Si è conclusa da poco la sesta stagione di Agents of SHIELD, una stagione più breve rispetto alle precedenti ma che ha fatto luce sulla natura di molti elementi della mitologia della serie.

E’ passato un anno dalla sventata invasione dei Remorath e dalla minaccia di Graviton (Adrian Pasdar), lo S.H.I.E.L.D. sotto il Direttore Mack (Henry Simmons) e Melinda May (Ming-Na Wen) è di nuovo ad una capacità operativa ottimale così come il defunto Coulson (Clark Gregg) avrebbe voluto, ma proprio quando sembrava andare tutto bene arriva una minaccia dallo spazio, Sarge, un alieno che ha le stesse sembianze di Coulson ed è spietato come non mai. Come se non bastasse senza Daisy (Chloe Bennet) e Simmons (Elizabeth Henstridge) nello spazio alla ricerca di Fitz (Ian de Caestecker), lo S.H.I.E.L.D. dovrà trovare il modo di fermare Sarge senza i suoi geni e la loro arma più potente, Quake.

La sesta stagione della serie tv più longeva di Marvel Television con i suoi 13 episodi ha l’ingrato compito di chiudere alcune sottotrame della scorsa stagione mentre presenta un nuovo potentissimo nemico che si ricollega ai monoliti e alla mitologia di fondo delle ultime tre stagioni della serie.

Gli sceneggiatori ci hanno abituati a lunghe storie da 22 episodi che divise in archi narrativi culminavano in un grande season finale dove spesso la terra rischiava molto e questa stagione, nonostante i 9 episodi in meno fa lo stesso e taglia molti dei momenti filler che potevano esserci in una stagione di 22 episodi, che si facevano comunque apprezzare e che in questa sesta stagione vengono limati decisamente e anzi incorporati nelle due trame che scorrono di pari passo, quella della minaccia di Sarge e quella della ricerca di Daisy/Simmons. Jed Whedon e Marissa Tancharoen in questa stagione possono anche contare in un inaspettato aumento del budget che gli permette di rendere credibile il viaggio nello spazio del team S.H.I.E.L.D. e anche il ritorno dell’agenzia ad un certo rilievo. I 13 episodi che compongono la stagione non sono eccessivamente complicati da seguire, anzi, seguono una struttura abbastanza classica e anche il modo in cui gli eventi si dipanano e poi si contaminano uno con l’altro è una struttura fin troppo familiare ai fan della serie e quindi seppur da questo punto di vista non ci si sorprenda troppo, gli showrunner riescono comunque a lasciare dei momenti emozionali e incredibili qua e là nella stagione.

Il gran pregio della serie rimangono però gli attori, da Ming-Na Wen a Henry Simmons, passando per Chloe Bennet, Elizabeth Henstridge, Ian De Caestecker, Natalia Cordova Buckley e Clark Gregg, ma anche il nuovo scavezzacollo della squadra Jeff Ward interprete di Deke Shaw. La squadra/famiglia dello S.H.I.E.L.D. ha perso una persona importante l’anno scorso e non ha nemmeno potuto piangerlo come si deve e questo si ripercuote sulla stagione proprio grazie all’apparizione di Sarge che riesuma la tristezza e il senso di abbandono che la scomparsa di Coulson ha lasciato nel team/famiglia, sopratutto per Daisy e Melinda May. Quindi la squadra si trova nel suo sesto anno a dover affrontare una minaccia che gli ricorda costantemente cosa hanno perso e le loro fragilità di esseri umani, da questo punto di vista il lavoro degli attori è stato eccezionale e anche quello di Clark Gregg come “cattivo” della stagione, che non nasconde comunque qualche twist strada facendo come sempre è quando si parla di monoliti e alieni. I rapporti tra i vari personaggi, che in primo luogo ci avevano attratto nella serie continuano così ad esserne il punto di forza, aggiungendo nuovi rapporti divertenti e anche tristi se ci si pensa in retrospettiva come quello tra Deke e i suoi nonni (Jemma e Fitz), quello tra Fitz e Enoch, dove quest’ultimo vede nel genio provato di Leopold l’unico amico che abbia mai avuto, dimostrando come la forza di queste persone sia l’empatia se anche un essere artificiale può piangere grazie a loro; ma ancora il rapporto tra Sarge e May, che quest’ultima spera ancora possa essere Coulson, o persino la convinzione di Daisy che questo Sarge sia in effetti la sua figura paterna e come questo le porti confusione nella testa e anche l’irremovibile Mack che è estremamente contrario a questo tizio venuto da un portale e che è forse quello che ha più cose in ballo quest’anno dopo che appunto è stato nominato direttore dell’agenzia.

S.H.I.E.L.D. sorprende anche con questa sesta stagione, rimanendo sempre fedele a sé stesso portando su schermo una famiglia che effettivamente combatte per il bene superiore e che se comunque sbaglia durante il perseguimento del fine, sa perdonare e riparare ai propri errori, cosa che non sempre si vede nei serial supereroistici dove si cerca sempre l’eccezionale scontro tra l’eroe e il nemico per concludere, qui è un lavoro di gruppo ed è bellissimo vedere come senza questa concezione di famiglia e di persone straordinarie tutti ci sentiamo un pò parte della famiglia che Coulson ha costruito ormai 6 anni fa.