Star Wars – Lucas aveva pensato ad un finale simile a quello di Episodio IX

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star wars george lucas

Lo svolgimento di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker (qui la nostra recensione) non coincide con le idee che George Lucas, creatore della saga, aveva per i sequel della trilogia originale. Il finale di Episodio IX, però, ha alcuni elementi in comune con quello pensato dallo stesso Lucas.

[SPOILER!] Ciò che segue conterrà ovviamente spoiler sul finale di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker! [SPOILER!]

The Rise of Skywalker culmina con lo scontro tra la Rey di Daisy Ridley e l’Imperatore Palpatine, interpretato da Ian McDiarmid. Anche George Lucas aveva avuto un’idea simile per la trilogia originale. Del resto, l’autoreferenzialità è un qualcosa ricorrente in Star Wars. Da sempre la saga ha ripreso proprie scene, inquadrature e strutture di trama, sia quando a capo di tutto c’era Lucas sia quando il franchise è passato in mano alla Disney. Per esempio, la residenza di Darth Vader su Mustafar vista in Rogue One: A Star Wars Story sarà stata sicuramente riconosciuta dai fan della saga perché vista in precedenza nelle concept art di Ralph McQuarrie visto che era stata considerata come una location molto importante per lo svolgimento della trama durante la produzione de L’Impero Colpisce Ancora. Un altro dei lavori di McQuarrie ha ispirato il trono di Palpatine, che ha fatto la sua comparsa proprio in Episodio IX, in un momento importantissimo del film, nel quale nonostante Rey e Ben Solo (Adam Driver) stanno affrontando insieme l’Imperatore. Il Sith però riesce a contrastarli grazie alla sua conoscenza della Forza e subito dopo scaglia un devastante attacco contro la flotta della Resistenza. Indebolita, Rey si appella agli spiriti dei Jedi che sono venuti prima di lei, una cosa che aveva tentato di fare già nelle fasi iniziali del film. Questa volta però i guerrieri le rispondono attraverso la Forza, donandole la determinazione e la forza necessaria per abbattere l’Imperatore un’ultima, definitiva, volta.

Questo scontro “spirituale” tra Palpatine ed un Jedi (supportato da alleati defunti) non è in realtà una nuova idea. Dando, infatti, un rapido sguardo ad una delle prime stesure del 1981 per Il Ritorno dello Jedi si può scoprire che Lucas aveva intenzione di riportare in vita una serie di Jedi morti in precedenza, durante lo scontro finale di Luke sulla seconda Morte Nera. In quello script, la battaglia nella sala del trono tra Luke, Vader e Palpatine si svolgeva in una maniera del tutto simile al finale de L’Ascesa di Skywalker. In particolar modo, nel momento in cui Palpatine colpisce Luke con i fulmini di Forza, gli spiriti di Obi-Wan Kenobi e Yoda giungevano in aiuto del giovane Jedi, formando uno scudo protettivo con la Forza. Nonostante l’attacco fosse stato respinto, l’Imperatore commentava dicendo a Luke che “i suoi amici dall’aldilà” non sarebbero stati in grado di aiutarlo.

Se i fantasmi della Forza hanno giocato un ruolo importante nella trilogia originale, Lucas non ha ripreso troppo il concetto nella trilogia prequel, abbandonando l’idea del loro aiuto durante una battaglia. J.J. Abrams e Chris Terrio, a quanto pare, non hanno resistito all’idea di utilizzare questo elemento nell’ultimo film della Saga degli Skywalker. Nell’idea di Lucas, i volti di Yoda e Obi-Wan apparivano ogni volta che i fulmini colpivano la barriera protettiva. In Episodio IX, lo spirito di Luke si manifesta a Rey su Anch-To, mentre nella battaglia finale i Jedi passati non si mostrano fisicamente, ma solo con la loro voce mentre la ragazza affronta i fulmini che suo nonno le sta scagliando contro.

Questa scelta potrebbe aver deluso quei fan che speravano di vedere qualche viso conosciuto, anche perché questa è una delle scene cardine di tutta la pellicola. Questa scelta però è servita a focalizzare l’attenzione su Rey, senza distrarre lo spettatore con apparizioni di personaggi dai nomi altisonanti. Non si può dire però che Abrams non abbia potenziato l’idea originale di Lucas, visto che tra le voci è possibile sentire quelle di Qui-Gon Jinn (Liam Neeson), Anakin Skywalker (Hayden Christensen) e Mace Windu (Samuel L. Jackson) dalla trilogia prequel, Kanan Jarrus e Ashoka Tano, oltre ai già citati Yoda e Obi-Wan.

Sicuramente è stata una scelta semplice ma d’effetto, dal momento che si è trasformata automaticamente in un tributo ai maggiori personaggi di Star Wars, donando alla battaglia l’importanza che meritava.

Fonte: Screenrant

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