Sta per volgere a termine un 2017 fumettistico che ci ha riservato la consueta discreta mole di letture interessanti e di cui probabilmente sentiremo ancora parlare per diverso tempo. Senza ombra di dubbio, Black Hammer di Jeff Lemire è una di queste storie, in grado di toccare il cuore dei propri lettori attraverso l’espediente quanto mai classico dei supereroi.
Oggigiorno il nome di Lemire è molto noto tra i fan delle nuvole parlanti, visto il suo continuo “migrare” da una casa editrice all’altra, raccontando storie anche molto diverse tra loro, sempre (o quasi) però mantenendone alta la qualità. Black Hammer si presenta dunque come una miscela perfetta tra i suoi lavori più intimi ed impegnati e quelle più supereroistici, una storia nata molti anni fa nella mente del suo scrittore e che già allora aveva in se tutti i suoi caratteristici elementi di scrittura. Di tutto questo vi parleremo anche nell’intervista che abbiamo realizzato con lui in occasione della scorsa Lucca Comics and Games a cui sia lui che Dean Ormston, il disegnatore della serie, hanno partecipato ospitati da Bao Publishing che ha anche pubblicato in Italia il lavoro di cui stiamo parlando.
Già dal titolo del primo volume, “Origini Segrete“, si può facilmente intendere in quale genere Lemire si sta addentrando: parliamo infatti di un piccolo gruppo di eroi, difensori della città di Spiral City che dieci anni prima l’inizio della storia si sono ritrovati misteriosamente catapultati nelle campagne americane della nostra dimensione, luoghi in cui si vengono a costituire delle piccole ma solide comunità che si rifugiano nella propria quotidianità e guardando con sospetto a qualunque fattore estraneo cerchi di minarla. Scopriremo quindi come questi supereroi si sono adattati, laddove vi siano riusciti, a vivere non solo a stretto contatto l’uno con l’altro, ma anche con gli altri abitanti della piccola città.
Ad un primo colpo d’occhio, anche solo della copertina, la storia sembra avere un gusto molto vintage, quasi si trattasse di un connubio tra un numero di Weird Tales e di un fumetto di supereroi saltato fuori dagli anni ’60. E forse è proprio questo che Lemire aveva in mente, visto che Black Hammer si mostra come un grande tributo, un inno d’amore ai supereroi della Silver Age, personaggi con cui è probabilmente cresciuto lui stesso, leggendone le avventure che autori come Stan Lee e Jack Kirby avevano raccontato. Non sono riferimenti casuali questi, perchè le citazioni ai supereroi Marvel e DC Comics sono molteplici, passando da Capitan America a Shazam, da Martian Manhunter a Swamp Thing, riprendendo anche lo stile grafico delle copertine di quell’epoca. Tutti i personaggi dipinti da Lemire riescono a costruire un legame con il lettore, ognuno di loro suscita per diversi motivi un senso di malinconia, di compassione, essendo rimasti intrappolati misteriosamente in un mondo a cui non appartengono e che ovviamente non ha memoria delle loro imprese: la “piccola” Gail, ad esempio, si ritrova intrappolata anche fisicamente, dato che si tratta di una donna di 50 anni costretta nel corpo di una bambina delle elementari, e che deve in tutti modi soffocare i propri bisogno, come banalmente quello di fumarsi una sigaretta. Sarebbero i personaggi perfetti di una grottesca sit-com americana, insomma.Abbiamo già accennato prima a Dean Ormston, il disegnatore responsabile di questi primi 6 numeri della serie. Non mi sorprenderebbe scoprire che sia stato lo sceneggiatore stesso a sceglierlo, visto che ricorda molto il Lemire disegnatore. I suoi personaggi sono figure per lo più esili, delineati da contorni fini e leggeri, spesso e volentieri anche sporcati dalle ombre che ne scavano il viso. Anche Ormston sembra che si sia divertito ad omaggiare grandi disegnatori e artisti del mondo del fumetto (Frank Miller, Jack Kirby, Mike Mignola, …) reinterpretandone lo stile e le immagini che questi hanno realizzato in passato.
Il successo di Black Hammer è riscontrabile anche dal nascere di altre serie che espanderanno ancora di più il Black Hammer-verse: Dark Horse Comics ha infatti da poco pubblicato il secondo numero di Sherlock Frankenstein and the Legion of Evil, con protagonista l’arcinemico dei nostri malinconici eroi, sempre scritto da Jeff Lemire ma disegnato questa volta da David Rubin, l’artista che raccoglierà il testimone di Ormston anche sulla serie principale (che abbiamo intervistato a Lucca, ospitato da Tunuè). E’ invece di pochi giorni fa l’annuncio della seconda serie, Doctor Star & The Kingdom Of Lost Tomorrow, sempre scritta da Lemire e che sarà disegnata da Sebastian Fiumara.
Se dovessi sceglierei il miglior fumetto pubblicato quest’anno in Italia, la scelta cadrebbe quasi senza indugio proprio su Black Hammer, trattandosi di una storia per molti aspetti classica, toccante ed emozionante e come sempre ben curata da Bao Publishing, in particolare riportando le appendici in cui Lemire racconta il processo di creazione della sua storia.
In collaborazione con Bao Publishing, noi di RedCapes.it vogliamo fare un regalo di Natale in anticipo a uno dei nostri lettori: aprendo il post di Facebook qui di seguito e seguendone le indicazione, potrete essere il fortunato vincitore che si aggiudicherà una copia di Black Hammer #1 – Origini Segreteautografato e sketchato da Jeff Lemire, Dean Ormston e David Rubin!