Famoso per la qualità dei suoi film e l’apprezzamento che essi ottengono sia da parte della critica che del pubblico, lo Studio Chizu festeggia i suoi 10 anni di attività portando nelle sale di tutto il mondo Belle (in originale “Ryū to sobakasu no hime”, traducibile come “Il drago e la principessa con le lentiggini”) l’ultima fatica di Mamoru Hosoda, già regista di pellicole come “La ragazza che saltava nel tempo”, “Wolf Children” e “Mirai”, quest’ultima che gli è valsa la candidature agli Oscar come Miglior Film d’Animazione. Riuscirà quest’ultima pellicola ad eguagliare gli elevati standard raggiunti dai suoi predecessori o si rivelerà il primo buco nell’acqua per lo studio? Scopriamolo insieme.

U é una realtà virtuale estremamente popolare che scannerizza la biometria degli utenti la prima volta che si collegano, creando un avatar unico proprio alla persona. Quando Suzu, una studentessa sofferente da sindrome dell’abbandono, viene convinta a registrarsi nella rete, il programma le affida un avatar di rarissima bellezza. Grazie alla sua nuova forma ed alle sue innegabili capacità nel canto, la ragazza diviene in brevissimo tempo la più grande celebrità all’interno di U, tanto da portarla ad esibirsi in veri e propri concerti seguiti da tutti gli utenti. Suzu si ritrova così a dover vivere una doppia vita piena delle difficoltà sia nel mantenere la sua identità segreta, sia nel dover affrontare i traumi ancora vivi nella sua psiche. La situazione si complicherà ancora di più quando un misterioso utente dall’avatar di un dragone attaccherà il suo concerto.

Belle Mamoru Hosoda

Sin dalle prime immagini del trailer abbiamo visto come questo film si caratterizzi rispetto ai lavori precedenti per l’intreccio tra la tradizionale tecnica d’animazione e quella in CGI. Più nello specifico il film si concentra nel mostrare in quest’ultima tecnica le vicende che accadono all’interno di U, utilizzando anche colori più vivi ed animazioni più rapide, mentre il mondo reale risulta al contempo più spento e meno spettacolare, ricorrendo allo stile tipico dello studio. Ciò però non vuol dire che il film faccia dell’escapismo virtuale il suo asset principale rispetto alla narrativa visiva: il regista infatti riesce a trasmettere, man mano che il film avanza, un senso di familiarità sempre maggiore con lo stile classico, mentre ironicamente é proprio lo splendore di U a dirci che gli manca qualcosa, che per quanto magnifico sia, quello non é il nostro mondo.

Questo avviene anche grazie alla sceneggiatura: il film non ha paura di prendere il proprio tempo per spiegare la sua storia e si vede. Suzu viene sviscerata particolarmente grazie al rapporto con gli altri personaggi, le sue insicurezze ed i suoi traumi e quella a cui assistiamo nel film é una crescita lenta e genuina di una persona che si vede costretta ad affrontare i propri fantasmi. Vediamo quindi le vicende di U come motore iniziale e catalizzatore di questo cambiamento, ma al contempo lo svolgimento di esso avviene nel mondo reale, creando un ottimo bilanciamento tra le ambientazioni della pellicola, evitando che lo spettatore aspetti solo il ritorno del mondo virtuale o del mondo reale a seconda di quale dei due scenari preferisca. Non vi sono quindi i casi alla Ready Player One dove un aspetto del film è chiaramente più interessante dell’altro.

Il punto dolente del film lo si può toccare con il ritmo: se da un lato moltissime scene hanno tanto respiro, permettendo quindi allo spettatore di empatizzare maggiormente con i personaggi e quello che certi eventi ed implicazioni comportano per loro, dall’altro questo respiro è fin anche troppo e, in un film che supera le due ore, questo rischia di rendere la visione della pellicola non congrua al piacere di ogni spettatore. Problema (o scelta voluta, a seconda di come si sceglie di guardarla) che accompagna tutti i film dello studio Chizu.

Il comparto sonoro gioca un ruolo particolarmente importante in questa pellicola ed è il suo vero fiore all’occhiello. Essendo il film pesantemente ispirato dalla Bella e la Bestia della Disney, la presenza di canzoni nel film ricopre un ruolo capitale ed il team che si è occupato del comparto audio ha saputo adattarsi magnificamente alla prestazione della Seiyu (voice actor) di Suzu, Nakamura Kano, valorizzando le sue evidentissime doti canore ed attoriali. Senza fare spoiler, la canzone finale è un momento davvero speciale per la protagonista ed il lavoro fatto da animatori, sound designer ed attori fa si che lo diventi anche per lo spettatore.

Rispondendo alla domanda posta ad inizio recensione, Belle è un film che può camminare e testa alta a fianco dei suoi illustri colleghi. Nonostante un ritmo lento, che può spaventare la maggior parte degli spettatori, la pellicola eccelle nel fondere recitazione, comparto sonoro e due stili ben distinti d’animazione portando alla luce una storia che, seppur con elementi già visti, narra la sua storia con voce unica.


Belle, ultima fatica di Mamoru Hosoda, sarà disponibile solo al cinema dal 17 marzo distribuito da Anime Factory. Di seguito il trailer ufficiale del film:

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