Maus, capolavoro di Art Spiegelman, è stato bandito da una scuola del Tennessee

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Maus

Il consiglio della McMinn County del Tennessee, Stati Uniti, ha votato per bandire Maus, opera di Art Spiegelman che gli è valsa il premio Pulitzer e che raccontava dell’olocausto.

Maus è una graphic novel, pubblicata originariamente in parti dal 1980 al 1991, opera di Art Spiegelman, autore Ebreo la cui storia sopracitata lo ha portato a vincere il premio Pulitzer. La storia narra dei campi di concentramento, con animali antropomorfi nel il ruolo di vittime e carnefici. Nella storia gli ebrei sono rappresentati come dei topi mentre i nazisti come gatti. La graphic novel nasce dalla voglia e dalla necessità dell’autore di raccontare il periodo che il padre, un ebreo polacco sopravvissuto ai campi di concentramento, aveva vissuto durante la seconda guerra mondiale. Maus è frutto di un’intervista ad un sopravvissuto di quello che è passato alla storia come il genocidio più imponente della storia ed anche un fumetto artisticamente sublime, che non prende parti, ma racconta la cruda realtà dei campi e della seconda guerra mondiale.

Secondo il Tennessee Holler, la McMinn County School ha votato all’unanimità praticamente per eliminare Maus da tutte le scuole che fanno parte del proprio controllo. Il motivo dietro a questa scelta sarebbero parolacce presenti nel fumetto ed alcune scene di donne nude. Secondo le fonti interne alla scuola, era stato proposto di modificare le copie in loro possesso per eliminare parolacce e scene di nudo: la richiesta è stata poi ritenuta inappropriata, e così è stato votato il ban al libro. Il giornale che per primo ha dato la notizia ha contattato la scuola che ha confermato che il motivo dietro al ban non è perché parla dell’olocausto.

Questa la dichiarazione di un membro del consiglio:

“Perché il sistema scolastico dovrebbe promuovere certe cose? Non è sano ed educativo, non nego che è stato orribile e crudele, ma è come quando guardi un film o una serie tv e qualcuno dice una parolaccia o si vedono scene di nudo, sarebbe lo stesso prodotto anche senza di quelle. Bè, questo sarebbe lo stesso libro anche senza. Se avessi un figlio che va a scuola, non vorrei imparasse queste cose e non vorrei essere costretto a fargli cambiare scuola o altro.”

Comunque nonostante il ban del libro da parte dell’istituto, alcuni professori della scuola, come quello di storia, hanno difeso i libro definendolo come “un grande modo per raccontare un terribile momento come l’olocausto.”

Nonostante i motivi dietro al ban, numerosi fumettisti e giornalisti si sono espressi in merito alla questione. Soprattutto perché il ban è avvenuto esattamente il giorno prima della giornata internazionale in ricordo dell’olocausto.  Inoltre, le voci sono praticamente tutte all’unisono e condannano tale scelta

“C’è solo una tipologia di persone che voterebbe per bannare Maus, qualsiasi nome usino oggi” ha scritto Neil Gaiman.

“Un consiglio di una scuola nel Tennesse ha votato per bannare Maus, che racconta la stora dell’olocausto con dei topi, perché conteneva parole inappropriate e immagini sconvenienti. Gli auguro tutta la fortuna nella ricerca di contenuti family-friendly sull’olocausto.” ha aggiunto Yair Rosenberg.

Anche lo stesso Art Spiegelman ha parlato di quanto successo a CNBC, commentando: “Sono basito. Quando l’ho saputo sono rimasto a bocca aperta, del tipo ‘Cosa!’, è Orwelliano.”

Fonte: CBR

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