La special guest della 20esima edizione del Florence Korea Film Fest, Lee Jung-jae, star del cinema coreano e attore di “Squid Game”, è stato ospite della terza giornata del festival con una Masterclass dedicata alla serie di successo. Il cinema La Compagnia è andato sold out per questo appuntamento che ha visto il grande attore incontrare un pubblico molto caloroso e impaziente di sentire raccontare curiosità sulla serie più vista di quest’anno.
Ad accogliere la star anche alcuni fan vestiti con l’iconica tuta dei giocatori protagonisti della serie, e tra il pubblico molti coreani che vivono in Italia. Inoltre, a sorpresa, l’ACF Fiorentina ha consegnato la maglia viola personalizzata con il numero del giocatore che interpreta nella serie tv con il suo nome
Lee Jung-jae, rispondendo ad alcune domande riguardo Squid Game ha detto: “Per me quel personaggio è molto importante perché in realtà partendo da una fase di debolezza, grazie a un percorso di crescita diventa più forte. Questo mi fa ben sperare che l’amore e l’empatia sono ancora una componente essenziale della nostra società.”
L’attore ha poi proseguito, sempre riguardo alla serie, che “sicuramente grazie a Netflix e alle piattaforme web, ci siamo potuti avvicinare al pubblico italiano, anche perché i contenuti coreani non sono sempre facili da distribuire. Penso che queste piattaforme possano offrire contenuti rilevanti in tutto il mondo. Inoltre, a causa della pandemia la distribuzione di molti film è stata arrestata, ma spero che ora queste forme d’arte possano arrivare direttamente nelle case del pubblico di tutto il mondo.”
Prosegue poi raccontando il suo processo lavorativo: “Quando mi viene proposto un nuovo progetto cerco per prima cosa di capire il personaggio, alleno il corpo e sudo molto, questo mi permette di liberare la mente. Per preparare il personaggio di 456, Seong Gi-hun, ho camminato molto per le vie della città, per i mercati, era il periodo della pandemia, ho osservato come vivono le persone e come le loro vite sono cambiate. Così mi sono venute idee e ispirazione. Camminare e sudare mi servono per togliere dalla mente idee precedenti e fare spazio a quelle nuove.”
Questa esplosione di notorietà internazionale data da Squid Game, le ricorda il 1995 quando con il drama Moraesigye (모래시계– Clessidra) ebbe grande successo in Corea? E rispetto ad allora come è cambiata l’industria che produce serie tv?
Lee Jung-jae: “Il 1995 è stato un anno importante per me, ho avuto molta fama, simile a quella che ho adesso. In quegli anni ho girato due opere importanti, una è “Young man” e l’altra la serie “Moraesigye”, due dei miei lavori più importanti. Ora ho avuto una grande occasione con “Squid Game”, che mi ha dato grande visibilità. Per me dal ’95 ad adesso non sono cambiate molte cose, anche se c’è stata una evoluzione a livello cinematografico. Io mi sono sempre impegnato a creare cose nuove e divertenti. È l’amore dei fan che mi ha sempre spinto a impegnarmi tanto. E vorrei ringraziarvi perché grazie il vostro affetto ora sono qui ed è un onore per me.”
Il successo mondiale di “Squid Game” ha rimesso l’industria audiovisiva coreana al centro del mondo. Noi sappiamo che è una delle industrie più importanti, la serie arriva un paio di anni dopo al successo di “Parasite”, vincitore di quattro Osar. Alcuni temi accomunano le due opere, una in particolare è che raccontano di una società in cui le differenze sociali sono abissali, e queste differenze creano gravi problemi. Naturalmente non è appannaggio solo della società coreana, questa diseguaglianza così forte. Questo modo di raccontare le differenze sociali sono una peculiarità dell’industria audiovisiva coreana?
Lee Jung-jae: “In Corea ci sono sicuramente film che mostrano, come in “Parasite” e “Squid Game,” la grande differenza tra classi sociali ,perché è un tema molto sentito. Ma ci sono ovviamente anche altre tipologie di film e drama di grande successo, sia in Corea che all’estero, che trattano temi diversi. Penso le persone condividano le ideologie contenute in questi film e serie, perché sono argomenti che riusciamo a comprendere molto bene, e una cosa che tocca tutti noi e vogliamo un cambiamento. Il messaggio che vuole mandare “Squid Game” è: proviamo a pensare di più al prossimo. Sicuramente è un gioco di sopravvivenza dove c’è un conflitto tra persone, vengono mostrati alcuni giochi dove senza un’unione non si può vincere, il regista ha voluto mostrare che in questo mondo da soli non si può vivere. Molte persone pensano che sono state messe scene di violenza per raggiungere il successo, ma noi non abbiamo messo queste scene per attirare l’attenzione ma bensì per far capire da dove proviene il male. Quindi far vedere la causa, l’origine del male. Nessuno può cambiare il mondo da solo, ma tutti insieme piano piano possiamo farlo.”
Tra i protagonisti di “Squid Game” troviamo Oh Yeong-su, che si è aggiudicato il Golden Globe per la sua interpretazione del giocatore 001, Oh Il-nam. In Italia l’attore è conosciuto anche per la sua interpretazione nel film “Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera” di Kim Ki-duk. Come si è trovato a lavorare con lui?
Lee Jung-jae: “È una persona molto stimata in Corea del Sud, ha passato tutta la sua vita su un palco, ha recitato in molti film. È un attore meraviglioso che mette tutto il suo tempo e le sue conoscenze in quello che fa, una persona anziana ma molto giovane nel modo di pensare. Quando abbiamo girato “Squid Game” ci siamo divertiti molto.”
Una ragazza dal pubblico chiede come l’attore scelga i personaggi da interpretare, facendo riferimento in particolare a Gi-hun di (Squid Game) e Ray (Deliver us from Evil), due personaggi completamente diversi. “Ci sono molti motivi per i quali una persona decide di interpretare un personaggio, se ne esistesse un solo tipo non avrebbe senso scegliere i ruoli da interpretare e il pubblico si annoierebbe. A volte voglio essere un certo tipo di persona, e quindi accetto di essere quel personaggio, altre volte lo scelgo anche semplicemente per il suo stile e look”, dichiara Lee Jung-jae “La scelta mi viene naturale, poi cerco di perfezionare il personaggio e renderlo mio. Per quanto riguarda Ray ho cercato di rendere questo personaggio imprevedibile, mi sono impegnato molto. Mentre stavo girando “Deliver us from Evil” mi è arrivata la proposta di interpretare Seong Gi-hun in “Squid Game”, ho accettato perché avevo voglia di cambiare personaggio e stile.”
Se Squid Game fosse reale e lei partecipasse, si comporterebbe come Seong Gi-hun?
Lee Jung-jae: “Ricevo spesso questa domanda. Io però sceglierei di non partecipare a quel gioco.”