Dopo il rapido passaggio ad Alice Nella Città 2022, sezione autonoma della Festa del Cinema di Roma, il particolare thriller/horror diretto da Carlota Pereda e basato su un suo cortometraggio, vincitore dell’ambito premio spagnolo Goya, dallo stesso titolo, con la stessa protagonista, Laura Galán, rilasciato nel 2018, Piggy (titolo originale Cerdita) arriva in Italia il 20 luglio distribuito da I Wonder Pictures che continua a il suo lodevole compito di distribuire film che apparentemente non avrebbero una distribuzione nel nostro Paese. Abbiamo visto il film l’anno scorso ad Alice nella Città e in occasione dell’uscita in sala vi riportiamo il nostro parere.

Protagonista di Piggy è Sara (Laura Galán), un’adolescente sovrappeso vittima di bullismo da parte una cricca di ragazze coetanee. A osservare l’ennesimo abuso, un uomo misterioso che darà una svolta inaspettata alla vita della ragazza. Posta di fronte all’opportunità di vendicarsi del costante e gratuito body shaming, Sara dovrà decidere se essere complice di un terribile segreto o far prevalere il comune senso etico e morale.

Vittima o carnefice? È questo l’interrogativo che Pereda pone ai suoi spettatori durante la visione del film. Il suo cortometraggio omonimo del 2018 aveva già cercato di dare una risposta, filtrando attraverso gli occhi di Sara, la Cerdita del titolo originale, una storia fatta di bullismo, grassofobia e paura. Che cosa succede quando un evento esterno clamoroso potrebbe risolvere il tuo problema? Staresti semplicemente a guardare o ne prenderesti parte? Ecco dove il cortometraggio e il film si differenziano. Ci sono corti che dovrebbero restare corti, vista l’incisività della storia. Cerdita del 2018 in soli 13 minuti riesce nell’intento di far empatizzare lo spettatore con un personaggio vittima che allo stesso tempo si trasforma – involontariamente? – in carnefice. Il lungometraggio del 2022 partendo dalle stesse premesse del corto esplora e amplia la terribile storia di Sara, aggiungendo personaggi che approfondiscono il suo senso di inadeguatezza e la sua difficoltà di trovare un posto nel mondo, facendo in parte perdere quell’incisività che aveva caratterizzato il cortometraggio.

Sara è una ragazza in sovrappeso, figlia del macellaio del paese, che accompagna a caccia suo padre e trascorre le sue giornate nella macelleria di famiglia. Sembra non avere amici e l’unica amica che aveva, ha deciso di voltarle le spalle per entrare nel gruppo delle ragazze “cool”. Dopo un grave episodio di bullismo e grassofobia, Sara assisterà a quella che sembra essere la risoluzione dei suoi problemi e inerme e spaventata approfitta della situazione finendo però in un vortice di sangue. Laura Galán, che aveva preso parte al cortometraggio, torna a vestire i panni di Sara, la Cerdita/Piggy, la ragazza derisa per il suo aspetto fisico e allontanata. Straordinaria nell’interpretare un ruolo complesso che mette a nudo il suo corpo e la sua anima, Galán si fa portavoce di un racconto al femminile di soprusi e cattiverie provenienti non solo dalla cerchia di coetanei ma dalla stessa famiglia, incapace di provare compassione e aiutare la figlia. Un racconto al femminile dove gli uomini sono solo un mero contorno, senza nome, senza staffa, ad eccetto di uno, lui, l’apparente salvatore di Sara, colui che da un momento all’altro potrebbe risolvere tutti i suoi problemi.

La regista spagnola Carlota Pereda gioca con i generi, dal teen drama al thriller, dall’horror allo slasher, passando per il dramma famigliare. Dopo una prima parte più introspettiva, è nel terzo atto che esplode la violenza che si sposa con l’animo distrutto e mutilato di Sara. Questo continuo alternarsi di generi, a volte più riuscito di altre, crea però una sorta di squilibrio, facendo perdere alla pellicola il suo punto focale che invece era stato estremamente centrato nel cortometraggio del 2018. Piggy è una storia di corpi, non conformi, mutilati, aggravata da quel giudizio esterno che crea disagio, ed è così che Sara si trasforma – consapevolmente? – in una final girl non canonica.

Piggy servendosi delle suggestioni dell’horror e dello slasher racconta una storia che è un dramma vero e proprio, che fa dell’esposizione dei corpi il suo punto centrale. Riscrivendo i “revenge movie” in modo originale, Carlotta Pereda amplia ed espande il suo bellissimo cortometraggio in una storia fortemente drammatica sorretta dall’interpretazione della protagonista Laura Galán in un ruolo complesso che la vede nei panni di un’insolita final girl. Piggy riflette sul significato di bullismo, grassofobia e adolescenza, utilizzando l’horror per mettere in mostra il suo aspetto più orrorifico e terribile. Nonostante il lungometraggio perda in parte l’incisività del cortometraggio, Carlota Pereda si conferma una regista (e sceneggiatrice) da non sottovalutare.


Piggy arriva al cinema il 20 luglio distribuito da I Wonder Pictures. Ecco il trailer ufficiale del fim:

RASSEGNA PANORAMICA
Piggy
7
Articolo precedenteSecret Invasion – Ecco il trailer degli episodi finali della serie Marvel di Disney+
Articolo successivoThe Continental – Prime Video svela le prime immagini e il cast della serie prequel di John Wick
Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
piggy-dalla-spagna-lhorror-di-carlota-pereda-distribuito-da-i-wonder-pictures-recensionePiggy servendosi delle suggestioni dell’horror e dello slasher racconta una storia che è un dramma vero e proprio, che fa dell’esposizione dei corpi il suo punto centrale. Riscrivendo i “revenge movie” in modo originale, Carlotta Pereda amplia ed espande il suo bellissimo cortometraggio in una storia fortemente drammatica sorretta dall’interpretazione della protagonista Laura Galán in un ruolo complesso che la vede nei panni di un’insolita final girl. Piggy riflette sul significato di bullismo, grassofobia e adolescenza, utilizzando l’horror per mettere in mostra il suo aspetto più orrorifico e terribile. Nonostante il lungometraggio perda in parte l'incisività del cortometraggio, Carlota Pereda si conferma una regista (e sceneggiatrice) da non sottovalutare.

Lascia un commento