Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e atteso nelle sale a partire dal 27 ottobre, Triangle of Sadness, il nuovo, eccentrico film del regista svedese Ruben Östlund è pronto a divertire, sconvolgere, schifare il pubblico dopo il suo passaggio a diversi festival cinematografici internazionali. Seconda Palma D’Oro per Östlund e primo film completamente in lingua inglese, dopo The Square il regista torna a prendersela con una categoria di ricchi ancora più ampia, non solo relegata all’interno del mondo dell’arte contemporanea. Un film sovversivo e straripante, che grazie al suo eccesso, e anche alle sue imperfezioni, si ritaglia un posto d’onore tra le migliori pellicole dell’anno.

Yaya e Karl (Charlbi Dean e Harris Dickinson), rispettivamente un’influencer e un modello in ascesa, vengono invitati su un moderno e lussureggiante yatch per sponsorizzare una vacanza da mille e una notte. Una volta a bordo dell’imbarcazione capitanata dal comandante marxista Thomas Smith (Woody Harrelson), faranno la conoscenza di un parterre di ospiti tanto stravaganti quanto eccentrici e schifosamente ricchi, completamente ignari, come loro solito, della minaccia che sta per abbattersi sulle loro teste.

Ruben Östlund ha decisamente trovato la sua strada. Dopo la prima Palma D’Oro per The Sqaure, in cui ad essere presi di mira erano i ricchi all’interno del mondo dell’arte, in Triangle of Sadness lo spettro si amplia per andare a gettare escrementi (letteralmente) su un parterre più vasto e variopinto. Lo stratagemma narrativo è quello di inserire alcuni tipi di ricchi stereotipati, all’interno di un microcosmo da prima confortevole e subito dopo sconvolgente. È così che prende forma il “triangolo della tristezza” del titolo. Non più quindi solo quelle rughe d’espressione che si formano tra naso, fronte e sopracciglia, assolutamente intollerabili nel mondo della moda, ma una vera e propria triade di episodi tristi – in base alla prospettiva dalla quale li si osserva –  che compongono la pellicola. Se all’inizio il focus è sui due giovani e sullo strampalato ma quanto mai attuale modo di vivere le relazioni e i social, la pellicola nel suo secondo e terzo atto si fa corale, presentando agli spettatori un parterre di personaggi volutamente viscidi e materialisti, dove ironicamente su tutti spicca il comandante Smith, marxista convinto, in quello che in tutto e per tutto è un universo capitalista. È solo nel terzo atto che avviene lo stravolgimento e la tanto spaventosa “inversione di ruoli” che a causa di una catastrofe vedrà gran parte dell’equipaggio (benestante e non) impegnato in una convivenza forzata in cui essere ricchi è la cosa meno utile.

A cavallo tra Parasite e Travolti da un insolito destino di Wertmuller, Triangle of Sadness non è nulla di nuovo all’interno del panorama cinematografico contemporaneo che tende spesso a deridere e criticare un sistema fortemente capitalista. Ad essere originale e sovversiva è però la modalità con cui Östlund racconta la sua storia prendendosi gioco e sbeffeggiando quella che solo teoricamente dovrebbe essere la classe sociale più forte. Nella scena già cult del film, che non staremo qui a spoilerarvi, il regista scandinavo trova il modo più esatto ed originale con cui rappresentare il “siamo tutti sulla stessa barca” perché quando la catastrofe colpisce, colpisce tutti, indipendentemente dal conto in banca. Riprendersi dalla catastrofe è la cosa più difficile e mettere in atto l’istinto di sopravvivenza non è da tutti. Solo quando l’ordine capitalista viene distrutto e anche lo stesso marxismo viene abbattuto, c’è bisogno di una figura ferma e solida che prenda le redini della situazione. Non è un caso che il nuovo leader sia un membro della servitù della nave, donna, l’unica che sembrerebbe come tirare avanti in una situazione estremamente delicata.  Il microcosmo capitalista viene quindi meno per dare origine ad una nuova società matriarcale in cui le donne cacciano e gli uomini stanno ad aspettare offrendo favori sessuali in cambio di una porzione di cibo.

Un’esplosione di satira, sporca, eccessiva e correttamente scorretta fanno di Triangle of Sadness un film originale nel suo essere non propriamente originale. Grazie alla sua messa in scena e alle interpretazioni dell’intero cast il nuovo film di Ruben Östlund, entra di diritto tra le migliori pellicole dell’anno.


Triangle of Sadness arriva nei cinema italiani a partire dal 27 ottobre. Di seguito il trailer italiano del film:

 

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