Lucifer Stagione 4 – Il Diavolo è Tornato | Recensione

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Lucifer

Esattamente un anno dopo la fine della terza stagione, Lucifer torna sui nostri schermi con la sua quarta stagione, firmata Warner Bros. TV e Netflix.

Dopo una cancellazione non sorprendente da parte di FOX l’anno scorso, la serie tv era praticamente condannato a marcire all’inferno se non fosse stato per i fan che, grazie a petizioni e ad un hashtag virale, #SaveLucifer, Netflix, che nel resto del mondo grazie all’accordo con Warner Bros. TV distribuiva la serie e visto il successo in qualsiasi paese tranne gli USA, ha deciso di riportare la serie in onda con un ordine minore di episodi per la quarta stagione, ovvero 10.

La serie tv segue Lucifer Morningstar (Tom Ellis), il proprietario di un famoso nightclub di Los Angeles, il Lux, che dopo che una sua conoscente viene brutalmente uccisa si trova ad indagare su omicidi e crimini in compagnia della Detective Chloe Decker (Lauren German): Lucifer tuttavia non è solo un imprenditore della splendente L.A., è anche il Diavolo che, annoiato dalla sua vita come regnante dell’inferno, ha abbandonato il proprio ruolo. Lavorando con la detective, Lucifer entrerà sempre di più in contatto con l’umanità, nonostante le avvertenze e le preoccupazioni della sua guardia del corpo,Mazikeen (Lesley-Ann Brandt) e suo fratello, Amenadiel (D.B. Woodside).

La serie non riparte direttamente dalla fine della terza stagione quando Lucifer, per salvare la detective da Caino (Tom Welling) si era rivelato finalmente a lei come il diavolo, ma riparte un mese dopo tale evento; mese in cui Chloe si è presa una pausa dal lavoro per ragionare sugli eventi delle ultime settimane che hanno fatto cadere tutte le sue certezze.  Nella quarta stagione sotto l’ombrello di Netflix ritroviamo gran parte dei personaggi che abbiamo conosciuto nelle prime tre stagioni della serie oltre ai nostri due protagonisti, come il detective Dan Espinoza (Kevin Alejandro), la dottoressa Linda Martin (Rachael Harris) ed Ella Lopez (Aimee Garcia).

La serie, con solamente 10 episodi quest’anno, evita tutti i possibili filler che riempivano le precedenti due stagioni e che tanto avevano afflitto la terza stagione facendo calare drasticamente gli ascolti. Ma non solo, il numero ridotto di puntate aggiunge molta più curiosità sulle vicende dei protagonisti ed anche al caso di ogni episodio che si ricollega personalmente ad un dilemma di qualcuno dei protagonisti, dopo i fatti dell’ultimo anno e dopo tutte le scoperte che sono state fatte sia nell’ambito personale che in quello sovrannaturale. In aggiunta ai soliti personaggi noti, quest’anno abbiamo Eva, interpretata da Inbar Lavi, prima fiamma di Lucifer e personaggio interessante ed imprevedibile. Poi abbiamo il villain della stagione, Padre Kinley, interpretato da Graham McTavish.

Eva, la prima donna dell’umanità ed anche prima fiamma di Lucifer è un personaggio difficilmente interpretabile all’inizio: si sospetta subito abbia secondi fini e fino alla fine della stagione non si è sicuri di cosa sia capace per riavere il suo amato, il diavolo edonistico che cerca il piacere attraverso il caos la distruzione, non quello che è in cerca di redenzione grazie alla sua collaborazione con Chloe. Il suo essere introdotta e poi incorporata nelle principali trame della serie avviene con giudizio e viene costruito in modo da sembrare naturale e non per nulla l’ennesimo ostacolo alla relazione tra il diavolo e la detective. Per quello che riguarda Padre Kinley, è il primo villain della serie non solamente umano ma anche collegato alla religione ed al rischio di un eccessivo credo verso la televisione. Farà di tutto per dividere Lucifer e Chloe, in modo da non far avverare una profezia che sembra proprio aver a che fare con tutta la storia dei due sin dalla prima stagione. McTavish nel ruolo del padre estremamente zelante funziona ed è ben riconoscibile già dalla prima apparizione, dimostrando quanto la scelta di quell’attore per tale ruolo, e la possibilità di avere meno puntate e quindi più disponibilità di fondi, abbia permesso di averlo in abbastanza puntate da renderlo una minaccia tangibile e per nulla scontata.

Gli altri personaggi secondari, come Amenadiel, affrontano le conseguenze dello scontro con Caino nella stagione scorsa e la scoperta che gli stessi Angeli si definiscono da soli e non dalla volontà di Dio: dunque la scelta di questi di rimanere sulla terra non è imprevedibile, ma ben costruita come la strada del personaggio, che deve imparare ad essere una figura ben più difficile di un angelo guerriero;

Dan deve invece fare i conti con la perdita di Charlotte Richards, e questo lo porterà a percorrere una strada che, per quanto interessante, sarebbe stata un passo indietro per il personaggio e quindi viene gestita nel modo migliore possibile, ovvero come una ricaduta che peserà sia sulla trama che sul suo rapporto con Chloe e Lucifer, ma anche con Ella; proprio Ella sta affrontando anche lei a modo suo la morte di Charlotte, attraverso una crisi di fede che non è per niente da lei e che ci mostra tutta la forza della ragazza quando anche una certezza così grande come la sua religione le crolla addosso. Mai come in questa stagione la religione e i rapporti tra i protagonisti sono messi a dura prova e probabilmente ne vedremo ancora degli strascichi nella prossima stagione.

Ogni problema che ogni personaggio affronta viene riflettuto attraverso il caso della puntata, e ogni momento di rivelazione è costruito nettamente meglio e risulta molto più soddisfacente ed immediato senza più i troppi casi da puntata estremamente sdolcinati o troppo amari, che distoglievano i personaggi dai loro percorsi; Lucifer così con questa quarta stagione trova il modo di non rimanere bloccato nella sua struttura di procedurale, anzi mai come forse sin dalla prima stagione, i casi di puntata hanno un’utilità ai fini della trama, tanto che si trasformano in una delle forze della stagione. Ma è sempre lui, Tom Ellis, a fare la parte del leone, il suo Lucifero è dannatamente affascinante, carismatico e divertente ed il suo rapporto con la detective Decker, interpretata in maniera convincente da Lauren German, è un altro punto interessante che in questa stagione ha decisamente possibilità di brillare, non avendo tutti i filler necessari per arrivare a venti episodi stagionali.

Lucifer quindi è tornato, e grazie a Netflix ha riscoperto la cattiveria e il pepe che caratterizzavano la prima stagione, tanto da poter essere finalmente definito un prodotto totalmente originale e che riesce anche a mischiare ora più che mai, sapientemente, i suoi elementi sovrannaturali a quelli da procedurale. Se a questo aggiungiamo una regia più curata ed un uso migliore degli effetti speciali per rendere più credibile il diabolico volto di Satana, abbiamo forse la migliore stagione della serie sin dai tempi della prima Se non avete ancora approfittato dall’uscita delle 3 stagioni su Netflix per approcciarvi a questa serie, forse ora più che mai è il momento migliore per farlo.