Harbinger Wars II – La caccia agli Psioti ha inizio! | Recensione

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Edizioni Star Comics ha finalmente portato in Italia Harbinger Wars II, culmine delle trame di Secret Weapons, Generation Zero e Harbinger Renegades, che come il precedente evento di casa Valiant ha coinvolto più o meno tutti i personaggi della casa editrice, dagli ex membri della squadra Unity a persino il protagonista della trilogia di Eternity.

Dopo il disastro di Oklahoma City con i membri del gruppo dei Salici di Toyo Harada, Livewire si è impegnata a proteggere i giovani Psioti mentre la tensione internazionale inizia a salire verso la popolazione psiota mondiale, sia grazie agli interventi di Harada che agli scombussolamenti che sono stati portati da Peter Stanchek e i suoi Renegade ma anche da Generazione Zero a Rook City. La soluzione quindi al problema degli psioti arriva ad ingaggiare una nuova corporazione la Omen Corporation e gli HARD Corps per cacciare questi giovani turbolenti superumani. Il primo tentativo non è finito nel migliore dei modi, portando tutti i membri di Generazione Zero a venir sterminati dal Maggiore Palmer e i suoi HARD Corps, si verrà dunque necessario venire a patti con Amanda McKee, la più prominente psiota del mondo per evitare stragi di massa. Le azioni dell’HARD Corps come se non fossero già abbastanza negative vengono ulteriormente aggravate quando Amanda convocata dalla Homeland Security scoprirà che il governo sta sistematicamente eliminando gli psioti dal mondo e che i prossimi obbiettivi sono i ragazzi dei Salici. Inizia dunque una guerra tra Livewire e il governo degli Stati Uniti che userà tutti i suoi mezzi come Ninjak, X-O Manowar, il G.A.T.E. e non solo per contrastare la giovane ex protetta di Harada.

Eric Heisserer e Matt Kindt continuano a raccontare la storia che fin ora era stata nelle mani di Rafer Roberts e Fred Van Lente, portando a conclusione molte delle trame legate ai giovani psioti del gruppo di Peter e di Livewire, mettendoli a confronto con un modo che li teme e li odia. Vi è familiare? Certamente l’intero concetto dietro agli Psioti di casa Valiant è sempre stato lo stesso concetto di Mutante tanto popolare del Marvel Universe, qui la battaglia però prende una dimensione similare a quella di Avengers vs X-Men, mettendo ex alleati a confrontarsi, tutti con una loro idea, nessuna linea di demarcazione tra giusto e sbagliato ben delineata, seppur alcune azioni da parte di entrambe le parti siano molto discutibili, a partire dall’impiego della Homeland dei suoi agenti, ma anche l’uso che fa Livewire dei suoi poteri, di fatto getta il mondo in un nuovo medioevo e senza rendersene conto portando centinaia di morti innocenti. La storia procede con continui sconvolgimenti e roboanti battaglie che svelano alleanze impreviste ed un piano oscuro e pericoloso che il governo ha messo in piedi come conseguenza dell’attivazione massiccia di psioti nel mondo e la paura per una nuova generazione che potrebbe non avere gli stessi pensieri dell’attuale gerarchia che comanda il mondo e che ha un potere che può sovvertire l’ordine costituito. I due sceneggiatori fanno decisamente un lavoro di pregio con un crossover che più che dare un nuovo status quo ai personaggi Valiant non aveva pretese e inizia a dare un effettivo valore a molti personaggi rimasti fin troppo in disparte e di cui i rapporti non sono stati approfonditi più di tanto.

I disegni curati da Raul Allen Patricia Martin nel preludio sono decisamente i più ispirati del volume, con delle soluzioni anche di composizione della tavola che davano dinamicità anche agli scambi di battute, parte è dovuto alla bravura di Heisserer come sceneggiatore e dimostra come questi trio di autori possa veramente dare tanto se gli viene dato spazio come in Secret Weapons. I numeri successivi vedono molti disegnatori al lavoro, Tomas Giorello, che già aveva dimostrato di saperci fare con Kindt su X-O Manowar, da luogo a tantissimi momenti esplosivi e pieni di violenza esagerata ma che ha un fascino che difficilmente un’altro disegnatore avrebbe reso meglio, conclude l’ottimo lavoro grafico Renato Guedes. Inutile dire che Adam Pollina, disegnatore dell'”Aftermath” dell’evento non riesce ad avere lo stesso impatto visivo dei sopracitati disegnatori e quindi si limita al suo compito di “chiudere” con la storia e mettere le fondamenta per possibili nuove storyline che possibilmente verranno sfruttate più avanti e si spera non cadano nel dimenticatoio.

Harbinger Wars II è un evento più piccolo dell’ultimo di casa Valiant, The Book of Death, che coinvolgeva effettivamente tutti i personaggi dell’universo narrativo rinato nel 2012, ma stavolta nel suo essere più “piccolo” trova la sua dimensione, grazie ad una scrittura che evidentemente era più ispirata che quella delle serie da cui gli antefatti provenivano (Harbinger Renegade e Generation Zero) e un comparto grafico di ottima fattura seppur non inaspettato considerando i nomi sul volume. Potete tranquillamente saltare i 4 volumi dedicati alle due serie sopracitate e buttarvi sul crossover senza perdervi più di tanto, dato che saranno gli stessi personaggi durante la lettura a darvi un contesto per il conflitto e vi permetterà di capire meglio anche la psicologia di alcuni personaggi che da un volume all’altro improvvisamente hanno cambiato caratterizzazione, se letti nel solo ambito del crossover sono più chiari e meno “oscuri”. Una lettura divertente che non ci si aspetterebbe provenendo dalle ultime uscite degli psioti in Valiant.

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