Una volta mi è capitato che un granchio attirasse la mia attenzione. I granchi usano abilmente zampe e chele per spostarsi sul terreno a velocità sorprendente. Questo rende difficile catturarli ma, considerando il loro aspetto particolare, l’intenso sapore della loro carne – apprezzata dai gourmet – e infino il loro valore di mercato, vale assolutamente la pena d’impegnarsi nell’inseguimento.
Potrebbe sembrare un libro di cucina, o un trattato sui crostacei, ed invece siamo di fronte ad una delle didascalie di An Invitation from a Crab, raccolta di racconti brevi di Panpanya, enigmatico e misterioso, oltre che apprezzatissimo, autore giapponese emerso negli anni 2000, di cui non si sa praticamente nulla: aspetto, età, sesso, genere, nulla. Un mistero che traspare poderosamente dalle pagine delle sue opere, che Edizioni Star Comics presenterà in Italia con la Panpanya Works, collana dedicata ovviamente all’autore, che in futuro presenterà Pillowfish, Animals, The Second Goldfish e Guanàbana Holiday.
Ma che cos’è An invitation from a Crab? Questa la presentazione ufficiale di Edizioni Star Comics:
In una città non precisata, una fanciulla eterea e senza nome trascorre le sue giornate vivendo bizzarre esperienze con spettri e creature misteriose – come il granchio del titolo, che la inviterà a compiere un viaggio inimmaginabile e indimenticabile. Fra situazioni eccentriche e surreali e scorci urbani dettagliatissimi e quasi tangibili, prendono così vita piccole vicende affascinanti e imprevedibili, sospese fra il fiabesco e il sognante, fra l’allusivo e il farsesco, che andranno a comporre un’esperienza letteraria di sorprendente freschezza.
Si tratta di un volume che raccoglie 18 storie brevi che Panpanya ha pubblicato tra il 5 Febbraio 2012 e il 28 Febbraio 2014 sul sito Rakuen Web Zoukan di Hakusensha, editore giapponese con cui collabora in pianta stabile dal 2013, con protagonista una misteriosa ragazzina di cui ignoriamo tutto.
La giovane si muove attraverso le stradine di una città senza nome, scoprendo cose a cui non aveva mai fatto caso e vivendo insolite avventure, spinta dalla tipica curiosità dei bambini, anche se non sembra essere esattamente una bambina. Le 224 pagine che compongono il volume raccolgono storie di vario genere, molto brevi, ricche di personaggi assolutamente strani, sia nei comportamenti che nei tratti, che sono spesso un mix tra l’antropomorfo e figure geometriche, e che danno vita, insieme alla città sopracitata e alla stravaganza degli eventi, ad un mix di quotidianità e onirico nonsense.
Il mistero, inteso nel suo significato più basilare, ovvero “quanto rimane escluso dalle normali possibilità intuitive o conoscitive dell’intelletto umano o ne preclude un orientamento ragionevole, provocando una reazione di incertezza non necessariamente ansiosa né penosa, talvolta non priva di fascino” è uno degli elementi fondanti delle storie di Panpanya raccolte in questo An invitation from a Crab: non parliamo di mistero religioso, o investigativo, o paranormale (beh, qualcosa di paranormale in tutto il nonsense delle avventure della bambina lo si potrebbe anche trovare), ma proprio di un “non riuscire a capire” alcuni degli avvenimenti e delle scelte dell’autore, oltre al concetto di mistero inteso come “mancata conoscenza di quello a cui si sta assistendo”. Ma, d’altronde, da un autore noto per la totale assenza di informazioni sul suo conto, oltre che per la sua eccellente produzione, cosa potevamo aspettarci di diverso?
An Invitation from a Crab affronta, tramite le sue brevi storie, svariate tematiche, che spaziano dalla quotidianità della vita ad una, per quanto celata (anche se non sempre), critica sociale e al mondo del fumetto: le avventure della nostra bambina curiosa spaziano da una poco celata critica al capitalismo ad un rapporto commovente con una nonna, dall’urlare a pieni polmoni che esistono diversi modi di concepire l’arte (e, di riflesso, un messaggio di Panpanya al mercato mainstream del fumetto, di cui sembra essere la nemesi impersonificata?) all’imprevedibilità di un sabato passato a progettare il giorno seguente.
Panpanya spazia poi tra diversi modi di narrare, passando dalla vignetta alla prosa senza un apparente schema, così come le varie situazioni in cui si trova la nostra protagonista sembrano assolutamente prive di senso, anche le più semplici (basti pensare alla centrale che produce energia elettrica tramite le noci di cocco), ma che la nostra bambina prova a spiegare secondo una logica decisamente tutta sua eppure, per certi versi, comprensibile.
Anche lo stile visivo scelto dall’autore è un mix, apparentemente privo di senso ma che nel complesso funziona dannatamente bene: la nostra protagonista è praticamente eterea, con uno stile molto simile a disegni decisamente infantili; molti dei comprimari hanno fisionomie antropomorfe, ma con elementi stranianti, come teste dalle forme geometriche (che potrebbero essere caschi, ma anche no); infine, gli ambienti richiamano decisamente uno stile underground, con un ottimo dettaglio che stacca totalmente dalle figure che si muovono al loro interno. La città senza nome è anch’essa un continuo passare da ambienti domestici spartani ad ambienti oscuri ad altri decisamente luminosi. Il lavoro di Panpanya è una vera gioia per gli occhi di chi cerca qualcosa di decisamente fuori dagli schemi a cui il mercato mainstream dei manga può aver abituato.
Infine, una nota di merito anche all’edizione realizzata da Star Comics: la scelta della carta esalta i chiaroscuri, la sovracoperta è elegante nel suo essere molto minimal, un po’ come la prima impressione, sbagliatissima, che potrebbero dare i disegni dell’autore giapponese.
An Invitation from a Crab è un volume che può accontentare una svariata serie di palati, da chi apprezza produzioni indipendenti nipponiche a chi ama il fumetto underground europeo, ma anche chi cerca una lettura stratificata, che apparentemente ci mostra la curiosità infantile e che lentamente ci getta in un surreale insieme di vicende che nascondono più significati di quanti se ne possa immaginare. Decisamente un prodotto da avere in libreria.