Intervista a Declan Shalvey: “Injection mi ha spinto a diventare uno stroryteller molto più ambizioso” | Speciale Lucca 2019

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anteprima intervista shalvey lucca comics 2018

Tra gli autori che quest’anno sono stati invitati a Lucca Comics and Games 2019 c’è anche Declan Shalvey, disegnatore irlandese che ha dato prova delle sue abilità in Marvel, occasione in cui ha creato un vero e proprio sodalizio con lo scrittore Warren Ellis. Conclusa la loro collaborazione su Moon Knight, i due sono approdati in casa Image Comics, pubblicando Injection, serie sci-fi/horror a dir poco spettacolare, arrivata nel nostro paese grazie a Saldapress. Incontriamo Declan fuori dal padiglione di piazza Napoleone, poco dopo una delle sue sessioni, e tra un thè e dei biscotti, chiacchieriamo del suo lavoro.


Ciao Declan! Benvenuto in Italia! Come stai?

Alla grande, grazie!

Sai qualcosa dei fumetti italiani?

Poco. Essendo cresciuto in Irlanda, le mie letture erano tutte provenienti dall’Inghilterra e dalll’America. Non c’erano molti fumetti italiani, ma conosco Tex e Massimo Carnevale. E’ imbarazzante, lo so, da europeo dovrei essere un po’ più informato.

Sei a Lucca, ne hai tutta la possibilità!

E’ che ho problemi con la lingua. Conosco un po’ di tedesco, ma alla fine li compro quasi solo per i disegni! In Germania sono state comunque portati diversi fumetti stranieri, ad esempio Torpedo.

Sei qua ospite di Saldapress, l’editore che ha pubblicato Injection in Italia, un autentico capolavoro.

Mi fa piacere

injectionE’ una serie a dir poco affascinante. Come è nata questa storia?

Stavo lavorando con Warren Ellis su una serie di Moon Knight per la Marvel, quando mi venne offerto di disegnare un’altra serie per un altro editore. Ho chiesto a Warren cosa avrebbe fatto dopo il sesto numero, e lui mi disse che si sarebbe fermato, ma che, se avessi voluto, avrei potuto continuare a lavorare con lui in Image. Sono rimasto a bocca aperta, e ovviamente ho accettato. Una volta deciso che avremmo lavorato ancora insieme, mi ha chiesto una “lista della spesa” di fumetti, graphic novel, libri, film, serie tv, tutto ciò che mi piaceva, per conoscermi ancora di più. Non c’erano molti fumetti di supereroi, ricordo, ad esempio, Northlanders e diverse altre serie di “atmosfera”. Siamo quindi arrivati ad una versione grezza, una prima idea di quello che sarebbe poi diventato Injection. Abbiamo cominciato a delineare i personaggi e scrivendo la prima sceneggiatura. Quando mi chiedono come proseguirà la serie, rispondo sempre che non ne ho nemmeno io idea.

Sul serio?

Sapevo come sarebbe finito il primo arco narrativo, con un colpo di scena dopo il 5 capitolo, dopo di che il buio. So che ogni arco narrativo si concentra su un personaggio in particolare: il primo parla di Maria, il secondo di Vivek. Il prossimo sarà sul nostro James Bond.

Qual è il tuo personaggio preferito della serie?

Cambia in continuazione. All’inizio, era Maria. Dopo, Vivek. Dipende dal volume, in quanto Warren si concentra su un personaggio dopo l’altro. Credo che Brigit sia il personaggio più scenico, e questo mi piace, mi diverto molto a disegnarla.

La serie, ad un certo punto, si addentra nel soprannaturale, andando a toccare diversi aspetti del folklore, con leggende e storie popolari. In quanto irlandese, c’è qualcosa della tua cultura che Warren ti ha permesso di inserire nella storia?

Onestamente no. Non sono così tanto affascinato dalla mitologia e dai racconti irlandesi. Ovviamente ne riconosco il valore culturale. Warren sfrutta un certo tipo di mitologia, in una maniera che apprezzo, e che invidio anche un pochino, ad esempio mostrando come la mitologia possa essere un primo esempio di tecnologia. Lavorando con lui, ho scoperto un sacco di cose al riguardo che non avevo nemmeno sentito nominare prima d’ora, e sto continuando ad imparare standogli vicino.

Un’altra caratterista che apprezzo molto di Injection è la sensazione che ci sia una volontà di confondere il lettore, dando solo pochi indizi. Ti è mai stata detta la stessa cosa?

Da lettore, apprezzo che non tutto venga spiegato per filo e per segno. E’ proprio una tendenza di questi tempi, dare un senso a tutto: ricordo quando trasmettevano Lost in televisione, non volevo sapere tutto. Sfortunatamente, oggigiorno il pubblico si aspetta un chiarimento, e personalmente non ritengo sia interessante come cosa. In questo senso, Warren è una di quelle persone di cui i lettori si fidano, sanno che avranno quello che vogliono. Ha scritto un sacco di fumetti grandiosi come Transmetropolitan e Planetary, in fondo. In caso contrario, la gente si stanca. Ma i lettori di Warren Ellis sanno benissimo che non sarà una semplice storia che va da un punto A ad un punto B, non rimarranno delusi.

