Adattamento dell’omonimo romanzo del 1946, La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley segna il ritorno di Guillermo del Toro sul grande schermo dopo un’assenza durata circa cinque anni dall’ultimo La Forma dell’Acqua. In attesa di vedere il suo Pinocchio in stop-motion, il pubblico potrà esplorare il mondo circense e il sottile confine tra mentalismo e spiritismo per come lo immagina proprio del Toro. Per l’occasione, il regista messicano si affida ad un cast nel quale su tutti Bradley Cooper, protagonista della pellicola e, dal punto di vista narrativo, forza motrice del racconto, che si basa totalmente sulle ambizioni del suo personaggio. L’ambientazione, che si sostanzia in un mondo che esiste tra luci e ombre, tra realtà e finzione, sembra essere quella perfetta per un lavoro di Guillermo del Toro e, soprattutto, per il suo modo di vedere e mettere in scena le storie che racconta. Le aspettative per Nightmare Alley saranno realtà oppure, come da titolo, si saranno rivelate solo un’illusione?

Stanton “Stan” Carlisle (Bradley Cooper) è un uomo dal passato oscuro che trova lavoro nel circo di Clem (Willem Dafoe). Qui l’uomo viene a conoscenza dell’Uomo Bestia, un’attrazione in cui un uomo lotta con un pollo fino a berne il sangue. Curioso di saperne di più del mondo dei circensi, Stan fa la conoscenza di Zeena (Toni Colette) e suo marito Pete (David Strathairn), ma soprattutto di Molly (Rooney Mara), con la quale è amore a prima vista. Il giostraio, però, non si accontenta di ciò che offre questa vita, e quando decide di fare il passo più lungo della gamba, andando oltre il semplice mentalismo, le cose per lui diventeranno estremamente pericolose.

La Fiera delle Illusioni - Nightmare AlleySì e no, per rispondere alla precedente domanda. La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley è un film soddisfacente a metà. A priori, va detto che questo status quo del film non dipende assolutamente dal lavoro di Guillermo del Toro che, anzi, fa di tutto per metterci del suo e far diventare la spirale di eventi quanto più coinvolgente – e amara, per certi versi – possibile. Il regista, infatti, opera alcuni cambi rispetto alla storia originale, che nel finale diventava eccessivamente carica di particolare, andando a snellire alcune parti e rimodulando alcuni eventi, anche se in alcuni casi queste modifiche contribuiscono a rendere il tutto più causale. Il risultato è sicuramente qualcosa che colpisce lo spettatore e che aiuta a delineare in maniera più netta il profilo del personaggio di Bradley Cooper, ma in ogni caso il film non riesce ad ovviare alla problematica più grande della narrazione, condivisa anche da chi ha letto il romanzo di William Lindsay Gresham: alla storia manca del mordente, qualcosa che riesca a coinvolgere in maniera più importante lo spettatore/lettore. Durante la visione della pellicola non sarà strano chiedersi la motivazione dietro alcuni eventi, il perché determinati personaggi abbiano agito in determinate maniere. E se da un lato, dopo qualche riflessione, alcune di queste domande trovano risposta, dall’altro è anche vero che quest’ultima operazione è frutto di una voglia dello spettatore di non lasciare nulla in sospeso, al contrario di ciò che fa il film, o per meglio dire, la storia. Senza finire nel campo dello spoiler, dopo una prima parte molto interessante, La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley si può dire che trasli in un mondo tutto nuovo rispetto a quello mostrato all’inizio, perdendo nel mentre però quell’aura che tanto bene si sposava con il modo di fare cinema di del Toro. La sceneggiatura a questo punto si fa caotica e, come detto, le scelte fatte in fase di scrittura non aiutano, dando al pubblico una serie di scelte da parte dei personaggi non esattamente dotate di senso.

