Debutta oggi su Prime Video The Continental: Dal Mondo di John Wick, prima serie spin-off in tre parti che esplora le origini dell’iconico hotel punto d’incontro per i criminali più pericolosi del mondo, che è il fulcro dell’universo di John Wick. Sarà riuscita questa miniserie prequel con protagonista Winston Scott a fare un po’ di luce sul mondo della saga cinematografica? Scopriamolo insieme!

Winston Scott (Colin Woodell) è un uomo facoltoso che vive a Londra e si sta facendo strada nel mondo dell’alta borghesia, quando Cormac O’ Connor (Mel Gibson), mentore e figura importante della sua età da giovane adulto lo riporta a New York City per rintracciare Frankie Scott (Ben Robson), il fratello rimasto nella grande mela, che ha osato rubare al manager del “Continental”; un hotel d’élite per assassini. Winston si troverà così a dover sopravvivere in una battaglia che non ha iniziato lui, mentre viene nuovamente trascinato nell’underground criminale della grande mela.

The ContinentalSembrava quasi impossibile, a causa della travagliata storia di produzione, ma finalmente The Continental, primo spin-off del mondo di John Wick è arrivato sui nostri schermi, ma non come ce lo si aspettava, tradendo in parte le aspettative e lasciando un senso di già visto in bocca allo spettatore. Togliamoci subito il dente più doloroso: la serie per quanto pubblicizzata come un’espansione del mondo di John Wick incentrata sulla veneranda istituzione che è il Continental, fin da subito si rivela altro, una semplice storia di vendetta con protagonista un Wick ante litteram, ossia Winston Scott che nei film è interpretato da un ormai iconico Ian McShane, mentre nella serie ha il volto del giovane Colin Woodell.

Woodell cerca di fare del suo meglio, ma se già l’conicità del Winston di McShane è difficile da eguagliare e quasi al pari del Wick di Reeves, quando gli autori trasformano un iconico personaggio in una versione primigena dell’eroe da cui si è originato quel mondo a cui appartiene suddetto personaggio, ben poco si può fare per migliorare una situazione che già in partenza mostra il fianco ad alcune critiche; neanche una backstory drammatica riesce a dare gravitas ad un personaggio che è ben distante dalla sua versione più anziana e che non fa altro che richiamarne un altro, che per buona parte del franchise è stato in contrasto o in condizione di sopportazione forzata del nostro protagonista. Se avevano così tante cose in comune, può il Continental aver così trasformato Winston? Una domanda a cui la serie non risponde e che sarebbe stata ben più interessante di tutto quello che in realtà abbiamo visto.

Per tutta la durata della miniserie sembra quasi che il network non abbia voluto rischiare più di tanto: questo è evidente sia da come ci viene presentato Winston nella serie e poi sviluppato, sia dalle backstory degli altri personaggi e di come essi iniziano ad interagire tra di loro. Infatti, per quanto The Continental sia presentata come serie evento, ogni personaggio poteva avere da dire molto di più di quello che è stato fatto intendere, ad esempio il rapporto tra Frankie Scott (Ben Robson), ex veterano del Vietnam e la sua fidanzata, una guerrigliera Vietnamita, poteva dar luogo ad un interessante episodio che facesse riflettere sulla guerra, sull’umanità e sull’amore, ma così non è stato. Questo è solo uno dei casi in cui durante la miniserie si è sentita molto forte la paura di osare da parte della produzione, ed un altro esempio eclatante è il tema di sottofondo della serie ossia il razzismo, gli importanti scioperi degli anni ’70 e la nascita ed anche presa di potere nei quartieri della Mafia Italiana e di altre organizzazioni criminali realmente esistite. Sembra quasi che Greg Koolidge, Kirk Ward e Shawn Simmons avessero pensato questo show davvero come un mondo vibrante da espandere e approfondire, ma poi sono stati troncati sul nascere, hanno ridotto all’osso il tutto, e non riuscendo a scegliere hanno cercato di inserire tutto il possibile della loro idea originale in uno show che a quel punto di originale e coraggioso aveva poco.

Dopo aver quindi parlato delle criticità maggiori, parliamo dell’elefante nella stanza ossia il villain: Cormac O’Connor interpretato da Mel Gibson e il suo Cormac O’Connor. Gibson sicuramente non è una persona facile con cui lavorare come è stato ampiamente documentato, ma forse anche in virtù di questo, il villain della serie rimane, insieme ai momenti di pura pazzia che ha, uno degli elementi che più si ricordano finita la visione nonostante siano brevi e contenuti. Certamente un casting del genere porta con sé delle critiche e apre una discussione che va ben oltre lo show stesso, ma questa scelta funziona. Gibson consegna un villain imponente e fuori di sé: che poi parte di sé stesso sia entrata nel personaggio è un discorso per un altro momento, ma sicuramente, almeno a livello di messa in scena, funziona e non si può obiettare che la scelta ripaghi anche in termini di interesse nei confronti della serie, dato lo star power dell’attore.

