Erano anni che desideravo ardentemente un nuovo film sul Dott. Dolittle, magari con Robert Downey Jr. nei panni del dottore. Letteralmente anni. Precisamente dal 1998, quando si era cimentato Eddie Murphy nella versione moderna del personaggio, così apprezzata dal pubblico da aver avuto, non uno, non due, ma ben quattro sequel. Ma più anni ancora, da quando ero piccolo e in televisione avevo visto Il Favoloso Dottor Dolittle, del 1967, alla ricerca del fantomatico Gasteropodeonte Marino Rosa.
Erano anni!

Dolittle con Robert Downey Jr.
Ah… ci stavo credendo che eri serio…

Finalmente la Universal ci ha omaggiato con il nuovissimo Dolitte con Robet Downey Jr. e l’ho visto! Emozionato come un bambino mi sono lasciato trasportare in questa magica, affascinante nuova avventura e incarnazione di Dolittle e ragazzi, valeva davvero la pena attendere tutto questo tempo. Non so se si capisce la fine ironia e il lieve sarcasmo di tutto quello che ho appena scritto.

Il nuovo Dolittle con Robert Downey Jr. è un disastro. E mi sono moderato, perché, mentre lo vedevo, la parola che mi veniva in mente era: “Insopportabile“. All’uscita del cinema la parola era: “Atroce“. Questo film ha così tanti problemi che quasi non ci si crede che qualcuno l’abbia scritto, qualcuno l’abbia prodotto, qualcuno l’abbia diretto, qualcuno l’abbia recitato, qualcuno montato, qualcuno abbia realizzato gli effetti speciali e nessuno abbia detto: “Scusate, ma ‘sto film è una vaccata, siete sicuri di volerlo fare uscire al cinema? No, perché la gente dovrebbe pagare per vederlo…

Ci si sono messi in quattro a scrivere Dolitte: lo stesso regista Stephen Gaghan, Dan Gregor, Doug Mend e Chris McKay, i nomi dei colpevoli bisogna farli per forza. In quattro non sono stati capaci di scrivere una storia o dei personaggi, umani e animali, un minimo accattivanti, con personalità o almeno caratterizzati, con un minimo di percorso personale che parte dal Disagio A per arrivare alla Soluzione B.

No, si sono limitati a buttare tutto dentro il calderone degli effetti speciali riempendo i personaggi di battute a ogni inquadratura, appiattendo tutti a un gruppo di comici falliti e rendendo Insopportabile e stucchevole qualsiasi scena. Che sia di dialogo o d’azione.

Dolittle con Robert Downey Jr.
Scimmione, mò basta con le battute!

Agli umani, invece, è stato riservato il ruolo di didascalia, ossia spiegare in modo pedissequo quello che sta succedendo sullo schermo, tipo telecronaca in diretta. Per esempio Dolittle parla con gli animali e il bambino dice: “Sta parlando con gli animali, usando il loro linguaggio e loro lo capiscono!“.

Ma, visto che li ho citati, parliamo di quelli che sarebbero dovuti essere il piatto forte del film: Robert Downey Jr. ed effetti speciali. Ditemi quello che volete, ma secondo me la Universal era convinta che sarebbe bastato il buon Robert a far dire al pubblico: “Voglio vedere il film!” sventolando un biglietto da 10 dollari in faccia al cassiere del multiplex. E non è stato così, visti i magri incassi in patria. Complice anche il fatto che sia palese che Robert Downey Jr. non avesse alcuna voglia e idea di come caratterizzare il personaggio e al primo ciak, abbia inserito il pilota automatico e si sia messo a fare le cose buffe da Robert Downey Jr. di fronte al green screen, parlando con gente vestita di tutine puntinate per dargli l’idea di dove sarebbero stati gli animali in CGI.

Dolittle con Robert Downey Jr.
Dai, insopportabile bambino, descrivi quello che stiamo vedendo. Fallo per l’ennesima volta!

Il resto del cast lo classificherei come non pervenuto, ma non posso nemmeno dargli torto, dal momento che gente come Michael Sheen e Jim Broadbent si sono trovati a interpretare macchiette uscite dal Fantabosco. L’unico che ci mette un po’ di cuore e prova a dare un’interpretazione al suo personaggio, per quanto sia tutto frasi affettate e sguardi truci, è Antonio Banderas, ma lui era già abituato a parlare con le galline, quindi era nel suo ambiente.

Passiamo agli effetti speciali: gli animali in CGI, secondo perno centrale del film. Uno potrebbe pensare che il 2020 sia un ottimo anno per fare un film con animali che parlano, visto che la tecnologia ci assiste e non dobbiamo vedere persone vestite con le pellicce finte o pupazzi di gomma. Quindi, in teoria, Dolittle dovrebbe essere una gioia per gli occhi. In teoria. Dovrebbe. In pratica la CGI oscilla dall’accettabile allo scadente, niente di eccezionale, niente di “Oh, mamma mia che hanno fatto!“, niente che non sia già stato visto o fatto, meglio tra l’altro. In realtà il 2020 è un anno pessimo per fare animali in CGI che parlano, visto che sono già usciti Il Libro Della Giungla e Il Re Leone, entrambi Disney, che hanno portato l’asticella a un livello molto, ma molto alto. In questo caso, mi viene da dire, o fai qualcosa di meglio, oppure lascia stare che ti fai male. E la Universal si è fatta male. Tanto.

Dolittle con Robert Downey Jr.
Serio! Basta con ‘ste ca**o di battute!

Adesso è venuto il momento di spezzare le lance che sarebbero da spezzare in favore di Dolittle. I più diranno: “È un film per bambini, cosa pretendevi?“. Non pretendevo niente, magari un po’ di rispetto per i bambini. È vero che i bambini non sono dei fulmini di guerra, ma c’è una bella differenza tra fare un film per bambini e un film infantile. La Pixar ci ha insegnato, a più riprese, che un film per bambini può essere intelligente, letto e capito a più livelli e di intrattenimento anche per gli adulti. I bambini possono non arrivare a comprendere tutto, ma non sono stupidi e non vanno trattati come tali.

Alcuni diranno: “Eh, ma la Universal ha rimaneggiato il film, ha fatto 3 settimane di reshooting, ha rovinato tutto!“, va bene, ma non la vedo come un’attenuante, pittosto come un’aggravante. Va bene voler rendere il film più ingenuo, più ad altezza bambini, ma c’è l’ingenuità accattivante degli anni ’80 e c’è l’ingenuità stupida di questo film che non fa bene a nessuno. Il risultato è un film sfilacciato, in cui sembra che manchino dei micro pezzettini per raccordare una sequenza all’altra all’interno della stessa scena, o che ci siano apposta dei buchi per giustificare alcune cose che, messe come state messe, non hanno alcun senso e sembrano pretestuose per inserire un nuovo personaggio, umano o animale parlante e dare il via a una nuova sequenza.

Concludendo, Dolittle con Robert Downey Jr. è un film nato male, sviluppato senza estro né voglia a tutti i livelli e il risultato non vale i soldi del biglietto.


Dolittle con Robert Downey Jr. sarà nelle sale italiane dal 30 gennaio 2020. Di seguito il trailer ufficiale italiano.

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