Dopo la prima stagione del 2021, torna su Amazon Prime Video l’adattamento live action di una delle saghe fantasy letterarie più amate ed importanti di sempre: La Ruota del Tempo, capolavoro del compianto Robert Jordan. Abbiamo potuto vedere in anteprima i primi quattro episodi della nuova stagione, e possiamo quindi dare un primo giudizio su questo nuovo ciclo di episodi.

Le vicende della seconda stagione de La Ruota del Tempo ripartono da dove eravamo rimasti alla fine della prima stagione: il gruppo è ormai diviso, Rand al’Thor (Josha Stradowski) si è separato dal resto della compagnia, Egwene (Madeleine Madden) e Nynaeve (Zoe Robins) sono a Tar Valon per imparare ad usare il Potere, Perrin (Marcus Rutherford) sta inseguendo Padan Fain, mentre Moiraine (Rosamund Pike) sta affrontando i suoi problemi insieme a Lan (Daniel Henney).

La Ruota del TempoCon il gruppo diviso, la serie si concentra sullo sviluppo dei singoli personaggi e delle relative storyline, prendendosi più tempo rispetto all’avanzamento della trama principale: conosciamo quindi meglio aspetti della personalità dei vari protagonisti, imparando ad apprezzarli (o a detestarli, in alcuni casi) ancora meglio, mentre sullo sfondo la minaccia del Tenebroso e degli Amici delle Tenebre viene portata avanti con piccoli accenni e qualche scena in cui scopriamo qualcosa di più dei piani di Shai’tan e dei suoi seguaci. In questi primi quattro episodi il focus principale è su Rand, sul suo rapporto con il Potere e sulle scelte che ha preso, e ovviamente su Moiraine, vera protagonista della prima stagione e con un ruolo sempre fondamentale anche in questo nuovo ciclo di episodi.

In generale, la serie mantiene lo stesso livello qualitativo della prima stagione, con alti e bassi e, in generale, alcune scelte in fatto estetico e scenografico decisamente discutibili: se dal punto di vista dei costumi si nota un lieve miglioramento (anche perché molti personaggi abbandonano l’outfit che avevano nella prima stagione, Rand su tutti), e i paesaggi sono sempre splendidi seppur non valorizzati da una fotografia piuttosto piatta, quello che stona davvero è sempre l’architettura delle località. Nei libri Rand si reca nella capitale Cairhien, un luogo descritto come maestoso, mentre nella serie sembra più una città poco sviluppata, ricca di costruzioni basse e di mercati ambulanti.

Il vero problema, così come nella prima stagione, è infatti legato all’estetica poco attraente e che da spesso la sensazione di essere parecchio cheap: ovviamente ci sono eccezione, ad esempio Tar Valon, la torre delle Aes Sedai, splendida ed affascinante anche più di come viene descritta nei romanzi de La Ruota del Tempo, ma in generale l’impressione è sempre quella di un prodotto dall’estetica raffazzonata, che si salva per l’ottimo lavoro di adattamento e la buona caratterizzazione dei personaggi. L’adattamento si discosta spesso anche parecchio dagli eventi dei libri, ma mantiene intatto il fascino ed il mistero dei personaggi e degli avvenimenti, riuscendo a catturare l’attenzione degli spettatori.

Dal punto di vista attoriale, continuano ad essere buone, a volte ottime, le performance dei protagonisti, ovviamente tutti oscurati dalla bravura di Rosamund Pike, che ci regala una Moiraine fredda ma tormentata, diversa dalla controparte cartacea sotto alcuni aspetti ma assoluta mattatrice in ogni scena che la vede coinvolta. In generale, tutto il cast di protagonisti svolge comunque un buonissimo lavoro, centrando in pieno i personaggi. E questo è decisamente il vero punto di forza di una serie che altrimenti navigherebbe sotto il livello della mediocrità, risultando persino insufficiente.

È ancora presto per dare un giudizio completo su questa seconda stagione de La Ruota del Tempo, ma dai primi episodi sembra attestarsi sugli stessi livelli della prima: una serie poco più che sufficiente nel complesso, condizionata da un’estetica mediocre e spesso banale, e nobilitata da un ottimo cast di attori e da una scrittura che, soprattutto per gli amanti del genere, risulta sempre coinvolgente e mai noiosa, anche nei momenti più lenti. Ovviamente si tratta di un prodotto dedicato ad un pubblico decisamente appassionato, che difficilmente coinvolgerà chi non è interessato ad un classico fantasy, ma questo era ben chiaro fin dalla prima stagione, che ha comunque avuto un buon successo.


La seconda stagione de La Ruota del tempo arriva dal 1° settembre in esclusiva su Prime Video con i primi tre episodi, seguiti da nuovi ogni settimana. Di seguito il trailer ufficiale della nuova stagione:

RASSEGNA PANORAMICA
La Ruota del Tempo: Stagione 2
6.5
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la-ruota-del-tempo-2-recensione-dei-primi-quattro-episodi-della-seconda-stagione-anteprimaÈ ancora presto per dare un giudizio completo su questa seconda stagione de La Ruota del Tempo, ma dai primi episodi sembra attestarsi sugli stessi livelli della prima: una serie poco più che sufficiente nel complesso, condizionata da un'estetica mediocre e spesso banale, e nobilitata da un ottimo cast di attori e da una scrittura che, soprattutto per gli amanti del genere, risulta sempre coinvolgente e mai noiosa, anche nei momenti più lenti. Ovviamente si tratta di un prodotto dedicato ad un pubblico decisamente appassionato, che difficilmente coinvolgerà chi non è interessato ad un classico fantasy, ma questo era ben chiaro fin dalla prima stagione, che ha comunque avuto un buon successo. 

1 commento

  1. Spero di essere contraddetto dai prossimi episodi, ma questa seconda stagione finora lascia l’amaro in bocca. Da appassionato fan dei libri, in questo come altri casi (The Witcher, e.g.), rimango sconcertato: gli sceneggiatori hanno un vero e proprio tesoro sottomano, e lo buttano nel w.c. … dovrebbero di concentrare gli sforzi nell’adattare allo schermo-serieTV il materiale originale, senza inventarsi nulla perchè è già quasi tutto perfetto in quanto a narrazione. Invece inventano e cambiano di sana pianta cose di cui assolutamente non ci sarebbe bisogno. Già l’adattamento puro e semplice sarebbe una vera sfida, ma è l’unica davvero da cogliere, con il coraggio di chi cerca di rendere “semplice” una narrazione complessa e di ampissimo respiro. Se avessero puntato su questo, avrei visto volentieri anche 14 stagioni. Peccato, ennesima occasione persa.

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