Dopo un’ottima prima stagione, sono disponibili su Netflix, dal 15 luglio scorso, i nuovi episodi di Beastars, anime basato sull’omonimo manga di Paru Itagaki e che, come i fan già sapranno, racconta di un mondo abitato da animali antropomorfi e civilizzati in cui carnivori ed erbivori convivono, o almeno ci provano. Come detto, la prima stagione era riuscita a presentare in maniera veramente precisa alcuni personaggi molto interessanti ed aveva trattato con estrema delicatezza e sensibilità alcune tematiche legate al mondo degli adolescenti, come i primi amori o la scoperta del proprio corpo, raccontandole appunto dal punto di vista dei protagonisti della storia ma riuscendo comunque a renderle in qualche modo universali, così da poter applicare alcune delle situazioni presentate anche alla vita reale che vivono gli spettatori. Insomma, la seconda stagione di Beastars si doveva confrontare con l’ottimo prodotto che è la prima. Come saranno andate avanti le vite di Legoshi, Louis, Haru e di tutti gli altri studenti dell’Istituto Cherryton?beastars-2-5

Dopo aver affrontato la Shishi-gumi e aver salvato Haru dall’organizzazione criminale, Legoshi è tornato a frequentare regolarmente la scuola e il club di teatro, a differenza di Louis, che è invece sparito dalla circolazione e anzi, torna a scuola unicamente per annunciare le proprie dimissioni. Il destino dello studente più amato dell’Istituto Cherryton è avvolto nel mistero e nel mentre l’assassino di Tem si aggira ancora in libertà per i corridoi della scuola. Legoshi, così, deciderà di intraprendere un percorso che spera potrà aiutarlo a scoprire chi si è macchiato dell’omicidio dell’alpaca e, soprattutto, a renderlo in grado di proteggere tutte le persone a cui tiene, Louis compreso.

La seconda stagione di Beastars, va detto, è sicuramente un buon prodotto. Lo si riconosce innanzitutto dall’ottima cura nei dettagli: anche l’animazione meno importante su schermo è resa alla perfezione e lo stile 3D dell’anime continua a rendere nel migliore dei modi tutti i personaggi, i cui character design sono ancora una volta estremamente curati, rendendo così i protagonisti della serie credibili come animali nonostante le loro fattezze antropomorfe.

beastarsDal punto di vista registico, la serie conferma la sua duplice identità: più intima e lenta nei momenti di introspezione, più frenetica e serrata nei momenti più classici da battle-shonen che si erano già intravisti nelle situazioni finali della prima stagione. C’è da dire che i nuovi episodi sono decisamente più votati all’azione, andando a sacrificare un personaggio interessante come Haru, soprattutto nella sua relazione/non relazione con Legoshi, della quale però si spera si potrà vedere nel futuro della serie. In ogni caso, le scene d’azione sono realizzate in modo tale da essere facili da seguire e soprattutto molto belle da vedere. Le migliori vedono tutte Legoshi come protagonista e i movimenti del giovane lupo sono messi in scena in modo tale da rendere effettivamente percettibile la sua forza, la sua agilità e la sua sempre crescente consapevolezza del proprio corpo. Purtroppo (per chi scrive) o per fortuna, sono presenti dei momenti che il web tende ad etichettare come “furry”: il rischio è sicuramente quello per cui la serie rischi di essere etichettata in maniera sbagliata, ma il coraggio premia l’anime, che così riesce a conferire una sfaccettatura ulteriore al suo world building.

Di nuovo, ciò in cui Beastars eccelle è l’infinità di punti di vista che vengono messi in scena durante tutti quanti gli episodi della serie. Di continuo, vengono esposti i pensieri di diversi personaggi, alcuni decisamente secondari se non addirittura terziari, e quando succede, ognuno di questi è curato con una profondità veramente fuori dal comune. In maniera incessante, i pregiudizi e le opinioni su erbivori e carnivori vengono ribaltati e messi in dubbio, confermati e portati in avanti, fino al punto in cui lo spettatore si chiederà, nonostante si stia parlando di una storia che si apre con l’omicidio di un erbivoro da parte di un carnivoro, se effettivamente non siano proprio i predatori ad essere le vittime di un circolo vizioso di pregiudizi e usi e costumi in cui, forse, gli erbivori si cullano. Rappresentante di questa situazione è proprio Legoshi, che intraprende appunto un percorso volto alla salvaguardia delle persone a cui tiene e, allargando lo spettro, agli erbivori che così facendo potranno vivere una vita tranquilla e in armonia con il resto della società, ossia proprio i carnivori.

