[Speciale] Il Cinema nell’età degli Eroi

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Eroi

Sono le 23:45.
I biglietti li abbiamo presi e ci apprestiamo a metterci in fila per entrare in sala.
Erano più di quindici anni (da Il Ritorno del Re di P. Jackson) che non andavo a un’anteprima notturna/mattutina, insomma l’età un po’ si fa sentire e questi orari iniziano ad essere sempre più proibitivi per un quasi quarantenne. Ma il film in questione sa tanto di evento, di film con effetto wow ma soprattutto di una pellicola che probabilmente segna un’epoca. Non voglio essere sensazionalista o troppo esagerato ma sicuramente il lavoro eseguito dalla Disney e dai Marvel Studios in questi dieci anni non può essere preso sotto gamba e nemmeno evitato.
Avengers: Infinity War è la chiusura di un cerchio nato appunto nel 2008, dalla prima pellicola dedicata al mondo dei supereroi Marvel che, distinguendosi dai suoi predecessori, aveva la pretesa di creare un universo collegato che tenesse lo spettatore fedele ai propri eroi non per un semplice film ma per un periodo di tempo abbastanza lungo da poterlo distinguere nella storia del cinema. Scrivere le parole storia del cinema e film sui supereroi nello stesso discorso per alcuni critici è quasi un ossimoro ma io non la penso proprio in questo modo. E’ vero, l’Academy ancora non ha mai preso in considerazione realmente queste pellicole, definite troppo da intrattenimento per un pubblico prettamente consumistico e nerd, quindi in pratica non un cinema di “spessore” (anche se quest’anno Logan è comparso tra le nomination agli Oscar ed ha infiammato il Festival di Berlino).

Ma il cinema di per sé non deve in qualche modo intrattenere lo spettatore e ricevere da quest’ultimo delle sensazioni ed emozioni?
E’ un caso che in questo periodo con la voglia di revival anni 80 si stanno elevando pellicole a capolavori dei progetti che inizialmente erano definiti di secondo piano?
Ogni decennio ha una tematica che contraddistingue quel periodo di vita del cinema. Non me la sento di fare un parallelismo tra un Infinity War e un Blade Runner, Matrix, Signore degli Anelli o Guerre Stellari perché tutti sono dei capolavori inseriti in quello specifico arco di tempo cinematografico e nessuno deve prevalere sull’altro. Insomma negli anni settanta il mondo aveva bisogno di fantascienza e di esplorazione verso mondo infiniti ed ecco nascere i vari Guerre Stellari, Alien, Blade Runner, Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo e a quarant’anni dalla loro uscita non possiamo che emozionarci con le visioni di quelle storie. Dopodichè negli anni ottanta siamo passati alla voglia di scoperta ma più radicata nel nostro pianeta, le famose avventure dell’archeologo Indiana Jones, il gruppo di amici dei Goonies fino alle avventure scientifiche dei Ghostbusters. Gli anni novanta invece sono segnati prevalentemente da una fantascienza radicata nella vita comune e l’uscita del film Matrix ha segnato una caratterizzazione anche di design, se vogliamo di modi di vestire e ha fatto uscire allo scoperto delle figure come gli hacker e i programmatori in una nuova veste. Il nuovo millennio invece si apre con la voglia di affrontare temi fantastici donandogli la giusta considerazione, ed ecco che le saghe de Il Signore degli Anelli e Harry Potter sbaragliano in primis ogni possibile record di botteghino ma soprattutto fanno scoprire il mondo fantasy non più per gli sporadici film come Lady Hawke o Willow ma per un filone ben definito.
E gli ultimi dieci anni?
Ecco che rientriamo nel cerchio dei nostri supereroi. Questo decennio dopo gli anni della fantascienza, dell’avventura e del fantasy è radicalmente riassunto con i volti dei vari Spiderman, Iron Man e Capitan America. Se fino a qualche tempo fa chi usciva con una t-shirt con impresso un logo di Batman o Spiderman era definito lo “sfigato” del quartiere, ora anche le case di moda fanno a gara a realizzare abiti ispirandosi a uno stile supereroistico.
Che cosa c’è di più iconico di un personaggio che rappresenti i sogni di una generazione?
Negli anni quaranta i fumetti venivano utilizzati anche per propaganda di messaggi di speranza, di integrazione e soprattutto di coraggio. E allora ben venga Wonder Woman e la sua intraprendenza, Spiderman e la sua voglia di emergere nel periodo dell’adolescenza, la fermezza di un Capitan America, l’intelligenza di un Tony Stark o la forza di un popolo come quello di Wakanda.
Non sono film di spessore perché basati su fumetti?
Ma il fumetto in se non è un’opera artistica a cui lavora un illustratore, un colorista e uno sceneggiatore?
Nelle storie dei supereroi di questi dieci anni ci si può trovare amore, coraggio, forza, perdono, amicizia, famiglia, rispetto e orgoglio: dei valori che se filtrati nel modo giusto possono essere da esempio per molti ragazzi, generazioni e anche adulti. Questo è il mio pensiero che non ritengo assoluto ovviamente, ma all’uscita di questo Avengers: Infinity War intorno alle 2:40 del mattino il turbinio di emozioni e sensazioni che pervadevano i miei pensieri erano tali da farmi riflettere su ciò che avevo visto, su ciò che è stato anche osato dalla Marvel Studios quindi che piaccia o no, questo film è un pezzo di storia del cinema che segna un’epoca (e qui ci sarà da interrogarsi sull’attuale target culturale odierno) un esperimento perfettamente riuscito e su cui, dieci anni fa, nessuno avrebbe puntato mezzo centesimo.

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