Pellicola travagliata quella di Joe Wright (Espiazione, Orgoglio e Pregiudizio, Anna Karenina, L’ora più buia), basata sul bestseller internazionale omonimo “La Donna Alla Finestra” di A.J. Finn. Il film scritto da Tracy Letts è una produzione Fox 2000 Pictures e sarebbe dovuto uscire nelle sale cinematografiche esattamente un anno fa, il 14 maggio 2020, ma a causa dell’emergenza sanitaria è stato numerose volte rimandato, fino ad essere acquisito da Netflix che lo distribuirà sul suo servizio di streaming a partire dal 14 maggio. Negli scorsi giorni abbiamo visto il film in anteprima ed ecco il nostro parere senza spoiler.
Anna Fox (Amy Adams) è una psicologa newyorkese che a causa della sua agorafobia (paura dei luoghi aperti e non familiari), è relegata in casa dove i suoi unici contatti sono online o con il suo inquilino che vive al piano di sotto. L’arrivo nel vicinato della nuova famiglia Russell, composta da Alistair (Gary Oldman), Jane (Julianne Moore) e Ethan (Fred Hechinger) porta Anna ad incuriosirsi sulle abitudini quotidiane dei suoi nuovi vicini, tanto da iniziarli a spiarli dalla finestra di casa sua. Un giorno, all’improvviso, si renderà testimone di qualcosa che non avrebbe dovuto vedere e la sua vita non sarà più la stessa. Tra realtà e follia Anna deve fare i conti con il suo passato e con il suo presente, in un mistero che non sembra volerla abbandonare tanto presto.
Joe Wright, torna dopo “L’ora più buia”, film del 2017 con Gary Oldman, Premio Oscar per la sua interpretazione di Winston Churchill, a dirigere un prodotto non propriamente in linea con le sue procedenti pellicole. Dopo aver diretto il thriller d’azione “Hanna” e l’episodio primo della terza stagione di Black Mirror “Nosedive”, con La Donna alla Finestra entra nel thriller vero e proprio, strizzando molte volte l’occhio alla cinematografia hitchcockiana. Nato dalla penna di A.J. Finn, il romanzo omonimo è diventato un vero e proprio bestseller negli Stati Uniti, pubblicato in Italia da Mondadori. Il romanzo si impone sul mercato del libro quasi come una sorta di riscrittura dell’ormai cult del cinema “La Finestra sul Cortile” di Hitchcock, pur avendo una trama e uno sviluppo differenti, i rimandi al film del 1954 non sono pochi. Wright decide così di mantenere intatte le atmosfere suggestive del romanzo, trasformando in pellicola momenti che visivamente citano e si rifanno al film di Hitchcock, che già nel 2006 aveva avuto una sorta di remake (non accreditato) con Disturbia, film diretto da D.J. Caruso con Shia LaBeouf. Purtroppo se le intenzioni visive ci sono tutte, il film pecca di una scrittura frettolosa e decisamente poco accattivante, che tenta di semplificare il tutto, non andando mai in profondità e non mettendo in risalto lo splendido cast che lo caratterizza, nonostante Adams sia protagonista di un paio di momenti veramente d’impatto.
La Donna alla Finestra è sì un thriller in piena regola ma allo stesso tempo è qualcosa di atipico. La pellicola è strutturata in due parti ben distinte, quasi contrastanti l’una con l’altra. La prima parte è uno sguardo nella monotona vita di Anna Fox, la seconda entra nell’azione vera e propria, nel mistero, e contemporaneamente nel dramma familiare. Il punto di forza è sicuramente la messa in scena, caratteristica che pervade quasi tutta la filmografia di Wright che già in altre pellicole (Espiazione, Anna Karenina sono due esempi) aveva dimostrato di volere una particolare ricerca artistica per le sue opere. Il nuovo film è interamente girato nella “townhouse” di Anna Fox, la caratteristica villetta a schiera marrone di Manhattan, set perfetto per un thriller dalle atmosfere claustrofobiche. La scena è caratterizza da colori saturi, atipici che perfettamente rispecchiano lo stato d’animo della donna, che con l’andare avanti della narrazione si modificano per adattarsi al contesto narrato. La regia, emula e gioca con le prospettive, cita continuamente “La Finestra sul Cortile”, ritagliandosi momenti che sono praticamente identici al film di Hitchcok; non mancano scene suggestive e introspettive, quasi psichedeliche, che mettono in scena il disagio provato dalla donna.
Ad oggi siamo abituati ad una durata superiore le due ore per film del genere, in questo caso ci si trova di fronte ad un lungometraggio di poco più di un’ora e mezza. Se da una parte può risultare una mossa astuta, capace di far concentrare l’azione senza far perdere di vista il punto della questione, dall’altra l’estrema semplicità e prevedibilità della scrittura annulla tutti quegli aspetti che sarebbero potuti risultare interessanti. Nel momento in cui viene percepito il punto di svolta è tutto un crescendo frettoloso e scontato che trasporta lo spettatore in un finale che potrebbe risultare poco soddisfacente.
Purtroppo non basta la presenza di un cast di stelle composto, oltre che da Amy Adams e Gary Oldman, anche da Wyatt Russell, Jennifer Jason Leigh, Julianne Moore e Anthony Mackie (questi ultime praticamente due comparse) a conferire alla pellicola un tono decisamente più interessante. Se la ricercatezza degli ambienti, la fotografia, affidata a Bruno Delbonell e la particolarità dei costumi perfettamente amalgamati al contesto sono i punti di forza, La Donna alla Finestra cade rovinosamente in fase di scrittura, perdendo completamente quell’aura di mistero che si era creata intorno al film nelle battute iniziali. Un finale un po’ troppo raffazzonato e sbrigativo e una durata decisamente troppo breve per una pellicola del genere, trasformano questo prodotto che sulla carta avrebbe potuto aver del potenziale in un’opera interessante visivamente ma povera sul punto di vista contenutistico.
La Donna alla Finestra, il nuovo thriller di Joe Wright, è ora disponibile su Netflix. Di seguito il trailer ufficiale in italiano del film: