“Ho sempre pensato a me stesso come a un eroe. Uno che fa tutte le scelte giuste… che vive secondo un codice etico. Nei film è sempre tutto così lineare. L’eroe ha un destino da compiere, l’eroe incontra la ragazza… l’eroe deve rispondere a una chiamata interna o esterna e affrontare una sfida, superandola, impara a essere una persona migliore. E ottiene la ragazza. A volte però questa parabola ideale non funziona… A volte l’eroe è nato per perdere. A volte sacrifica il proprio codice etico sull’altare dell’egoismo. A volte mente. A volte qualcuno si fa male.” Con questo monologo interiore potremmo riassumere Buzzkill, nuova graphic novel, edita in Italia da saldaPress, ad opera del duo formato da Donny Cates (coadiuvato in questo caso dal musicista Mark Reznicek) e Geoff Shaw, già autori dell’apprezzatissimo God Country.
Buzzkill – Il Potere dell’Ebbrezza ci presenta, fin da subito, Ruben, un supereroe assolutamente non convenzionale: il ragazzo, infatti, ottiene i propri superpoteri assumendo alcolici e sostanze stupefacenti. Conosciamo Ruben ad una seduta per alcolisti anonimi, intento, come abbiamo già visto in centinaia di scene di film, fumetti e serie TV, ad iniziare il percorso dei dodici passi per combattere la propria dipendenza.
Scopriremo, strada facendo, che Ruben non si chiama in realtà Ruben, che l’utilizzo dei suoi poteri ha generato decisamente molti problemi, sia alla sua vita da eroe che a quella privata, che nel suo passato si nasconde un personaggio decisamente terrificante, e che il giovane è preda del rimorso e della disperazione per le conseguenze delle proprie azioni. Non vi diremo di più per non rovinarvi la lettura di questa ottima storia concepita da Donny Cates e Mark Reznicek, ma possiamo dirvi che il duo di scrittori, coadiuvati da un Geoff Shaw solido e ispirato, utilizza una classica storia di supereroi per parlarci di redenzione, di dipendenza, della difficoltà a relazionarsi e di come i sogni di un bambino, nella vita reale, non sempre siano destinati a diventare realtà, anzi.
L’autore texano da il meglio di se quando è libero di scatenare la propria verve “tamarra” fatta di scene estreme, violenza, battute taglienti e scontri verbali, oltre che di personaggi che sembrano parodie di qualcosa che abbiamo già visto altrove (il Dottor Blaqk vi ricorderà decisamente qualcuno, così come lo stesso Ruben, in versione “supereroe”, ha un design che ricorda decisamente Sentry, personaggio di casa Marvel), e Buzzkill è carichissimo di momenti di questo genere, pur essendo, a tutti gli effetti, una storia tragica e decisamente poco divertente: il nostro protagonista è sostanzialmente una persona cresciuta con un peso ingestibile da sopportare, e l’esplosione dei suoi poteri, scatenati da sostanze dannose per il corpo, ha peggiorato decisamente la situazione. In questo mix tra ironia tagliente e tragedia personale, Cates riesce ad inserire la propria visione del concetto dei “supereroi con superproblemi” che tanto bene conosce chiunque abbia letto un fumetto americano, Marvel in particolare, negli ultimi cinquant’anni. Problemi di identità segreta, relazioni sentimentali a rischio, amicizie infrante e danni collaterali dell’eterna lotta tra il bene e il male vengono rivisitati ed inseriti in un contesto in cui tutto sembra dover andare per il verso sbagliato, con alcuni lampanti riferimenti ai personaggi di Peter Parker, lo Spider-Man emblema del supereroe con superproblemi, e di Tony Stark, quell’Iron Man che, ben prima dei fasti cinematografici, è stato protagonista di alcune meravigliose storie che affrontavano proprio il tema della dipendenza da alcolici e di quanto in basso possa scendere l’essere umano quando cede ai propri demoni interiori.
Ma non solo: come facilmente intuibile fin da subito, l’autore texano ci racconta anche una storia di redenzione dalle dipendenze. Nel caso di Buzzkill, Cates fa camminare Ruben su un sottilissimo filo, sospeso tra il desiderio di redenzione e di allontanamento dalla dipendenza dagli alcolici e la voglia di essere un eroe, condizione legata, almeno per quanto riguarda l’aspetto più “pratico”, ovvero i suoi incredibili poteri, all’utilizzo degli stessi alcolici e delle sostanze stupefacenti. Ruben (che scopriremo non chiamarsi Ruben, in realtà) è un personaggio devastato e tormentato, in bilico tra il desiderio di essere un eroe e l’impossibilità di esserlo, tra il suo doloroso passato, presentato tramite brevi ma efficacissimi flashback, e il suo presente, fatto di tentativi di recupero delle poche certezze e felicità che la sua vita gli aveva dato, e che avvenimenti avvenuti prima dell’inizio della nostra storia gli hanno portato via.
Per quanto riguarda i disegni, troviamo un Geoff Shaw in forma strepitosa: il tratto nervoso e graffiato dell’artista è incredibilmente azzeccato sia nelle scene più concitate e violente, con ampi spargimenti di sangue, che nei flashback e nelle scene di dialogo, con un’alternanza tra tavole a tutta pagina e a costruzione irregolare e pagine più composte, con griglie regolari per le sequenze prive di combattimenti. I flashback, poi, sono realizzati con uno stile che ricorda i fumetti degli anni ’70, sia nello stile del disegno che nei colori, con effetti di colorazione “puntinati” e palette cromatiche più simili alla colorazione analogica che a quella digitale: uno dei veri punti di forza di Buzzkill è sicuramente, infatti, la colorazione, ad opera di Lauren Affe, che da profondità e risalto al lavoro di Shaw, con risultati strepitosi soprattutto nelle scene di combattimento.
In conclusione, non possiamo che consigliare caldamente la lettura di Buzzkill a tutti coloro che, preferibilmente (ma non necessariamente) se già avvezzi al mondo dei supereroi, sono alla ricerca di una storia che coniughi i più classici temi dell’eroismo con una visione cinica, distaccata e cupa del mondo. Un eroe sui generis, molto umano e poco super, con difetti, drammi e un’inguaribile voglia di fare la cosa giusta, rinchiuso in una situazione che fa di tutto per impedirglielo. Donny Cates, coadiuvato ai testi da Mark Reznicek e ai disegni da un Geoff Shaw in forma smagliante, colleziona una storia sulla debolezza, sul dolore, sulla voglia di rivalsa sfruttando il più classico scontro tra bene e male.