Per Pinocchio il 2022 è stato un anno certamente florido. Ben due film dedicati al burattino di legno di Carlo Collodi: il remake live-action del Classico Disney con Tom Hanks nei panni di Geppetto e il film in stop motion di Guillermo del Toro prodotto da Netflix Animation. In particolare, il secondo progetto ha attirato su di sé veramente tanta attenzione e curiosità: di un nuovo adattamento di Pinocchio, forse, non se ne sentiva il bisogno, ma del Toro è del Toro. Capire in che modo il regista avrebbe portato la sua inconfondibile visione in una storia che tutti conoscono praticamente a memoria è stato il fattore che più ha smosso l’attenzione del grande pubblico. Il focus sul progetto è poi aumentato quando Netflix ha annunciato che prima dell’arrivo in streaming la pellicola sarebbe passata dai cinema, trattamento riservato solo ai titoli in cui la piattaforma crede fortemente. Già dai trailer, poi, si era capito che quello che sarebbe arrivato al pubblico sarebbe stato un gran film, e così è stato.

Nell’Italia fascista, Geppetto è un falegname che vive con suo figlio Carlo. Quando il piccolo perde la vita a causa della guerra, la vita di Geppetto si spezza. In memoria del figlio, costruirà un burattino di legno, che prenderà vita nel corso della notte e verrà chiamato Pinocchio. Assieme a Sebastian, un grillo parlante, il burattino cercherà in tutti i modi di rendere il suo creatore orgoglioso per riuscire a farsi vedere come un vero e proprio figlio da quello che lui vede già come padre.

Pinocchio Del Toro

Guillermo del Toro ha capito, ha compreso, Pinocchio. Ha afferrato il valore più profondo e intrinseco e vero del racconto di Collodi, capendo che non si tratta di una semplice storia di formazione, ma anche di mancanze, di voglia di crescita. A tutto questo, poi, il regista ha aggiunto la sua personale visione, trasformando Pinocchio quasi in un racconto storico, in cui si racconta di un’Italia dilaniata dal fascismo.

E nel fare questo, del Toro mostra tutto il suo coraggio, andando a stravolgere, ritagliare e ricomporre la trama che tutti quanti conoscono, cambiando, rimuovendo e aggiungendo personaggi, il tutto in funzione della storia che lui voleva raccontare. In funzione di ciò che serviva a questo suo peculiare Pinocchio, che mostra sin da subito la classica vivacità e disubbidienza che ha sempre contraddistinto il personaggio, ma anche un certo grado di maturità che ben si sposa con il contesto che il film ha costruito attorno ai personaggi. Questa versione di Pinocchio è quella di un ragazzino che fa di tutto per rendere orgoglioso di sé il suo papà/creatore, ma prima si scontra con il suo essere nient’altro che un bambino in un corpo di legno e poi con le conseguenze delle sue “marachelle”, che lo porteranno però a diventare sempre più maturo – per quanto un bambino possa essere maturo – e accettare la sua condizione, fino al finale assolutamente non scontato e che non potrà non emozionare.

Lato tecnico, c’è veramente poco da dire. O meglio, ci sarebbe tantissimo da dire, perché questo Pinocchio di Guillermo del Toro è un gioiello per gli occhi. A partire dalla tecnica d’animazione utilizzata, la stop-motion. Una tecnica che si vede sempre di rado, per via dei tempi e dei costi di produzione, ma che ogni volta restituisce un risultato veramente eccelso. La scelta di animare questo film in stop-motion è perfetta, perché rende alla perfezione l’idea di legnosità e difficoltà di movimento che può avere un burattino di legno nel muoversi. Solo l’idea, sia chiaro, perché le animazioni sono splendide, fluide e abbinate ad un character design che definire ispirato è veramente dire poco. Lo si poteva intuire già dai trailer, ma i personaggi hanno tutti quanti un tocco quasi gotico e sostanzialmente sprizzano cinema di Guillermo del Toro da tutti i pori, in particolare quelli di Pinocchio, Geppetto e del Conte Volpe, sul cui personaggio non si dirà però nulla. Nota di merito per la scelta di design del Grillo Parlante, per il quale è stato scelto di creare un vero e proprio grillo che parla: un modo per rendere omaggio, in qualche modo, alla vena horror del regista.

Infine, non si può che parlare dell’atmosfera. Pinocchio, probabilmente per via del Classico Disney, è ormai associato ad un’idea di storia giocherellona, bambinesca, che solo nel finale si fa più seriosa, per trasferire il messaggio del bambino che ha capito i suoi errori e quindi può dirsi cresciuto. Nel film Netflix tutto questo c’è, sia chiaro, ma è al tempo stesso permeato da un’aurea cupa, quasi dark, anche nei momenti più leggeri, grazie anche ad una palette colori che svolge alla grande il suo compito. Guillermo del Toro ci va giù pesante e in qualche modo anticipa il momento della “morale” della storia, per fare spazio al suo finale che – come detto – saprà far emozionare.

In definitiva, Pinocchio di Guillermo del Toro è un ottimo film d’animazione e una grandissima interpretazione della storia di Carlo Collodi. Il regista riesce a far suo il racconto, stravolgendolo addirittura in certi punti, ma rispettandolo in ogni istante, andando a consegnare al pubblico una storia emozionante, coinvolgente e con un vero e proprio cuore pulsante, nonostante si parli di un burattino di legno. Il character design a dir poco perfetto, la tecnica d’animazione della stop-motion sempre bella da vedere e un’ambientazione italiana ricostruita nei più minimi dettagli vanno poi a completare il quadro di un film che forse non era necessario ma che il pubblico ringrazierà di aver visto. Pinocchio di Guillermo del Toro sarà presto iconico.


Pinocchio di Guillermo del Toro sarà disponibile dal 4 dicembre in lingua originale sottotitolato in cinema selezionati e poi dal 9 dicembre in esclusiva su Netflix. Di seguito, il trailer ufficiale del film:

RASSEGNA PANORAMICA
Pinocchio di Guillermo del Toro
8.5
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Il mio primo film visto al cinema è stato "Dinosauri" della Disney, il mio primo libro "La fabbrica di cioccolato" e il mio primo videogioco "Tip Top - Il mistero dei libri scomparsi". Nel 2002 mi sono innamorato di Spider-Man e nel 2008 del grande schermo, grazie a "Bastardi Senza Gloria". Parlerei per ore di cinema, serie tv e fumetti. Sto aspettando la quinta stagione di "Sherlock".
pinocchio-di-guillermo-del-toro-una-nuova-visione-sul-burattino-di-legno-recensionePinocchio di Guillermo del Toro è un ottimo film d'animazione e una grandissima interpretazione della storia di Carlo Collodi. Il regista riesce a far suo il racconto, stravolgendolo addirittura in certi punti, ma rispettandolo in ogni istante, andando a consegnare al pubblico una storia emozionante, coinvolgente e con un vero e proprio cuore pulsante, nonostante si parli di un burattino di legno. Il character design a dir poco perfetto, la tecnica d'animazione della stop-motion sempre bella da vedere e un'ambientazione italiana ricostruita nei più minimi dettagli vanno poi a completare il quadro di un film che forse non era necessario ma che il pubblico ringrazierà di aver visto. Pinocchio di Guillermo del Toro sarà presto iconico.

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