L’ennesima riscrittura della fiaba di Cenerentola arriva il 13 maggio su Disney+ con l’uscita di Sneakerentola, un re-telling in chiave moderna a ritmo di hip-hop in cui ad essere protagonista è un giovane ragazzo, designer di scarpe da ginnastica. Il nuovo film di Elizabeth Allen Rosenbaum (Aquamarine, Ramona and Beezus) è rivolto principalmente ad un pubblico di giovanissimi – un richiamo alle storiche pellicole di Disney Channel –  ma si accartoccia su sé stesso finendo per trasformarsi in una pellicola priva di identità e anche particolarmente noiosa che non riesce a prendere una direzione precisa. Abbiamo visto il film in anteprima e questo è il nostro parere.

El (Chosen Jacobs), un aspirante designer di scarpe da ginnastica del Queens, lavora come magazziniere in un negozio di sneakers di proprietà del patrigno son i suoi due fratelli e nasconde il suo talento artistico. Un incontro casuale con Kira King (Lexi Underwood), la figlia della famiglia reale delle scarpe da ginnastica e una sorta di Principessina di Manhattan, fa scattare immediatamente la scintilla tra i due. Grazie a una spinta da parte della sua migliore amica e con un tocco di magia, El trova il coraggio di allacciarsi le scarpe e sognare.

Diciamolo chiaramente, siamo nel 2022 e un altro remake/re-telling di Cenerentola (quando ne è già uscito un altro poco meno di un anno fa) è davvero superfluo specialmente quando le storie da adattare o addirittura da riscoprire sono infinite. Aggiungiamo che l’esperimento diventa del tutto nullo quando si vuole mettere in scena una storia conosciuta a livello mondiale in un modo completamente privo di interesse e di spina dorsale. Sneakerella si inserisce all’interno di quel filone cinematografico di Disney che ha tutta l’impressione di essere uscito fuori tempo massimo nonostante l’inserimento di alcune novità contemporanee tra cui il cambiamento di sesso del protagonista, la Principessa al posto del Principe Azzurro e – non una novità – il cambiamento di sesso della Fata Madrina, già presente nel film Cenerentola di Amazon Prime Video con Camila Cabello e Billy Porter.

Se già sulla carta il progetto non brilla per originalità, a rovinare ancora di più la sua riuscita subentra una messa in scena posticcia e poco curata. Non che in questo genere di film sia assolutamente necessaria una regia particolare o esteticamente riconoscibile, ma essendo una pellicola rivolta principalmente ad un pubblico di giovanissimi dove colori, scene di danza, di canto, dovrebbero suscitare delle emozioni, qui tutto ciò viene meno a causa di uno smodato utilizzo di CGI piuttosto mal riuscito che fa percepire ogni scena artificiale e davvero poco credibile. Nel cast compaiono Chosen Jacobs (It part.1 part.2) nei panni di El e Lexi Underwood (Little Fires Everywhere) in quelli di Kira King, due moderne versioni di Cenerentola e del Principe Azzurro che però non apportano chi sa quale novità ai personaggi che già tutti conoscono. El ha perso la mamma in giovane età e si ritrova ad essere magazziniere del negozio di scarpe di famiglia insieme al patrigno e ai due fratelli scorbutici sognando si scappare una volta per tutte e diventare un designer di scarpe da ginnastica; Kira è la figlia del “Re delle sneakers” ed è affettivamente l’unica che può aiutare El nella sua scalata sociale.

Contraddizioni interne e una sceneggiatura debole fanno in modo che non si riesca a capire il motivo che spinge la famiglia del ragazzo a impedirgli di voler seguire il suo sogno dal momento in cui un lavoro del genere potrebbe solo che aiutare la loro precaria situazione. Personaggi secondari poco approfonditi e quasi del tutto utili ai fini del protagonista, tra tutti la sua migliore amica Sami (Devyn Nekoda) e il giardiniere / Fata Padrino Gustavo (Juan Chioran) fanno da contorno ad una narrazione inutilmente appesantita che nelle sue due ore di svolgimento viene percepita in più tratti noiosa. Stessa situazione si può dire per i brani che vengono intonati durante tutto il film. Dalla forte vena hip hop anche questi sembrano esser stati rilasciati fuori tempo massimo, ricordando in parte pezzi tipici di film come High School Musical o Camp Rock (film usciti più di 10 anni fa) che non riescono minimamente ad emergere o ad intrattenere, complici anche le scene delle performance davvero poco memorabili.

In conclusione Sneakerentola è l’ennesima riscrittura in chiave moderna di una fiaba conosciuta universalmente con l’apporto neanche tanto originale di alcune novità. A rovinare la pellicola subentra una sceneggiatura debole in cui alcune motivazioni dei personaggi non vengono appieno comprese e alcune scelte che intraprendono sono davvero poco condivisibili. La messa in scena è un altro punto a sfavore specialmente durante quelle scene che avrebbero dovuto spiccare per colori o emozioni visto il tono fortemente hip hop della pellicola. Arrivati a questo punto sarebbe il caso di iniziare a mettere mano a progetti inediti o a storie della cultura popolare meno note per creare qualcosa di veramente originale e non stare a snaturare e/o rivangare classici estremamente abusati.


Sneakerentola arriva su Disney+ a partire dal 13 maggio. Ecco il trailer italiano del film:

RASSEGNA PANORAMICA
Sneakerentola
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Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
sneakerentola-quando-cenerentola-si-trasforma-in-un-designer-di-sneakers-recensioneSneakerentola è l’ennesima riscrittura in chiave moderna di una fiaba conosciuta universalmente con l’apporto neanche tanto originale di alcune novità. A rovinare la pellicola subentra una sceneggiatura debole in cui alcune motivazioni dei personaggi non vengono appieno comprese e alcune scelte che intraprendono sono davvero poco condivisibili. La messa in scena è un altro punto a sfavore specialmente durante quelle scene che avrebbero dovuto spiccare per colori o emozioni visto il tono fortemente hip hop della pellicola. Arrivati a questo punto sarebbe il caso di iniziare a mettere mano a progetti inediti o a storie della cultura popolare meno note per creare qualcosa di veramente originale e non stare a snaturare e/o rivangare classici estremamente abusati.

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