Durante le settimane di Natale da sempre il cinema italiano si riempie di film importanti, anche quest’anno è una dura guerra visto che durante questa settimana sono usciti ben quattro film attesi in maniera diversa e con pubblici agli antipodi.
Spider-Man: No Way Home è sicuramente l’uscita più attesa di tutte, ma poi abbiamo anche i film italiani Diabolik, dei Manetti Bros. e Chi ha incastrato Babbo Natale?, di e con Alessandro Siani: come ultimo un titolo molto forte e super atteso, non solo per il super cast e per il nome del regista che c’è dietro, ma anche perché si parla di un fatto tutto italiano come quello dell’omicidio di Maurizio Gucci, troviamo ovviamente House of Gucci di Ridley Scott.
Per Scott questo è il secondo film di quest’anno, dopo l’ottimo The Last Duel presentato allo scorso Festival di Venezia fuori concorso.
House of Gucci, fin dall’annuncio, ha suscitato subito un grande interesse, soprattutto dopo l’uscita della prima foto ufficiale che ritraeva Lady Gaga e Adam Driver in abiti invernali a St.Moritz.
La produzione ha avuto una lavorazione velocissima, circa nove mesi di riprese, un risultato incredibile se pensiamo che si tratta di un film della durata di due ore e quarantacinque minuti.
La scelta di prendere sei attori americani per i ruoli di sei personalità italiane è stata criticata fin dall’inizio, perché si vedevano gli attori parlare con un inglese che voleva ricalcare la parlata italiana con risultati decisamente discutibili.
Il film vuole essere una sorta de Il Padrino rivisitato, con il mondo della moda al posto della mafia, con il concetto di potere e di successo come parte principale della storia, e tutti i personaggi, ognuno preso nel tentativo di sovrastare l’altro, che ruotano intorno al nome della famiglia.
Quello che interessa a Scott è raccontare una saga familiare, come già se ne sono viste molte soprattutto recentemente in TV: in effetti, per un racconto del genere, avrebbe avuto più senso una serie TV, un genere di prodotto che avrebbe aiutato a raccontare ancora meglio questa famiglia e tutte le vicende che la riguardano, visto che, per ovvie ragioni di durata del film, alcuni sviluppi sono raccontati troppo frettolosamente. Una storia del genere sarebbe stata perfetta come una quarta stagione di American Crime Story di Ryan Murphy, visto anche che la suddetta serie antologica ha già raccontato le vicende di un altro personaggio della moda, Gianni Versace, che qui appare in un breve cameo.
Dal punto di vista realizzativo, stiamo pur sempre parlando di Ridley Scott: la regia è realizzata in maniera ottima e, seppur in alcuni momenti il film si perda soprattutto a livello di scrittura, i momenti visivi riescono a trovare un ritmo giusto e una velocità incredibile di narrazione per un film che dura quasi tre ore che, come anche il precedente The Last Duel, riesce ad essere molto serrato e riesce ad intrattenere.
Il vero problema di House of Gucci è legato all’elemento che in teoria avrebbe dovuto essere uno dei punti di forza: il cast e, soprattutto, la sua interpretazione.
La protagonista del film, interpretata da Lady Gaga nel suo secondo ruolo da protagonista dopo l’acclamato A star is Born di Bradley Cooper, conferma sicuramente un talento innato a livello visivo, con un’ottima espressività e la teatralità che ha reso celebre la pop star anche nelle sue esibizioni canore. Di tutto il cast, Gaga è sicuramente quella che rende al meglio e sembra più calata nella parte. Purtroppo, ed è un problema che affligge tutto il cast, la scelta di Scott di far parlare gli attori in una sorta di accento simil italiano, rende il tutto decisamente ridicolo, e il personaggio di Patrizia Reggiani, moglie di Maurizio Gucci, con la sua particolare parlata, regge fino ad un certo punto.
Adam Driver interpreta Maurizio Gucci, e tra tutti è quello che forse recita meglio: è l’attore che sembra dar meno peso alla questione dell’ italiano e recita praticamente solo in inglese senza ricalcare la nostra lingua, ma tra tutti è quello che a livello di scrittura soffre maggiormente e non è protagonista di scene memorabili.
Al Pacino e Jared Leto, che interpretano Aldo e Paolo Gucci, hanno i momenti più esilaranti del film, sono per quasi tutto il loro screentime fuori parte e riescono a divertire molto lo spettatore (vi consigliamo di vedere, se potete, il film in lingua originale sottotitolato così potrete godervi le loro performance).
Infine troviamo, in ruoli di contorno ma comunque importanti, Salma Hayek, Jeremy Irons e Jack Huston: nessuno di loro spicca a livello recitativo, ma da consumati professionisti tengono la scena con competenza nei pochi momenti a loro dedicati.
A livello visivo House of Gucci è ben realizzato: i costumi ed il design sono ben gestiti, come se il film fosse frutto del marchio Gucci in tutto e per tutto; narrativamente, invece, ci sono alcune inesattezze storiche ed è ambientato in luoghi in cui i protagonisti non sono mai andati. Di pregio la colonna sonora, che cavalca grandi pezzi dagli anni ’70 ai ’90, spaziando da Sweet Dreams ad Heart of Glass, da I Feel Love a Sono Bugiarda.
In conclusione possiamo dire che House of Gucci è un prodotto fatto per chi cerca un buon intrattenimento, il film è costellato di momenti che rimarranno impressi nella mente dello spettatore che verrà ammaliato da quello che il cast e il regista sono riusciti a portare sullo schermo. Purtroppo, la scelta di utilizzare l’accento italiano rende spesso imbarazzante la prova di un cast che, sulla carta, avrebbe potuto fare decisamente meglio.