Dear Evan Hansen (Caro Evan Hansen) è la trasposizione cinematografica dell’omonimo musical di Broadway diretta dallo scrittore e regista Stephen Chbosky (Noi Siamo Infinito, Wonder). Il film come il musical originale vede tra i protagonisti Ben Platt accompagnato da un cast d’eccezione dove spiccano Julianne Moore e Amy Adams. La pellicola è stata presentata in anteprima alla sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma.

Dear Evan Hansen segue Evan Hansen (Ben Platt), uno studente del liceo che soffre di ansia sociale. Involontariamente, rimane coinvolto in una bugia dopo che la famiglia di Connor (Colton Ryan), un compagno di classe morto suicida, scambia una lettera che Evan aveva in realtà scritto a se stesso, per il biglietto di addio del figlio. Convinti che i due ragazzi fossero amici, i genitori di Connor cercano di avvicinarsi ad Evan, il quale inizialmente non riesce a dir loro la verità, scatenando una sere di equivoci che non renderanno semplice la sua situazione.

A distanza di nove anni da Noi Siamo Infinito, film simbolo di una generazione con Logan Lerman, Ezra Miller e Emma Watson, Stephen Chbosky torna dietro la macchina da presa per raccontare ancora una volta una storia di formazione adolescenziale basata sul musical omonimo di Boradway del 2015. Le musiche del film curate da Benj Pasek e Justin Paul, duo che aveva già collaborato alla realizzazione di colonne sonore come quella di La La Land e The Greatest Showman si attengono esattamente a quelle dello show live che per circa due anni ha incantato gli spettatori a teatro, raccontando una storia non comune per uno spettacolo teatrale.

Attesissimo negli Stati Uniti e uscito in patria nel settembre scorso, Dear Evan Hansen arriva in Italia questo dicembre, portando con sé non poche critiche che hanno decisamente smorzato l’entusiasmo dei fan. Noi, dopo aver visto in anteprima il film non ci sentiamo però di bocciare questo adattamento.

Criticato negativamente per il suo essere superficiale e per non approfondire le tematiche fondamentali e importanti presenti nello spettacolo teatrale, Dear Evan Hansen è sì un film che non entra mai nel dettaglio nonostante le sue due ore e più i durata, ma che inevitabilmente riesce a toccare le corde giuste e ad emozionare. E’ sicuramente un film che non potrà lasciare indifferenti gli appassionati del musical che pur se privati di alcune canzoni dello show ritroveranno tutto quello che li ha resi fan di questa storia, a partire da Ben Platt stesso.

L’attore e cantante trentenne è stato duramente (e immotivatamente) attaccato per aver interpretato la parte di un liceale, ma la scelta di castare lui come protagonista è stata quasi obbligatoria. Il successo del musical si deve non solo alla storia emotivamente coinvolgente e importante, ma proprio all’interpretazione dello stesso Platt che ha vestito i panni di Evan Hansen nello spettacolo teatrale, ruolo che l’ha consacrato come performer di alto livello. Nonostante il comparto trucco su di lui non sempre riesce a fare un buon lavoro, trasformando il suo volto quasi a renderlo irriconoscibile, il cuore e l’anima del personaggio emergono trasmettendo tutta la passione e l’amore che c’è dietro ad un lavoro simile.

Tema centrale dell’intero musical è “la menzogna” e di come questa, una volta preso il via, porti inesorabilmente a delle conseguenze incontrollabili. Attraverso questo stratagemma vengono quindi esplorati i temi del lutto, dell’amicizia, della malattia mentale e del suicidio, e anche se non sempre in maniera troppo approfondita, le canzoni riescono a fare più della metà del lavoro, raccontando stati d’animo e sensazioni provate dai personaggi, meglio di qualsiasi altro dialogo.

Insieme a Platt recitano Amy Adams nei panni della madre di Connor, Julianne Moore in quelli della madre di Evan, Colton Ryan in quelli di Connor e la bravissima Amandla Stenberg (Hunger Games, The Hate U Give) interprete della bellissima The Anonymous Ones. Emozionante su tutte la performance di Julianne Moore che pur avendo uno screening time ridotto con la sua So Big/So Small riesce a commuovere e a strappare non poche lacrime.

In Dear Evan Hansen anche la regia di Chbosky si fa neutra e sicuramente meno impostata di Wonder, suo precedente lavoro. L’importanza è rivolta alle performance canore e attoriali degli interpreti i quali vengono messi in mostra in tutta la loro bravura. I momenti musicali sono diversi e tutti estremamente curati e poco artefatti, capaci di far percepire l’emotività dietro ad ogni parola cantata. Tutte le canzoni sono le stesse del musical originale, caratteristica che i fan di lunga data apprezzeranno e non poco.

Nonostante la sua lunghezza importante, Dear Evan Hansen (Caro Evan Hansen) è un buon musical. Sicuramente apprezzabile più dai fan del prodotto originale che da un nuovo pubblico, il film è il terzo lungometraggio di Chbosky che nelle storie di formazione adolescenziale sembra aver trovato il suo luogo sicuro. Dopo Noi Siamo Infinito, di cui è anche scrittore del romanzo, con Dear Evan Hansen torna ad esplorare la fragilità adolescenziale, le malattie mentali e l’elaborazione del lutto attraverso un musical che riesce ad esprimere meglio il suo intento con le canzoni che con una vera e propria sceneggiatura.


Dear Evan Hansen (Caro Evan Hansen) arriva nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 2 dicembre 2021. Ecco il trailer del film:

RASSEGNA PANORAMICA
Dear Evan Hansen
7
Articolo precedenteDeath or Glory: Volume 2 – La conclusione dell’estremo road trip di Rick Remender | Recensione
Articolo successivoDue Donne – Passing di Rebecca Hall: Un’opera prima sulla diversità di due donne simili | Recensione | Roma FF16
Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
dear-evan-hansen-la-trasposizione-del-musical-di-broadway-con-ben-platt-recensione-roma-ff16Nonostante la sua lunghezza importante, Dear Evan Hansen è un buon musical. Sicuramente apprezzabile più dai fan del prodotto originale che da un nuovo pubblico, il film è il terzo lungometraggio di Chbosky che nelle storie di formazione adolescenziale sembra aver trovato il suo luogo sicuro. Dopo Noi Siamo Infinito, di cui è anche scrittore del romanzo con Dear Evan Hansen torna ad esplorare la fragilità adolescenziale, le malattie mentali e l’elaborazione del lutto attraverso un musical che riesce ad esprimere meglio il suo intento con le canzoni che con una vera e propria sceneggiatura.

Lascia un commento