Due giorni fa Spike Lee ha difeso Woody Allen in merito alla questione della cancel culture, ossia l’insieme di comportamenti che mirano a “cancellare” da un ambiente lavorativo determinate persone accusate di comportamenti immorali. In particolar modo, si parla di cancel culture nei casi di molestie sessuali. Un esempio è ciò che è successo a Kevin Spacey, la cui figura professionale è stata distrutta dopo la gogna mediatica che ha subito.
Tornando a Spike Lee, il regista di Da 5 Bloods si è schierato dalla parte di Woody Allen, accusato di molestie sessuali negli ultimi anni da sua figlia Dylan Farrow, che lo ha accusato di averla violentata quando aveva appena sette anni. Lee, in merito a tutta questa faccenda, ha spiegato la sua posizione: “Voglio solo dire che Woody Allen è un grandissimo regista. Tutta questa ostracizzazione non è affatto giusta. Bisognerebbe fermarsi un attimo e rendersi conto che, a meno che non si stia parlando di qualcuno che uccide qualcun altro, non si può cancellare qualcuno come se non fosse mai esistito. Almeno, questo è ciò che penso. Inoltre, Woody è un mio amico. So cosa sta passando in questo momento”.
Tuttavia, nelle ultime ore, Spike Lee ha fatto una sorta di retromarcia rispetto alle sue precedenti parole. O per meglio dire, il regista si è letteralmente scusato per ciò che ha detto e per ciò che potrebbe aver trasmesso sulla tematica degli abusi sessuali. Le sue scuse sono arrivate su Twitter:
I Deeply Apologize. My Words Were WRONG. I Do Not And Will Not Tolerate Sexual Harassment, Assault Or Violence. Such Treatment Causes Real Damage That Can’t Be Minimized.-Truly, Spike Lee.
— Spike Lee (@SpikeLeeJoint) June 13, 2020
“Mi scuso profondamente. Le mie parole erano sbagliate. Non tollero e non tollererò mai gli abusi, le aggressioni o le violenze sessuali. Simili esperienze causano veri e propri danni che non possono essere minimizzati”.
Fonte: The Wrap