beastarsIl grandissimo problema di questa seconda stagione di Beastars è, purtroppo, il finale. Senza fare, ovviamente, spoiler, ci si ritrova in una determinata situazione che porterà a mettere in discussione e, soprattutto, a rendere pressoché inutile quanto visto nell’arco narrativo di Legoshi nell’arco di tutta, letteralmente, la seconda stagione. E questa contraddizione, purtroppo, non verrà nemmeno sfruttata nel migliore dei modi, perché subito dopo la serie inciamperà nuovamente, rendendo nuovamente inutile quanto accaduto solo una manciata di minuti prima. Parlarne senza fare spoiler è veramente difficile. La speranza, tenendo conto che chi scrive non è a conoscenza degli eventi futuri già disponibili in formato cartaceo, è che un’eventuale terza stagione (il manga è andato avanti per altri due archi narrativi dopo la seconda stagione, che ha adattato il terzo) possa fare luce su quanto di caotico è successo nel finale di stagione.

In conclusione, la seconda stagione di Beastars è un bellissimo viaggio che però rischia di rovinarsi totalmente nel finale. Il primo blocco di episodi, arrivato su Netflix lo scorso anno, resta al momento superiore, anche perché probabilmente meglio bilanciato nelle tempistiche e nella distribuzione delle tematiche. Questo secondo capitolo ha sicuramente il pregio di portare a conclusione la storyline avviata dal primissimo episodio, ma nel farlo ha purtroppo una caduta vertiginosa a livello di scrittura e sceneggiatura, tant’è che gli ultimi eventi potrebbero risultare quasi incomprensibili alla luce di quanto visto prima e, soprattutto, poco digeribili in virtù di quello che succederà dopo. Il prodotto è comunque più che sufficiente e può contare su una regia veramente ispirata, tanto nelle scene più riflessive quanto in quelle d’azione. Il punto forte, qui in maniera maggiore rispetto alla prima stagione, è l’altissimo numero di punti di vista che vengono portati all’attenzione dello spettatore, riuscendo a rendere sempre più complesso e frastagliato il mondo che Beastars crea. Menzione d’onore per l’opening, Kaibutsu del duo Yoasobi, che probabilmente supera in bellezza la già fantastica Wild Side della prima stagione.


Beastars è disponibile su Netflix. Di seguito, il trailer ufficiale della seconda stagione:

RASSEGNA PANORAMICA
Beastars Stagione 2
6.5
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Il mio primo film visto al cinema è stato "Dinosauri" della Disney, il mio primo libro "La fabbrica di cioccolato" e il mio primo videogioco "Tip Top - Il mistero dei libri scomparsi". Nel 2002 mi sono innamorato di Spider-Man e nel 2008 del grande schermo, grazie a "Bastardi Senza Gloria". Parlerei per ore di cinema, serie tv e fumetti. Sto aspettando la quinta stagione di "Sherlock".
beastars-stagione-2-uninfinita-di-punti-di-vista-recensioneLa seconda stagione di Beastars è un bellissimo viaggio che però rischia di rovinarsi totalmente nel finale. Il primo blocco di episodi, arrivato su Netflix lo scorso anno, resta al momento superiore, anche perché probabilmente meglio bilanciato nelle tempistiche e nella distribuzione delle tematiche. Questo secondo capitolo ha sicuramente il pregio di portare a conclusione la storyline avviata dal primissimo episodio, ma nel farlo ha purtroppo una caduta vertiginosa a livello di scrittura e sceneggiatura, tant’è che gli ultimi eventi potrebbero risultare quasi incomprensibili alla luce di quanto visto prima e, soprattutto, poco digeribili in virtù di quello che succederà dopo. Il prodotto è comunque più che sufficiente e può contare su una regia veramente ispirata, tanto nelle scene più riflessive quanto in quelle d’azione. Il punto forte, qui in maniera maggiore rispetto alla prima stagione, è l’altissimo numero di punti di vista che vengono portati all’attenzione dello spettatore, riuscendo a rendere sempre più complesso e frastagliato il mondo che Beastars crea. Menzione d’onore per l’opening, Kaibutsu del duo Yoasobi, che probabilmente supera in bellezza la già fantastica Wild Side della prima stagione.

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