[Recensione] Godzilla: Minaccia sulla città – La città contro il mostro

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Quando nel Gennaio 2018 Netflix rilasciò il primo dei tre nuovi lungometraggi d’animazione prodotti da Toho Animation e dedicati a Godzilla, in pochi si sarebbero immaginati che il film potesse raggiungere in così poco tempo un tale successo di pubblico e di critica, riuscendo a riportare in auge sul piccolo schermo il più grande dei mostri, o dei Kaiju nello specifico, dell’immaginario collettivo.

Godzilla: Minaccia sulla città è stato rilasciato su Netflix lo scorso 20 Luglio 2018 ed è il sequel diretto di Godzilla: Monster Planet (qui la nostra recensione). Il secondo film della trilogia dei registi Kobun Shizuno e Hiroyuki Seshita riprende la narrazione esattamente da dove si era interrotta alla fine del primo capitolo, raccontando di una squadra d’assalto battuta e ferita, ma in cura presso un villaggio abitato da discendenti degli esseri umani, in qualche modo sopravvissuti per 30.000 anni sulla Terra dopo l’esodo del resto della popolazione.
Il protagonista, Haruo Sakaki, è ancora una volta il comandante in carica nella missione, stavolta non autorizzata, volta all’abbattimento di Godzilla.
Oltre alle solite tematiche a cui storicamente è legato il mito di Godzilla, ovvero quelle della salvaguardia dell’ambiente e della critica al nucleare, Godzilla: Minaccia sulla città, amplia i concetti introdotti già nel precedente capitolo della trilogia e ci mostra un Godzilla totalmente padrone del pianeta nel quale vive, tanto da aver costretto ogni essere vivente, sia esso complesso come un umanoide o più semplice come le piante, ad adattarsi e a vivere in un ambiente del tutto adattato al servizio del Re dei Kaiju.
Anche in questo sequel, e probabilmente in misura maggiore persino rispetto al primo capitolo, rimangono legati allo svolgimento della narrazione e alle implicazioni sui protagonisti i delicati concetti di fede e scienza. Se nel primo film della saga era piuttosto chiaro, nonostante le ovvie ed inevitabili divergenze di idee, chi fosse il nemico comune per l’umanità (sia essa formata da veri e propri esseri umani o anche dagli alieni che nell’universo narrativo dei film abitano la Terra), in Godzilla: Minaccia sulla città ciò è molto meno chiaro e più confuso. Godzilla rimane ovviamente il nemico da battere, ma i dissapori tra le ben quattro specie coinvolte dal conflitto aumenterà e lo scontro sarà pressoché inevitabile durante le battute finali della pellicola, a causa soprattutto del forte conflitto tra chi è disposto a tutto pur di soddisfare l’evoluzione e la scienza e chi invece ritiene intoccabili e non sacrificabili le vite dei soldati coinvolti.
La pellicola vive di tre momenti chiave, l’inizio molto avvincente e da solo più interessante della gran parte del primo film, lo svolgimento centrale, più lento e dedicato al racconto della scoperta di una misteriosa città e all’attuazione del piano per l’uccisione dell’enorme Kaiju, ed infine la parte finale, dedicata allo scontro vero e proprio contro Godzilla, nel tentativo di intrappolarlo e scagliare verso di lui il colpo definitivo.
Dal punto di vista tecnico il film è decisamente buono. La regia è pulita e concede qualche sbavatura e imperfezione solo nelle scene più concitate, mentre la fotografia è di ottima fattura e ogni scena gode della giusta commistione di colori ed elementi su schermo. Belle e memorabili anche le musiche di Takayuki Hattori.

Un’ulteriore punto di forza di Godzila: Minaccia sulla città, a nostro avviso risiede nella grande capacità di coinvolgimento dello spettatore di cui la pellicola è densa. Non si tratta di un capolavoro, sia chiaro, però bisogna riconoscere che non sono molti i prodotti simili, per budget o target di riferimento specialmente, che non hanno per nulla la stessa capacità di coinvolgere e intrattenere lo spettatore che invece ha questo film.
Dobbiamo essere sinceri, quando nel Gennaio 2018 Netflix rilasciò Godzilla: Monster Planet noi della redazione eravamo tra coloro i quali non erano esattamente gasati dall’uscita del film, ma possiamo ammettere adesso, che dopo la visione di due dei tre film previsti dalla trilogia firmata Toho Animation, ci siamo lasciati del tutto stregare dalla più grande versione di Godzilla mai portato su schermo (ben 300 metri) e dall’universo narrativo che lo circonda.


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