Non brillano, in larga parte per i sopracitati motivi, gli altri membri del cast: se da una parte abbiamo tanti prototipi di killer o personaggi che aprono a risvolti futuri ben conosciuti, vi è un’altra nota positiva nei casting da analizzare oltre al villain, ossia l’interprete di Charon, Ayomide Adegun, che riprende il ruolo del defunto Lance Reddick e instaura con il Winston di Woodell un rapporto, prima di rivalità e poi di amicizia, che sfocerà nella storica coppia che dirige il Continental per tutti questi anni. I due funzionano benissimo insieme nello show e non è difficile credere che poi diventino i personaggi che ben conosciamo in futuro, ed anche come duo action regalano bei momenti che si ricordano, non al pari degli eccessi del pazzo Cormac, ma comunque che fanno sorridere ed un po’ ripensare a John Wick 4, rimettendo tante cose in prospettiva.

Purtroppo, seppur qualcosa di positivo si riesca a trovare all’interno della serie, non si può dire che il comparto tecnico eccella in qualcosa, se non nel terzo episodio: sono evidenti i limiti imposti da una regia non particolarmente intrigante e da una fotografia ed una colonna sonora non particolarmente memorabili, che mettono ancora di più in cattiva luce un progetto che forse, se avesse debuttato al cinema, avrebbe goduto di un più immediato e riconoscibile credito, anziché metterci di fronte ad uno show azzoppato da una rete che non ci credeva, un’attesa per l’uscita effettiva troppo dilatata ed un numero di episodi esiguo a fronte di un’importante durata di ogni singola puntata.

The Continental: Dal Mondo di John Wick, che chiunque può assumere parli dell’omonimo hotel del mondo di John Wick, sbaglia sin dal suo primo episodio. La miniserie composta da 3 episodi da 1 ora e mezza l’uno, sembra per lo più un film allungato, che un vero e proprio evento televisivo. La premessa dell’intera vicenda si struttura nella prima ora e mezza dello show, mentre le successive due puntate corrono ad introdurre personaggi, rallentando l’azione in certi momenti per giustificare la gigantesca durata di ogni singolo episodio; senza approfondire più di tanto le relazioni e lasciando per strada od accennando motivazioni per ogni singolo pezzo della scacchiera. Non basta per questa serie essere parte del mondo di John Wick per avere un appeal presso lo spettatore, Woodell come Winston non è nemmeno una scelta così sbagliata, ma nelle movenze e nelle battute sembra un John Wick ante litteram; non aiuta nemmeno la presenza di Mel Gibson, che seppur con tutto ciò che è stato detto su di lui e dimostrato, ruba sempre la scena quando si trova sullo schermo a discapito anche del suo protagonista ma anche del mondo stesso di cui sembra solo un’emanazione che un pezzo importante come Ian McShane nel primo John Wick.

The Continental non aggiunge nulla al mondo del franchise, crea solo un prima ed un dopo Winston a NYC, senza però cercare di elaborare oltre, sembra quasi una serie tronca, come se questi primi tre episodi avessero dovuto essere un grande primo atto di qualcos’altro, che sembrerebbe sia per una travagliata produzione che per la ricezione critica del prodotto destinata a chiudersi qui. The Continental, poteva e doveva essere qualcosa di grandioso, invece sembra solo un remix d’epoca di cose già viste, non bastano Gibson e Kate McGrath a salvare un prodotto mediocre. Speriamo che questo passo falso non pregiudichi altri tentativi di tornare al mondo del nostro Baba Yaga preferito.


The Continental: Dal Mondo di John Wick è ora disponibile su Prime Video. Di seguito il trailer ufficiale della serie:

RASSEGNA PANORAMICA
The Continental
5.5
Articolo precedenteI Mercen4ri – Expendables: Un omaggio ad un cinema che non c’è più | Recensione
Articolo successivoAnnunciata la data di uscita del set Pokémon Trading Card Game Classic
Sono Luca, fin da piccolo mi sono interessato ai fumetti e successivamente alle serie tv, quando mi è stata data la possibilità di parlare delle mie passioni mi sono ficcato in questo progetto. PS: Ryan Ottley mi ha chiamato Tyrion non ricordandosi il mio nome.
the-continental-il-debutto-sottotono-delluniverso-di-john-wick-in-tv-recensioneThe Continental non aggiunge nulla al mondo del franchise, crea solo un prima ed un dopo Winston a NYC, senza però cercare di elaborare oltre, sembra quasi una serie tronca, come se questi primi tre episodi avessero dovuto essere un grande primo atto di qualcos'altro, che sembrerebbe sia per una travagliata produzione che per la ricezione critica del prodotto destinata a chiudersi qui. The Continental, poteva e doveva essere qualcosa di grandioso, invece sembra solo un remix d'epoca di cose già viste, non bastano Gibson e Kate McGrath a salvare un prodotto mediocre. Speriamo che questo passo falso non pregiudichi altri tentativi di tornare al mondo del nostro Baba Yaga preferito.

Lascia un commento