In parte mi hai già risposto, ma sai già come si svilupperà la storia e, magari, di come si concluderà?

No, è un enigma anche per me. Ho parlato con Warren diverse volte, visto che preferisco pianificare e magari lasciare anche qualche indizio, ma, parole sue, vuole che io sia il suo primo lettore, cosa che non è proprio nelle mie corde, ma rispetto il suo modo di lavoro. Non è comunque importante che io sappia, anche dal punto di vista artistico, perché, numero dopo numero, posso concentrarmi su come disegnarli al meglio. E’ un bene mantenersi sempre concentrati quando fai il disegnatore.

Pur avendo già lavorato con lui, come ti rapporti a lavorare con Warren Ellis su una serie così lunga?

Quando abbiamo finito Moon Knight, gli dissi che volevo lavorare a qualcosa di più lungo: sono cresciuto leggendo Preacher e Y L’Ultimo Uomo, in fondo, e ho adorato Planetary. Lui aveva già pianificato la storia in 5 volumi, e io volevo fare qualcosa di simile a Planetary.

Dal punto di vista artistico, a cosa punti quando realizzi le pagine di Injection? E cosa credi ti abbia lasciato questa serie e cosa pensi di avergli dato tu?

Bella domanda. Riguardo a cosa cerco di portare su Injection, mi impegno a creare un’atmosfera che sia il più tangibile possibile. Parlando con Warren, volevamo fare qualcosa di completamente immersivo numero dopo numero, soprattutto giocando con la composizione della singola vignetta. Prendi ad esempio Hawkeye di Matt Fraction e David Aja: riconosci immediatamente le pagine della serie, e volevo fare la stessa cosa con Moon Knight e, ovviamente, anche con Injection. Se guardi The Wire, è inconfondibile con Six Feet Under, per capirci. In questo, mi aiuta molto il lavoro di Jordie (Bellaire, la colorista di Injection, ndr), si prende molta libertà con il mio lavoro, ma rende il tutto perfettamente, e ho completa fiducia in lei. Lavorando su Injection, mi ha dato modo di trovare molta sicurezza ed apprezzamenti da parte di tante persone, mi ha dato modo di realizzare il mio miglior portfolio, mi ha spinto a diventare uno stroryteller molto più ambizioso. Ho lavorato per diversi anni in Marvel, e questo mi ha permesso di fare tante cose che potevo fare, ma non esattamente quello che volevo fare. Injection mi ha permesso di essere al 100% lo storyteller che ho sempre voluto essere.

E riguardo alla serie tv che sarà tratta da Injection cosa puoi dirci?

Purtroppo non molto. Per ora, si tratta solo dell’acquisizione dei diritti da parte di una produzione, ci vorrà almeno un anno prima che entri ufficialmente in sviluppo. Io e Warren siamo coinvolti, e credo che questa sia la cosa più importante.

Parlando di altri fumetti, lavorerai presto sul personaggio di Wolverine.

Sono un grande fan di Wolverine. Tempo fa parlavo con Will Sliney, un mio caro amico, fantasticando su quali serie ci sarebbe piaciuto disegnare, lui Spider-Man, io Wolverine. Ad oggi, lui sta disegnando la serie di Spider-Man 2099, e io sto lavorando a Wolverine. Quando mi contattarono, mi dissero che avrei dovuto “aiutare” il disegnatore principale, Steve McNiven. Ho dovuto quindi fare il mio, tenendo conto che il primo e l’ultimo numero, sarebbero stati disegnati da altri. Finalmente, ho potuto disegnare anche gli X-Men nel numero 4, cosa che avrei voluto fare da quando ho lavorato sui Thunderbolts, avevo già pronto anche il costume.

wolverine declan shalveyEsatto, hai persino ideato un nuovo design per la sua tuta

Leggendo il numero, vedrai che è un costume che non è stato creato per lui, è una tuta che trova. Pur non essendo canonico, è molto diverso dai precedenti. Lui sa di essere Wolverine, quindi, mettendoci un tocco sci-fi, ho voluto comunque realizzare qualcosa che richiamasse ai suoi vestiti precedenti.

Parlando più in generale, a cosa guardi principalmente per ispirarti?

Crescendo, sono passato da Andy Kubert e tanti altri disegnatori dei mutanti, ad altri artisti, come Sean Murphy, ma le mie due ispirazioni principali sono Jean-Paul Leon e Goran Parlov. Cerco sempre di tenere gli occhi puntati sullo stile europeo.

E dopo Injection, cosa ti piacerebbe fare?

Sicuramente, mi prenderò una pausa. Ho fatto davvero un sacco di cose negli ultimi anni, ho anche scritto una serie per Image Comics che è stata disegnata da un altro artista e che uscirà prossimamente. Mi piacerebbe davvero molto poter fare una serie per Marvel, scritta e disegnata interamente da me. E credo che farò questo molto più spesso in futuro, vorrei sviluppare molto di più le mie qualità da sceneggiatore.

Declan, è stato un piacere ed un onore averti qui, speriamo davvero di vederti di nuovo in Italia molto presto.

Il piacere è tutto mio, grazie a te!