Registicamente parlando, invece, ci si ritrova davanti ad un buon prodotto di Guillermo del Toro. Sicuramente non il suo miglior lavoro, perché si è lontani da quelle scene cariche d’impatto che si erano viste, per esempio, nell’ultimo La Forma dell’Acqua, giusto per citarne uno. Tuttavia, il regista cerca di lasciare sempre la sua impronta, con una messa in scena in alcuni casi veramente degna di nota. La prima parte del film, ambientata nel mondo dei circensi, è in puro stile Guillermo del Toro, che riesce benissimo a creare un mondo popolato da quelli che sono definiti freak: non è una novità, visto che il regista messicano nel grottesco si trova assolutamente a suo agio, ed è un peccato che per esigenze di trama si sia dovuti poi virare su ambienti più aulici e altolocati, in cui la visione di del Toro è certamente riscontrabile, ma anche molto meno marcata. Molte delle scenografie sono veramente incredibili e aiutano il film a stamparsi nella memoria del pubblico, in mancanza di una storia che riesca a lasciare indelebilmente un senso.

La Fiera delle Illusioni - Nightmare AlleySe il film, dunque, convince a metà, questo discorso lo si può proiettare anche sul cast, ma per motivi diversi. Affollato di grandi nomi, come spesso accade in questi casi, non tutti gli attori riescono ad avere un minutaggio tale da riuscire a mettere in mostra la loro risaputa bravura. Su tutti, Willem Dafoe con il poco tempo che ha a disposizione riesce a creare un Clem veramente interessante e oscuro in alcuni momenti, ma questa percezione dell’aura attorno al personaggio si conclude in un nulla di fatto perché, a conti fatti, il capo del circo è poco più che una comparsa. Quando però si parla di mostri sacri come Dafoe, tuttavia, è impossibile restare del tutto insoddisfatti: infatti l’attore ha una scena in cui, sostanzialmente, recita un monologo, accompagnandolo ad una mimica facciale e una gestualità impressionanti. Discorso simile anche per Rooney Mara: la sua Molly sembra poter essere più di un semplice personaggio di supporto, però alla fine si rivela solo una vittima degli eventi e la sua voce nel racconto si fa sempre più flebile, con l’attrice che non ha dunque modo di esprimere il suo potenziale. Chi invece ha modo di mettere in mostra tutto il suo talento è Bradley Cooper, protagonista indiscusso de La Fiera delle Illusioni: la bravura dell’attore non si scopre di certo oggi, ma è bello constatare che ancora una volta Cooper riesce a dare il massimo. Stan è un uomo carico di speranza, ma anche afflitto da quelli che sembrano degli incubi e quando deciderà di nascondere tutto sotto il peso delle ambizioni, queste stesse rischieranno di farlo crollare. Bradley Cooper riesce a condensare tutto questo nella sua prova, regalando al pubblico un personaggio che balla continuamente – e pericolosamente – sulla sottile linea che c’è tra l’essere un uomo vero e l’essere un uomo che vive di bugie. Come i circensi, vorrebbe far intendere il film. O come qualcosa di più sbagliato, come sempre il film racconta. Cooper, in ogni caso, abbraccia entrambe le visioni e ciò che ne vien fuori è veramente un’ottima prova. Buona anche la prova di Cate Blanchett, che nel film interpreta la dottoressa Lilith Ritter. Su di lei non si può dir molto perché entra in gioco in un momento avanzato del film e non si vogliono rivelare eventuali snodi di trama, però se è vero l’attrice è veramente ottima nel mettere in scena una donna fredda e scostante, è anche vero che tutti i problemi di confusione del film trovano posto proprio nel suo personaggio, che sembra agire come spinta dal caso, soltanto perché la dottoressa deve fare qualcosa per portare avanti il racconto. Il colpo di scena che la vede coinvolta, infatti, nonostante non sia affatto così scontato, non emoziona, perché il pubblico non sarà riuscito ad inquadrare il personaggio e, di conseguenza, si ritroverà a chiedersi il perché di determinate azioni, aspettandosi una risposta che possa andare oltre il semplice “perché sì”.

Insomma, La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley è un film che non riesce ad emozionare come vorrebbe, più che come dovrebbe. Guillermo del Toro ci prova in tutti i modi, intervenendo sulla sceneggiatura – con ottime scelte a volte, altre un po’ meno azzeccate – e dando il suo solito apporto in fase di messa in scena. Quella che però si potrebbe definire duplice ambientazione del film non aiuta lo stesso, e dopo una prima parte in cui il ritmo è incalzante e il mondo costruito interessante, ne arriva una più fredda e in cui le azioni dei personaggi sembrano essere governate dalla casualità. Sul versante delle prove attoriali, i personaggi che hanno più spazio riescono ad esprimersi nel migliore dei modi, con un Bradley Cooper in gran forma, la cui prova nella prima parte si basa su molti silenzi che però fanno capire tanto al pubblico. Chi ha avuto meno spazio, invece, ha fatto quello che ha potuto, lasciando nello spettatore una voglia di vederne di più. Voglia che però non verrà assecondata dal film, come nel caso di Willem Dafoe. Il tutto si riassume in una storia che ha del potenziale ma che non poggia su basi e su motivazioni che possano andare a coinvolgere totalmente chi sta guardando, che sarà rapito più dai colori di del Toro, che dalla storia cui sta assistendo. La Fiera delle Illusioni è un film che soddisfa a metà e che però, con un regista come il messicano, avrebbe potuto essere molto di più.


La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley arriva in sala a partire dal 27 gennaio. Di seguito, il trailer ufficiale del film:

RASSEGNA PANORAMICA
La Fiera delle Illusioni - Nightmare Alley
6.5
Articolo precedenteBiancaneve e i sette nani – Per Peter Dinklage “una storia fottutamente arretrata”
Articolo successivoLeggende Pokémon: Arceus – LRNZ firma un’esclusiva stampa dedicata al gioco, al via l’asta di beneficenza
Il mio primo film visto al cinema è stato "Dinosauri" della Disney, il mio primo libro "La fabbrica di cioccolato" e il mio primo videogioco "Tip Top - Il mistero dei libri scomparsi". Nel 2002 mi sono innamorato di Spider-Man e nel 2008 del grande schermo, grazie a "Bastardi Senza Gloria". Parlerei per ore di cinema, serie tv e fumetti. Sto aspettando la quinta stagione di "Sherlock".
la-fiera-delle-illusioni-nightmare-alley-di-guillermo-del-toro-oltrepassare-il-limite-recensioneLa Fiera delle Illusioni - Nightmare Alley è un film che non riesce ad emozionare come vorrebbe, più che come dovrebbe. Guillermo del Toro ci prova in tutti i modi, intervenendo sulla sceneggiatura – con ottime scelte a volte, altre un po’ meno azzeccate – e dando il suo solito apporto in fase di messa in scena. Quella che però si potrebbe definire duplice ambientazione del film non aiuta lo stesso, e dopo una prima parte in cui il ritmo è incalzante e il mondo costruito interessante, ne arriva una più fredda e in cui le azioni dei personaggi sembrano essere governate dalla casualità. Sul versante delle prove attoriali, i personaggi che hanno più spazio riescono ad esprimersi nel migliore dei modi, con un Bradley Cooper in gran forma, la cui prova nella prima parte si basa su molti silenzi che però fanno capire tanto al pubblico. Chi ha avuto meno spazio, invece, ha fatto quello che ha potuto, lasciando nello spettatore una voglia di vederne di più. Voglia che però non verrà assecondata dal film, come nel caso di Willem Dafoe. Il tutto si riassume in una storia che ha del potenziale ma che non poggia su basi e su motivazioni che possano andare a coinvolgere totalmente chi sta guardando, che sarà rapito più dai colori di del Toro, che dalla storia cui sta assistendo. La Fiera delle Illusioni è un film che soddisfa a metà e che però, con un regista come il messicano, avrebbe potuto essere molto di più.

Lascia un commento