono ficcato in questo progetto. PS: Ryan Ottley mi ha chiamato Tyrion non ricordandosi il mio nome.
home-before-dark-stagione-1-crescita-personale-infanzia-rubata-e-misteri-recensioneLa serie si presenta da subito come un thriller dall'impostazione classica, che di per sé non aggiunge nulla al genere e non fa strepitare per essere visto, ma passato lo scoglio dei primi 3 episodi e con l'aumentare della posta in gioco la serie ingrana e si è catturati dalla storia di tutti i personaggi coinvolti. Personaggi, che nel bene e nel male sono stati toccati dalla tragedia di 30 anni prima. Impareremo così a conoscere i vari pittoreschi cittadini della città e anche tutti gli amici d'infanzia di Matt, mentre il mistero continua a infittirsi e sarà solamente la maniera in cui tutti i personaggi reagiranno a determinare la fine di quella che era una maledizione che continuava a tormentarli e si era insinuata ormai sottopelle. Home Before Dark non stupisce per regia, fotografia o musiche, ma intrattiene per tutta la sua durata, non lascia nulla al caso e alla fine ti farà venire voglia di saperne di più, anche grazie al personaggio di Hilde, bambina audace che porta finalmente alla luce la verità. 

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