L’approdo di Neon Genesis Evangelion su Netflix, avvenuto ormai una settimana fa, è, come risaputo, sulla bocca di tutti. La leggendaria serie animata creata da Hideaki Anno non ha certo bisogno di presentazioni, ma l’arrivo sulla celebre piattaforma di streaming ha dato il via ad una serie di polemiche, discussioni ed analisi senza fine, tutte con un unico argomento portante, ovvero il nuovo adattamento, ad opera di Gualtiero Cannarsi, tanto che venerdì la stessa Netflix ha deciso di rimuovere il nuovo doppiaggio.
Si è detto e scritto veramente ogni genere di pensiero ed opinione sull’argomento: anche noi di RedCapes abbiamo affrontato l’argomento e, in prima battuta, abbiamo anche criticato alcune delle scelte in fase di adattamento da parte di Cannarsi che, per chi non lo sapesse, è stato responsabile dell’adattamento della stessa serie ventidue anni fa, oltre ad essersi occupato, negli anni, di svariati prodotti, tra i quali molti film prodotti dallo Studio Ghibli.
Ed è proprio perché, in prima analisi, abbiamo apertamente messo in discussione alcune scelte nel nuovo adattamento, che abbiamo preso la decisione di contattare direttamente Gualtiero Cannarsi per parlare delle sue scelte in fatto di adattamento, perché crediamo che, anziché criticare senza contraddittorio, in questo caso fosse necessario provare a comprendere le motivazioni di alcune scelte rivelatesi impopolari.
Abbiamo decisamente tralasciato argomenti, ormai discussi da chiunque, come il cambio di terminologia nei casi delle parole “angelo”, “berserk” e “Eva”, diventati “apostoli”, “stato di furia” e “unità” perché reputiamo che siano cambiamenti decisamente ininfluenti ai fini della comprensione della serie, e perché, esattamente come per altre critiche mosse nei confronti dell’autore e del suo lavoro, sono strettamente legate all’attaccamento, spesso emotivo, che gli utenti hanno nei confronti della “vecchia” versione di Neon Genesis Evangelion.
A tal proposito, possiamo affermare che, una volta passato lo stupore iniziale e lo sdegno sbandierato da alcuni, questo nuovo adattamento di Neon Genesis Evangelion non sia poi così incomprensibile o ostico come si potrebbe pensare in prima battuta, pur essendo comunque non di facile fruizione e, a volte, possa suonare davvero in modo strano. E’ anche vero che spesso è il primo impatto quello che determina il gradimento o meno di un’opera e, in questo caso, il primo impatto non è stato decisamente dei più semplici.
Durante la nostra conversazione con Cannarsi (perché più che un’intervista è stata una chiacchierata che ha spaziato su tantissimi argomenti, prendendo come spunto Evangelion) sono emerse molto chiaramente quelle che sono le posizioni, condivisibili o meno sia chiaro, con il quale Gualtiero si pone nei confronti del proprio operato.
Secondo Cannarsi il punto fondamentale del proprio operato è senza ombra di dubbio la ricerca della massima fedeltà possibile all’opera originale, ed il rispetto per quest’ultima: già da questo semplice punto di partenza potrebbe crearsi la prima, e fondamentalmente maggiore, frattura con l’opinione generale. Se, infatti, in molti, chi educatamente e chi in maniera piuttosto discutibile, chiedono a gran voce che l’adattamento di Evangelion (ma di qualsiasi opera) abbia come fine ultimo la fruizione per un pubblico il più possibile esteso dell’opera stessa, il processo di adattamento di Cannarsi si pone come fine ultimo una trasposizione più simile possibile al materiale originale.
Senza addentrarsi troppo nello specifico, visto che ormai pressoché chiunque conosce a menadito le linee di dialogo “incriminate”, vorremmo puntare la discussione su un punto diverso: è davvero così sbagliato l’approccio di Gualtiero Cannarsi? E’ realmente poco rispettoso del pubblico? E’ più importante il rispetto dell’opera o quello nei confronti del pubblico?
Secondo l’autore non si tratta di mancato rispetto nei confronti del pubblico, ma di un tentativo, un desiderio mai nascosto da parte di Cannarsi, di rimettere mano a quanto già adattato all’epoca della prima messa in onda.
Gualtiero Cannarsi, infatti, è pienamente convinto della bontà e della genuina convinzione del suo approccio, nonostante un panorama di reazioni in cui lo stesso Cannarsi è stato accusato di voler “dare la propria impronta” all’opera di Hideaki Anno. La sua posizione è ben diversa: ha ribadito più volte, e non solo con noi, ma anche in altre interviste, di voler “correggere quelle che, per me, erano delle mancanze”.
A questo va aggiunto un fattore non indifferente, il tempo: sono passati ventidue anni dalla precedente versione, ed è impossibile pensare che il lavoro svolto oltre vent’anni fa sia considerabile perfetto, così come, per stessa ammissione di Cannarsi, anche quest’ultimo non lo è, in quanto “tutto è perfettibile”.
Ovviamente, vista la decisione di Netflix di rimuovere il doppiaggio, abbiamo chiesto a Cannarsi quelle che fossero le sue impressioni sulla vicenda, e se fosse in possesso di informazioni su come verrà nuovamente adattato l’anime. Questa la sua risposta:
Sono una persona con i piedi piantati per terra e trovo ridondante speculare su ciò che avrebbe dovuto fare, farà o avrebbe fatto, poiché il mio interesse era solo sull’adattamento di Evangelion, che io ritengo fondamentalmente né ottimo né pessimo, ma obiettivamente parlando un lavoro onesto nei confronti dell’opera originale. Come già detto, non ho contatti con Netflix, quindi parlare del futuro è al di fuori della mia portata.
Abbiamo poi voluto porre all’autore quella che fondamentalmente è la domanda più ricorrente, relativamente alla questione “adattamento di NGE”, ovvero: è preferibile una frase dal contenuto sbagliato, ma detta bene, o una frase corretta, con una forma inusuale?
Pur non condividendo il pensiero di Cannarsi sull’adattamento, in quanto a nostro parere è possibile essere rispettosi dell’opera originale pur utilizzando un linguaggio semplice ed accessibile ad un ampio pubblico, riteniamo giusto ascoltare e rispettare il pensiero altrui.
In sostanza, quello che ci preme ribadire è che, nonostante il momento storico non sia sicuramente il più idoneo per discorsi di questo genere, occorrerebbe provare a capire le scelte, non solo di Cannarsi ma di qualsiasi addetto ai lavori e non necessariamente in questo preciso ambito, anziché lanciarsi in critiche spesso dettate da un sentimento e non da un’analisi attenta dell’argomento del quale si sta parlando, fermo restando che le critiche sono sempre un diritto sacrosanto.
Perché, se è vero che il diritto alla critica è sacrosanto, è altrettanto vero che il nostro mondo ha la sinistra tendenza a vivere di hype, di reazioni immediate, dando pochissimo spazio ad un’analisi posata e scevra da pregiudizi. E questo trattamento, Neon Genesis Evangelion, per l’importanza ed il valore che ha, sicuramente non lo merita.